Sicurezza: Ancora buio fitto sul capitolo contratti Comparto sicurezza e Soccorso pubblico. Necessario aprire subito il negoziato per il rinnovo del contratto nazionale

25 Ottobre 2016

Comunicato su contenuti legge di bilancio 2017

Ancora
buio fitto sul capitolo contratti Comparto sicurezza e Soccorso pubblico.


Necessario aprire subito il negoziato per il rinnovo del contratto nazionale
.

A distanza di una
settimana dall’uscita della prima stesura della Legge di stabilità 2017, siamo
ancora in attesa di conoscere la definizione delle risorse economiche – circa
1.900 mln di euro – che il governo intenderebbe destinare al rinnovo dei
contratti della pubblica amministrazione, alla stabilizzazione degli 80 euro
attribuiti alle forze di Polizia, e all’assunzione di personale.
Le voci che continuano a
circolare -perché a queste siamo purtroppo costretti a riferirci, stante la
reiterata mancanza di dialogo indotta dal governo -assegnerebbero
complessivamente al Comparto Difesa/Sicurezza/Soccorso pubblico 900 milioni di
euro, oltre ad una quota non meglio definita dei 400 mln di euro rimasti da
destinare alle nuove assunzioni per tutto il Pubblico Impiego. All’interno di
questo budget, più di 500 mln di euro sarebbero destinati alla stabilizzazione
degli 80 euro per le Forze di Polizia. Stanziamento che noi chiediamo da tempo
di portare al tavolo di contrattazione nazionale, per definirne modalità di
consolidamento e criteri di equa e progressiva attribuzione. In proposito,
difatti, non si comprende in base a quale sommo criterio partorito dall’alto
debba essere iniquamente destinata la stessa quota di retribuzione sia che si
tratti del personale appartenente ai ruoli apicali dei diversi Corpi, sia che
si parli del ruolo degli agenti/assistenti delle Forze di Polizia, che ha
notoriamente una retribuzione molto più bassa dei colleghi graduati.

Altra questione che
intendiamo trattare quanto prima al tavolo di confronto nazionale nell’ambito
del rinnovo del Contratto nazionale, è certamente quella del cosiddetto
“Riordino” delle carriere e delle funzioni, sul quale abbiamo avanzato numerose
proposte: intanto perché non di riordino -quello strettamente previsto dalla
legge 124/2015, cd. Madia -in effetti si tratta, che invero richiederebbe lo
stanziamento di ben altre risorse economiche, se vogliamo quantificabili in non
meno di 1.200 mln, bensì di un semplice ridisegno dei parametri professionali
rispondente a mere logiche di aggiornamento delle retribuzioni, nulla più.

In tal senso, le
anticipazioni diffuse su questo tema sono ancora più preoccupanti. Sia perché
non improntate ad una sostanziale equità, sia perché – utilizzando la forma del
“Riordino” – si intenderebbe realizzare una semplice operazione di spalmatura
delle poche risorse economiche rimaste sui parametri stipendiali e non anche,
come invece prevede chiaramente la Legge Madia, un riordino complessivo dei
ruoli e delle funzioni del personale delle Forze di Polizia.

Infine, una
considerazione sul cosiddetto fondo per le assunzioni del P.I. che, sempre
secondo i rumours registrati, ammonterebbe a circa 400 milioni di euro: da
questo fondo dovrebbero attingere sia il Comparto sicurezza – ovvero le
amministrazioni statali che gestiscono i diversi Corpi di Polizia -, sia
l’intero nuovo comparto delle Funzioni Centrali. Il governo sembrerebbe così
intenzionato a dar inizio ad una gara per l’accesso non regolato alla stessa
quantità di personale, provocando per questa via un probabile conflitto fra le
amministrazioni coinvolte, considerata l’esiguità del fondo reso
complessivamente disponibile e il diverso numero di dipendenti per Corpo.
Al di là del maggiore o
minore entusiasmo provocato nel giudizio collettivo sulla slide della Legge di
bilancio 2017 inerente il Comparto sicurezza, è necessario insistere nel porre
al centro del negoziato – da attivare subito – per il rinnovo del contratto,
tutti gli istituti che attualmente incidono sulla condizione retributiva e
sulla possibile attivazione di taluni altri non meno importanti, come ad
esempio quello sulla previdenza complementare, che scarsissimo rilievo ha avuto
finora, ma che grande importanza assume per il personale più giovane, che nel
tempo rischia seriamente di non poter beneficiare del proprio trattamento
pensionistico.

Vorremmo, in fine, che
si chiudesse con il metodo delle elargizioni distribuite dall’alto, attribuite
da quella politica governativa che ha fin qui contraddistinto la sua azione
negli ultimi governi per ottenere presunti facili consensi; vogliamo restituire
agli operatori del Comparto sicurezza il diritto alla rappresentanza dei propri
bisogni e delle proprie esigenze lavorative, anche proponendo il compimento di
un passo importante per tutte le FF.PP. ad ordinamento civile, e anche per i
Vigili del fuoco, nella direzione dell’elezione delle rappresentanze sindacali
unitarie e dell’efficace misurazione della rappresentatività sindacale.

Roma, 25 Ottobre 2016  ­

 Il Segretario Nazionale Fp Cgil
     Salvatore Chiaramonte 

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