Ministero Difesa – Lettera unitaria al Ministro Pinotti

01 Febbraio 2017

Ministero Difesa – Lettera unitaria al Ministro Pinotti

Egregia Ministra,

 

             
stante l’attuale stato di assoluta
inerzia e ingiustificabile immobilismo che continua ormai da tempo a
caratterizzare – irresponsabilmente, a nostro giudizio – l’azione politica e
l’atteggiamento oltremodo dilatorio vieppiù manifestato da codesto Dicastero
nei confronti delle scriventi rappresentanze sindacali confederali e, più in
generale, del personale civile della difesa, 
riteniamo corretto e necessario – prima di giungere alla declinazione di
quelle che nei prossimi giorni saranno le modalità di mobilitazione unitaria
prescelte – delineare con chiarezza il quadro di una situazione divenuta
francamente critica e non più ulteriormente sopportabile.

               
Per farlo in maniera compiuta, però, anche
considerata la conferma dei vertici politici del Ministero della difesa ad
opera dell’attuale capo del Governo, occorrerà prima di tutto spostare indietro
le lancette del tempo, riportandole alla memoria di circa 13 mesi fa –
precisamente al 14 dicembre 2015 – quando, invitati nel Suo ufficio, i
responsabili nazionali delle scriventi organizzazioni sindacali ebbero modo di
sollecitarle la risoluzione di talune importanti questioni afferenti la
condizione lavorativa/economica del personale civile dipendente rappresentato.
Problematiche che continuavano a permanere irrisolte ormai da troppi anni,
generando forte malcontento e grande demotivazione tra i lavoratori civili
della difesa.

             
Nell’occasione, certo
rammenterà, comprese appieno il
fondamento e l’importanza delle richieste da noi avanzate nella circostanza,
partecipando fin da subito le soluzioni individuate, ritenute comunemente necessarie
a ristorare la pessima condizione economica e lavorativa dei Suoi dipendenti.
Impegni formalmente espressi, poi anche ripresi e confermati nella nota
ufficiale trasmessa nelle ore immediatamente successive alla riunione –
allegata alla presente -.

Ecco, rispetto a quelle
garanzie,  oggi siamo in grado di
affermare senza tema di smentita che dei sei obiettivi che Lei a suo
tempo si era con noi formalmente impegnata a raggiungere, seppure a step, solo
due di questi sono stati quelli fin qui portati quasi a compimento:

a)
Il Protocollo d’intesa sulle funzioni del personale civile della difesa, che
peraltro non è ancora stato possibile attuare in quanto, dopo i mesi di
discussione con SMD che ci hanno condotto ben oltre la scadenza fissata nel
medesimo, e anche per le evidenti colpe di Segredifesa, che ad oggi non ci
risulta abbia ancora fatto pervenire il proprio contributo, si è in attesa di
definire compiutamente la direttiva attuativa;

b)
Le progressioni economiche all’interno delle aree funzionali della difesa, che
abbiamo appena terminato di completare nell’ambito del confronto avviato con la
direzione generale del personale civile – anche qui, non senza difficoltà e
colpevole ritardo dell’amministrazione – nell’ambito dell’accordo F.U.A. 2016.

A ben vedere un disastro, un
fallimento politico-istituzionale dell’azione del Dicastero da Lei
guidato di cui i circa 27.000 lavoratori civili della difesa Le attribuiscono
piena responsabilità, signora Ministra. Sia, per quanto attiene al perdurare
della loro scadente condizione economica e lavorativa, di cui  ha sempre detto di esserne pienamente a
conoscenza, almeno fin dai tempi in cui era Sottosegretario al medesimo
Ministero (parole Sue), e che continua purtroppo ad essere tale anche
per effetto delle Sue mancate promesse di impegno; sia, per aver forse
anche mancato di adempiere e/o comunque di aver abdicato al dovere di controllo
sulla attuale dirigenza di un’amministrazione del personale e di Segredifesa,
le cui rispettive azioni sono state fin qui per lo più improntate alla
reiterata espressione di una irrazionale, immotivata ed incomprensibile
rigidità di fondo, sovente agita forse anche con ostinata consapevolezza,
nell’ambito delle relazioni sindacali. Vissute più come un fastidiosa appendice
da contrapporre ad una idea di azione amministrativa dominante, piuttosto che
considerarle come una risorsa democratica cui attingere a piene mani per
garantire l’indispensabile partecipazione dei lavoratori interessati ai
processi decisionali che li riguardano…
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