Roma, 9 novembre 2016
Riunione interlocutoria
Riunione interlocutoria del Tavolo nazionale quella che si è
svolta ieri con all’ordine del giorno l’avvio della trattativa sul contratto
integrativo 2017.
La delegazione di parte pubblica, rappresentata dal Direttore
generale, ha presentato ed illustrato sommariamente un documento relativo al
nuovo modello di servizio che sarà sperimentato, a partire dalla fine di
quest’anno, in Friuli Venezia Giulia accompagnando la presentazione con
locuzioni del tipo “il sistema attuale di relazione con l’utenza non è
performante”, “l’Inps sino ad oggi ha operato secondo un modello
operativo legato ad un mondo del lavoro che non è più quello degli anni
Cinquanta del secolo scorso”, “la prossimità territoriale con i soggetti
destinatari delle prestazioni Inps non viene abbandonata, ma si richiederà agli
operatori delle agenzie un set di competenze e di conoscenze di livello più
elevato per rispondere alla complessità crescente della domanda di servizi”.
Avendo presentato il documento per la prima volta alle
organizzazioni sindacali nel corso dell’incontro e non potendo materialmente
entrare nel merito del testo, stante la sua complessità ed i relativi risvolti
sul piano organizzativo e professionale, ci siamo riservati un’analisi più
approfondita dell’elaborato presentato, evidenziando però una serie di
criticità collegate alla realizzazione del nuovo modello di servizio inteso,
secondo la definizione dell’Amministrazione, come modalità di relazione e di
interlocuzione a 360° tra l’Inps ed il cittadino.
La prima criticità sta nella realtà dei numeri, ossia nel
fatto che l’Istituto ha perso negli ultimi anni oltre 4.000 lavoratori senza
che vi sia stato un minimo di turn-over ed a parità di volumi di prestazioni
generate, se la matematica non è un’opinione, i carichi individuali di lavoro
aumentano
nonostante il supporto dell’informatica: la logica
conseguenza è che servono nuove ed ulteriori risorse intese come nuove
assunzioni, investimenti formativi sul capitale umano e sulle infrastrutture
tecnologiche che consentano un dialogo tra procedure informatiche ancora oggi
funzionanti spesso a compartimenti stagno.
Ulteriore elemento di caduta è costituito dalla scarsa
aderenza, ad una prima lettura, del modello di servizio, con il quale ripetiamo
l’Amministrazione chiede un livello di competenze più elevato, rispetto ad una
popolazione professionale che presenta oltre 1/5 dei colleghi addensati sulle
aree professionali A e B: come intende l’Amministrazione operare?
Altra criticità, di metodo, risiede nel fatto che il
documento è stato “confezionato” senza un preventivo confronto con le parti
sociali sulla base di un’elaborazione interna alla tecnostruttura coinvolta: ci
auguriamo che la sperimentazione consenta di recuperare il ritardo e di
correggere, con la partecipazione delle istanze sindacali territoriali a
livello regionale, i punti di caduta che mergeranno in fase applicativa.
In merito al tema all’ordine del giorno, ossia l’avvio della
discussione sul CCNI 2017, abbiamo chiesto che il confronto sul contratto
avvenga su binari distinti rispetto alla realizzazione del nuovo modello di
servizio in quanto riteniamo che il destino della contrattazione integrativa di
Ente debba essere distinto, stante proprio la natura sperimentale del modello
proposto, dalla realizzazione del progetto presentato dall’Amministrazione.
Si è convenuto, pertanto, di aggiornare l’incontro a martedì
15 novembre.
FP CGIL/INPS
Oreste CIARROCCHI
CISL
FP/INPS
Paolo SCILINGUO
UIL PA/INPS
Sergio CERVO