Come FP CGIL abbiamo richiesto questa audizione in Commissione per poter rappresentare le nostre valutazioni in merito all’atto Senato 2068.
Il principio di base che ci muove nell’esame del provvedimento è quello di un sistema di protezione civile fondato sulla previsione e la prevenzione sul territorio, un sistema integrato che non solo coordini le diverse componenti ma anche determini le scelte che sono alla base della sua attività prima e durante le emergenze, le linee di indirizzo programmatico nelle attività di prevenzione, i rapporti con il mondo scientifico e le strutture di ricerca, le linee di programmazione economica per lo sviluppo delle politiche di sicurezza sul territorio.
Per questo richiediamo che su tutte le articolazioni dello Stato presenti nel territorio comunale, metropolitano, di area vasta e regionale ci sia una sovra ordinazione del potere elettivo come espressione di un sistema che risponda alla volontà popolare anche in materia di protezione civile. Un potere che necessita di una piena autonomia anche economica per l’esercizio delle responsabilità e dell’autorità.
In questo contesto chiediamo che all’interno del sistema di protezione civile venga rafforzato il ruolo dei vigili del fuoco come presidio territoriale non solo di soccorso urgente ma anche di sicurezza e prevenzione rafforzando, conseguentemente, la struttura tecnico scientifica del corpo. Riteniamo che il compito dei vigili del fuoco, oggi prevalentemente deputato a dirigere e svolgere l’opera di soccorso, debba essere anche quello di essere coinvolto in tutte le fasi del ciclo di preparazione del territorio e nelle fasi di redazione e approvazione dei piani territoriali e delle concessioni per i nuovi insediamenti o delocalizzazioni di strutture significative per la messa in sicurezza del territorio e della popolazione ben distinguendo il ruolo tecnico da quello politico.
Come Fp CGIL e Consulta Nazionale Protezione Civile sosteniamo una netta distinzione tra cittadino professionista e cittadino competente che ha deciso di scendere in campo e che costituisce un presidio democratico e partecipativo fondamentale, e ci opponiamo ad un Volontariato considerato alla stregua di surroga palese od occulta di forme regolari e regolamentate di occupazione, e all’utilizzo di questo come strumento di temporaneo o definitivo avviamento al lavoro e di un welfare affidato al privato e a forme di spontaneismo più o meno organizzato che sostituisca lo Stato.
Per questo chiediamo che all’interno dei decreti legislativi, una volta approvato questo DDL, venga definito un diverso approccio alla programmazione/pianificazione sulla base di principi di partecipazione attiva dei cittadini e di tutte le componenti e strutture del servizio di protezione civile promuovendo anche lo sviluppo di normative tecniche e garantendo nella programmazione i due ambiti di azione, quello della tutela e quello del soccorso e assistenza alla popolazione. Utile in questo senso che i Comuni vengano attivamente coinvolti nella progettazione e realizzazione degli interventi di prevenzione finanziati dall’unione europea e dallo stato italiano.
Inoltre, nell’ottica della prevenzione e della programmazione ordinaria in materia di protezione civile, che fin qui ci ha ispirato, riteniamo che, unitamente al piano di emergenza di cui alla legge 100/2012, vengano adottati i regolamenti comunali di protezione civile per costituire e disciplinare le attività in ordinario del servizio comunale di protezione civile, definendone gli obiettivi, gli organi e i relativi compiti e la conseguente delibera comunale per istituire il cosiddetto centro operativo comunale e per individuarne le funzioni e i responsabili.
Da ultimo, ai fini di quanto detto, riteniamo necessaria l’istituzione dei livelli minimi essenziali di protezione civile con la definizione dei fondi da destinare all’erogazione del servizio nazionale di protezione civile che dovranno avere carattere di continuità economica, certi e rinnovabili, rintracciabili nel loro utilizzo e destinati all’intero servizio nazionale.