Comunicato
Se la ricerca in Italia fosse quella che era emersa dagli Stati Generali organizzati a Roma il 27 e 28 aprile 2016, potremmo anche sembrare un paese normale in cui la salute dei propri cittadini è bene comune perseguito con grande impegno dalle istituzioni. E’ in quella parvenza di “normalità” che la Ministra Lorenzin lanciò la proposta di dare continuità e nuovo impulso ad un’attività sempre più in crisi, risolvendo il problema dei circa 3500 precari che si occupano di ricerca negli IRCCS e IZS, individuando in un percorso di contratti a “Piramide” (si parte in tanti ma si arriva in pochi) la soluzione del problema. Quel percorso, che di fatto rendeva ancora più precario il lavoro, non ci convinse, ed invitammo la Ministra ad aprire un confronto vero sulla possibilità di stabilizzare il personale precario degli IRSCCS e IZS. Come spesso accade, agli annunci non sono seguiti i fatti e anche in questo caso, ottenuta la proroga alle norme del Jobs act, che impedivano alla PA di conferire nuovi contratti co. co. co nel 2017, la Piramide è scomparsa, forse ricoperta dalla sabbia, portando con se, inevitabilmente prigionieri, i ricercatori degli IRCCS e IZS. Prigionieri perché, anche se scomparsa dall’agenda del governo, la proposta continua ad essere comunque l’unico tentativo di dare una risposta, che noi continuiamo a considerare sbagliata, a queste lavoratrici e lavoratori che tutti i giorni dedicano il massimo delle loro capacità per migliorare la ricerca sanitaria in Italia, collocandola ai primi posti delle classifiche mondiali, nonostante le quote di PIL investite in ricerca siano notevolmente inferiori alla media OCSE. Varrebbe la pena di ricordare al ministro che è anche, e a volte solo, grazie al lavoro dei nostri ricercatori che abbiamo aspettative di vita ancora invidiabili nel mondo Prigionieri di un’attività che li appassiona e li porta ad accettare una vita precaria che dura ormai da molti anni (la media di anzianità di questi lavoratori negli IRCCS e IZS é di quasi 10 anni, con punte di oltre 20 anni). Prigionieri di un Paese che non è in grado di dar loro certezze per il futuro (alcuni riescono per fortuna ad evadere e si rifugiano all’estero). Prigionieri di una politica miope e insensibile (lo sembra un po’ meno quando si tratta di fare annunci e nelle campagne elettorali) che non riesce e non vuole trovare soluzione ai loro problemi, prevedendo investimenti strutturali per determinare i fabbisogni di personale per la ricerca negli IRCCS e IZS. Prigionieri di una realtà, come quella Italiana, in cui si discute tanto di furbetti del cartellino ma a chi fa bene il proprio mestiere non viene riconosciuto nulla. Prigionieri di una comunicazione che, quando parla di Ricerca in Italia, dimentica quella sanitaria degli IRCCS e degli IZS, riferendosi solo agli Enti di Ricerca ed alle Università. Liberi però di protestare e dire Basta Basta Basta Basta, vogliamo che questa volta ci si prenda “cura” della ricerca sanitaria e si affronti seriamente un percorso di stabilizzazione del personale precario, e di riordino e rilancio degli IRCCS. Noi ci siamo, siamo pronti, abbiamo le proposte e le vogliamo condividere con quanti stanno dalla nostra parte. Lo faremo con una iniziativa nazionale nella seconda quindicina di maggio.
“La Ricerca Sanitaria Bene Comune”, difendiamolo dando stabilità e certezze lavorative a chi ogni giorno ne è l’interprete principale.
Roma 10 Aprile 2017
Segretaria Nazionale FP CGIL Segretaria Nazionale NIDIL
Cecilia Taranto Silvia Simoncini