Evasi Roma: Fp Cgil, troppe carenze nel carcere Rebibbia, intervenire subito

10 Novembre 2016

Evasi Roma: Fp Cgil, troppe carenze nel carcere Rebibbia, intervenire subito

Personale mancante, strutture fatiscenti, scarsa vigilanza.
Evasione non sorprende

Roma,
27 ottobre – “Personale mancante, strutture fatiscenti, nessuno
strumento di supporto alla vigilanza. Ancora una volta a Rebibbia, dopo i
fatti dello scorso febbraio, la combinazione di questi elementi
determina una ennesima evasione e getta in una grave confusione il
carcere romano”. È quanto afferma il segretario nazionale della Fp Cgil,
Salvatore Chiaramonte, in merito a quanto accaduto stanotte al carcere
Rebibbia di Roma, aggiungendo che: “Da tempo, troppo tempo, le nostre
denunce sulle condizioni fatiscenti del carcere romano, così come della
gran parte del sistema penitenziario, sono colpevolmente sottovalutate.
Il risultato è che, ancora una volta, tre detenuti approfittano delle
falle del sistema per poter evadere”. 
Quanto
accaduto alla casa circondariale romana, infatti, prosegue il dirigente
sindacale, “non ci sorprende. Nel corso di quest’anno abbiamo acceso un
faro sul carcere romano, denunciando più volte lo stato in cui versa,
le condizioni pessime di coloro che ci lavorano, le carenze gravi di
personale e di strumenti di supporto per il buon funzionamento della
struttura. Fatti che messi insieme dimostrano come quanto accaduto
stamattina non sia il frutto del caso ma di un insieme di condizioni che
lo hanno reso possibile”. 
A
Rebibbia, infatti, per stare sui numeri, “dei 992 poliziotti
penitenziari necessari, ne risultano presenti 930. Di questi, però, 180
agenti sono distaccati, per la gran parte, in uffici amministrativi,
occupati in compiti che potrebbero essere assolti da altri lavoratori
pubblici. Il tutto quindi per un totale a Rebibbia di soli 750
poliziotti penitenziari. Un numero tale che, parametrato ai circa 1.400
detenuti presenti, produce un rapporto pari a un solo agente che spesso
deve vigilare su 170 detenuti, come accaduto questa notte, attraverso
una modalità spacciata per ‘vigilanza dinamica’”. Per queste ragioni,
osserva Chiaramonte, “alla luce di questi numeri, nonché dell’evasione
di oggi, pretendiamo che, come lo stesso ministro della Giustizia
Orlando ha recentemente affermato, l’amministrazione rimandi
nell’istituto di Roma, ma non solo, gli agenti penitenziari distaccati
negli uffici amministrativi”.
Inoltre,
sottolinea Chiaramonte, “vale la pena sottolineare che per la
manutenzione degli istituti viene stanziato ogni anno un decimo del
necessario: soltanto 4 milioni dei 40 necessari. A Rebibbia, nello
specifico, lo stanziamento per il ‘buon funzionamento’ è pari a circa 24
mila euro l’anno, che a malapena bastano per mettere toppe a una
struttura in progressivo disfacimento. Per non parlare infine – continua
– della assoluta carenza di strumentazioni tecnologiche di supporto al
lavoro di vigilanza dei poliziotti penitenziari. Questa vicenda riporta
all’attenzione le falle di un sistema, coperte in questi anni dal lavoro
dei poliziotti penitenziari che hanno cercato di garantire, oltre ogni
sforzo, la sicurezza dei cittadini. Noi continueremo a denunciare e a
pretendere un cambiamento. Ora è il momento non più rinviabile di
intervenire”, conclude Chiaramonte.

REPORTAGE FPCGIL ‘Dentro a metà’ a Rebibbia
– https://www.youtube.com/watch?v=yMLoeXjNV4g

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