lo
scorso 15 luglio, e’ stato pubblicato in G.U., in applicazione della legge di stabilità 2016,
il Decreto Ministeriale sui piani di rientro delle aziende ospedaliere, delle
aziende ospedaliere universitarie e degli IRCCS. Il
decreto prevede che nell’arco temporale di 3 anni le aziende “in rosso” (53 in
tutta italia) attuino piani di rientro attraverso il contenimento dei costi
raggiungendo la parità di bilancio.
Per
il raggiungimento dell’obiettivo il decreto fissa diversi parametri tra cui lo
scostamento tra costi e ricavi, dentro i
costi si prevede, tra gli altri, il costo del personale e tra i ricavi i ticket
e l’intramoenia. Si
interviene, al fine del contenimento dei costi, direttamente
sull’organizzazione dei servizi e del lavoro, indicando le modalità di
ottimizzazione dei ricavi attraverso ad esempio:
prolungamento di
aperture delle sale operatorie
prolungamento di
orari di aperture di ambulatori
accorpamento di
unità operative di degenza
E’
evidente nella lettura che ogni modifica strutturale dovrà essere accompagnata
dalla razionalizzazione dell’utilizzo di fattori produttivi, tra questi il
personale. I
piani di rientro dovranno contenere la quantificazione del personale che si
ricava sottraendo al fabbisogno, così come determinato dai processi di
accorpamento e di contenimento dei costi, le dotazioni attuali. Ciò
determinerà, in presenza di esuberi, il totale blocco del turn-over per ruolo
profilo e specialità e, nel contempo, la mobilità (trasferimenti interni nelle
singole unità operative), come definita dalle norme e dai contratti, e
successivamente la messa in mobilità obbligatoria ai sensi di legge (due anni
di mobilità retribuiti all’80% e poi il licenziamento). Qualora
il piano aziendale non venga approvato dalla Regione o se gli obiettivi non venissero
raggiunti il D.M. prevede l’automatica decadenza del Direttore Generale
dell’Azienda sanitaria. Risulta
evidente, come tra l’altro già evidenziato e denunciato in sede di commento
della legge di stabilità, che il Governo prosegue, nei confronti del tema
salute, con tagli e manovre ragionieristiche che prescindono totalmente dai
bisogni dei cittadini e dalle differenze regionali nel garantire il diritto
costituzionale alla salute e alle cure. Leggendo
insieme il decreto sui nuovi LEA e il D.M. appena pubblicato, risulta chiaro
che, le risorse insufficienti e gli effetti devastanti che deriveranno dai
piani di rientro aziendali non permetteranno l’uniformità e l’esigibilità dei
LEA ma solo operazioni di narrazione e di immagine. Riorganizzazione
e qualità dei servizi, organizzazione del lavoro, rispetto degli orari e dei
riposi, riconoscimento delle professionalità non si ottengono in modo
burocratico per decreto e senza investimenti, ma con la partecipazione delle
lavoratrici e dei lavoratori e delle loro rappresentanze: servono subito risorse
e contratto. Sarà
nostra cura monitorare su tutto il territorio nazionale le ricadute di tali
provvedimenti ed organizzare un momento di incontro per discutere insieme le
modalità di intervento e di contrasto verso politiche che riterremo dannose per
cittadini e lavoratori.
A
tal fine vi chiediamo di comunicarci le criticità regionali e le eventuali
ricadute sul personale.
FP
CGIL nazionale – Area Sanità e SSAEP
Francesca
De Rugeriis