CCNI 2015 per i Professionisti
Roma, 29/04/2016
Ieri
28 aprile è ripresa la trattativa per il rinnovo del CCNI per l’anno 2015 per i
Professionisti.
L’Amministrazione
ha riproposto lo stesso testo del 5 aprile, rispetto al quale era stata
modificata unicamente la tempistica delle verifiche della performance, con la
previsione di un correttivo in caso di scostamento negativo rispetto agli
obiettivi.
CGIL, CISL e UIL hanno deciso di non
sottoscrivere l’accordo ritenendo del tutto insufficiente la risposta
dell’Amministrazione, in particolare, sulla problematica della indennità di
funzione professionale.
Si ricorda che, in relazione alle
differenti dinamiche retributive di ente, detta indennità era stata determinata
in modo differente presso l’Inps e presso l’Inpdap, risultando più alta quella
in godimento presso l’ente oggi soppresso.
A far data dalla soppressione, l’indennità
è stata comunque corrisposta al personale proveniente dall’Inpdap per effetto
della clausola di salvaguardia inserita nei CCIE Inps fino a tutto il 2014.
Detta clausola prevedeva altresì la
conferma di questo ed altri istituti economici “fino al completamento del processo di integrazione” ed “a seguito di specifica rinegoziazione”.
Con l’Accordo di programma per il personale
dirigente, professionista e medico, relativo al triennio 2014/2016, le parti
avevano convenuto di “porre in essere
tutte le misure necessarie finalizzate all’acquisizione di risorse aggiuntive
per la contrattazione 2014, in relazione alla necessità di omogeneizzare ed
armonizzare il salario accessorio del personale professionista dell’Inps e
della gestione ex Inpdap”.
Completato il processo di integrazione
delle consulenze professionali nel luglio 2015, l’Amministrazione a far data
dal mese di ottobre 2015 ha sospeso unilateralmente la corresponsione della
indennità di funzione ai professionisti ex Inpdap, il cui importo è stato
ridotto a quello in godimento ai professionisti Inps.
Ciò ha comportato una diminuzione media
della retribuzione dei professionisti ex Inpdap di circa 1.000,00 Euro mensili
pro capite, provocando un evidente e grave disagio a detti dipendenti ed alle
loro famiglie.
Nel prosieguo della trattativa per il CCIE
2015, l’Amministrazione, dopo aver per mesi negato qualsiasi possibilità di
incremento di detta indennità, ha proposto infine un aumento, di circa 130 euro
lordi mensili, di gran lunga insufficiente ad assicurare ai professionisti ex
Inpdap la conservazione del proprio livello retributivo (la perdita si
assesterebbe intorno agli 800 euro mensili per tecnici ed avvocati ed ai 600
euro per gli attuari).
L’aumento proposto è altresì insufficiente
ad adeguare l’ammontare della indennità di funzione per i professionisti Inps,
peraltro immutata fin dalla sua introduzione nel 2007, alle mutate esigenze
organizzative ed alla accresciuta complessità dell’attività professionale.
Non abbiamo sottoscritto l’accordo
perché l’Amministrazione si è pregiudizialmente ed ostinatamente sottratta ad
ogni confronto in merito a pur possibili diverse modalità di distribuzione del
Fondo per la retribuzione accessoria.
Atteggiamento
che appare ancora più irragionevole se si considera che il Fondo vede
accrescere ancora, per i professionisti dell’Istituto, la parte variabile della
retribuzione a danno di quella fissa.
Il
tutto avviene alla vigilia di una tornata contrattuale nazionale che, alla luce
dell’accordo sui nuovi comparti, presenta gravi incognite per la categoria dei
professionisti.
Non possiamo che stigmatizzare una
simile scelta, che ha il solo risultato di mettere contro ancora una volta
vincitori e perdenti, senza farsi carico delle gravi difficoltà che derivano a
decine e decine di lavoratori ed alle loro famiglie.
FP CGIL/INPS
Oreste CIARROCCHI
CISL FP/INPS
Paolo SCILINGUO
UIL PA/INPS
Sergio CERVO