(26 giugno 2015) Dal 16 al 18 giugno 2015, nella splendida cornice della Saline Royale di Arc et Senans (France -Comté), si è tenuto il Comité National Federal della CFdT Santé Sociaux sul tema del dialogo sociale.
Nell’ambito della tavola rotonda sul dialogo sociale in Europa, la FP CGIL Nazionale è stata invitata a presentare una relazione sulla situazione italiana per confrontarla con quella francese, tedesca e svedese.
Il nostro rapporto, elaborato e presentato da Gianluca Mezzadri, ha fatto una analisi storica della concertazione e del dialogo sociale in Italia negli ultimi 30 anni, ha messo in luce le difficoltà palesatesi negli ultimi 10 anni ed ha stigmatizzato l’attuale assenza di rapporti costruttivi con la politica che ha scientemente scelto di ignorare i sindacati, implementando una strategia di forte delegittimazione (nonostante i numeri assolutamente rilevanti in termini di aderenti ai sindacati confederali in tutti i settori, assolutamente superiori a quelli di tutti i partiti ed i movimenti politici), nelle discussioni in materia economica e di politiche del lavoro.
In Francia, che condivide con noi la sventura del blocco dei contratti pubblici (anche se da minor tempo) il dialogo sociale tra il governo, le organizzazioni datoriali e quelle sindacali è la prassi e continua a produrre risultati apprezzabili in tutti i settori.
In Svezia e in Germania, vista l’alta rappresentatività dei sindacati e la grande attenzione dei governi, il dialogo sociale è la regola ed è attentamente disciplinato anche in termini di modalità organizzative ed operative.
Si è convenuto di proseguire l’azione sindacale, a livello europeo e nei singoli stati, per implementare ed affinare il metodo del dialogo sociale per difendere, consolidare e migliorare i servizi pubblici, specialmente in questa fase di interminabile austerità.
Al margine della discussione, ci si è confrontati anche sulle strategie per consolidare e implementare l’adesione al sindacato (già a buoni livelli in Italia, Germania e Svezia) che, di questi tempi, non possono prescindere dal ricorso sempre più strutturato alle nuove tecnologie, senza però sacrificare gli aspetti della formazione dei nuovi quadri (anche a partire dalle rappresentanze studentesche, con collegamenti strutturati al successivo accesso al mondo del lavoro), della comunicazione e della presa incarico delle problematiche dei lavoratori e dei cittadini