Roma 18 febbraio 2016
Si è tenuto presso il MEF
l’incontro tra Amministrazione e OO.SS. riguardo l’informativa sul DPCM del
Sistema di valutazione del personale del MEF e delle Agenzie Fiscali.
In sostanza il DPCM,
ispirandosi a quanto previsto dal decreto legislativo 150/2009 (Decreto
Brunetta), suddivide in fasce di merito la valutazione del personale definendo a
priori una ripartizione che inquadra il 70/80%
del personale nelle prime due fasce (alta e medio alta) e la restante parte, 20/30%, nelle ultime due
( media e bassa), con la previsione di poter escludere “quote” di lavoratori dalla distribuzione
del trattamento economico collegato alla performance.
Come FP CGIL riscontriamo che l’impostazione
di questo DPCM sia un tentativo di revisionare alcuni
degli aspetti più negativi del Decreto Brunetta che, ricordiamo, abbiamo contrastato con forza sin dal primo
momento con mobilitazioni e scioperi, ma evidenzia anche alcune contraddizioni.
Infatti, se è vero che rinvia alla
contrattazione la possibilità di allargare/ ridurre le fasce di merito,di fatto obbliga le OO.SS ad accettarle, snaturando il loro ruolo
in quanto chiamate ad esprimere giudizi sulla qualità delle
prestazioni dei singoli lavoratori,
ruolo che non intendiamo svolgere e rifiutiamo
con decisione. Abbiamo piena
consapevolezza che la suddivisione in fasce predeterminate, che
nulla ha a che vedere con la valorizzazione delle professionalità, demotiva fortemente i lavoratori, fa venir
meno il senso di appartenenza ad una categoria, alimenta spinte disgreganti: l’opposto di quello che una organizzazione
sindacale deve perseguire.
Registriamo positivamente che è fatto salvo quanto previsto dall’art. 6
comma 1 del d.lgs. n. 141/2011 che di fatto sposta l’applicazione dello
stesso DPCM, che riveste valore transitorio nelle more della rivisitazione
generale sull’argomento nell’ambito del “Decreto Madia “, alla fase successiva del
prossimo rinnovo contrattuale. Riteniamo fondamentale per affrontare seriamente questa complessa
partita che le amministrazioni quantifichino “le
eventuali economie aggiuntive effettivamente realizzate dalle singole amministrazioni”come
previsto dall’art. 16 d.l. 98/2011, su
cui iniziare un serio confronto per una valutazione che abbia caratteristiche
di massima riconoscibilità e specifiche clausole di salvaguardia a tutela dei
lavoratori.
Nel
nostro intervento abbiamo ricordato che attualmente i Fondi del personale delle
Agenzie Fiscali e del MEF sono assegnati al raggiungimento e alla certificazione degli obiettivi
e ripartiti secondo criteri definiti in sede di
contrattazione. L’attivazione di un sistema di valutazione che “condannerebbe”
8.000 lavoratori dell’Agenzia delle Entrate, 2.000 delle Dogane e dei Monopoli e 1.600
del MEF a percepire meno salario
accessorio o addirittura
ad essere esclusi per legge da ogni compenso, sarebbe da considerare grave ingiustizia, oltre che una errata interpretazione della
normativa vigente. Nessuna amministrazione sarebbe in grado di
funzionare con una percentuale così
elevata di lavoratori giudicati “scarsamente
produttivi”: sicuramente il decreto brunetta è una delle leggi più assurde e
inapplicabili che siano state elaborate
da un legislatore.
CGIL FP Nazionale
Coord. Agenzia Dogane e Monopoli
Florindo Iervolino
CGIL FP Nazionale
Luciano Boldorini