Giustizia: Lettera unitaria al Capo e Vice Capo Dipartimento dell’O.G.

24 Febbraio 2016

News

Lettera unitaria al Capo e Vice Capo Dipartimento dell'O.G.

 

 

Roma, 11 febbraio 2016

 

 

 

 

 

 

 

Dott. Antonio Mura

Capo Dipartimento
reggente dell’organizzazione giudiziaria

 

 

 

Dott.
Renato Romano

Vice Capo Dipartimento
dell’organizzazione giudiziaria

 

 

 

Il sindacato
confederale, nel 2013, riflettendo sulla disastrosa situazione della Giustizia,
determinata dalle scelte governative degli ultimi vent’anni, ha deciso di farsi
“parte diligente” elaborando un progetto organico di riforma, che alleghiamo.
Tale progetto, frutto di mesi di confronto e di sintesi delle diverse
posizioni, non è un semplice elenco di rivendicazioni, pur legittime, ma si
pone nell’ottica di coniugare la primaria esigenza di rendere al cittadino un
servizio efficiente e degno di un paese civile con le legittime esigenze degli
operatori del diritto ed in particolare del personale del Ministero della
Giustizia. Tale progetto, presentato al neo Ministro Orlando nel marzo del
2014, è stato recepito, sia pure in parte, nei provvedimenti normativi di
riforma, approvati o in via di approvazione, presentati dal Ministro Orlando.

 

E’ proprio nel
solco del processo riformatore avviato che vengono a svolgersi le attuali
relazioni sindacali nel Ministero della Giustizia ed in particolare
nell’organizzazione giudiziaria. Infatti, riforme quali l’introduzione del
processo civile telematico, l’istituzione dell’ufficio per il processo, e la
riorganizzazione del ministero devono esse accompagnate, pena il loro
fallimento, da una serie di misure, a partire dalla rivisitazione dei profili
professionali e delle rispettive declaratorie, che non possono prescindere dal
confronto serrato e fecondo con le parti sociali.

 

In relazione
all’ufficio per il processo, inoltre, ci risulta che al momento non ci sia un
vero progetto organizzativo ma un semplice utilizzo di ulteriore forza lavoro.
Su questo argomento richiamiamo l’attenzione nell’allegata piattaforma alle
proposte ispirate alle figure presenti negli altri ordinamenti Europei.

 

In vista della
elaborazione di un nuovo sistema di classificazione del personale giudiziario,
resa necessaria dalle riforme sopra indicate e che potrà essere realizzata
nell’ambito della contrattazione integrativa di ministero, vanno affrontate da
subito ed in via preliminare alcune questioni tra cui spiccano innanzitutto
quelle concernenti le progressioni professionali dei lavoratori e precisamente:
l’applicazione dell’art. 21 quater della legge 132/2015, siccome modificato
dalla legge di stabilità 2016 (tale norma riguarda il passaggio, secondo la
procedura del corso concorso di cui al CCNL 1998/2001, dei cancellieri e degli
ufficiali giudiziari rispettivamente nelle figure del funzionario giudiziario e
del funzionario NEP); l’estensione a tutte le altre figure professionali ex
B3  di tutti i Dipartimenti del Ministero
delle procedure previste dal menzionato art. 21 quater; il passaggio nell’area
seconda, figura professionale dell’operatore, degli ausiliari; le progressioni
per tutte le altre figure professionali anche mediante il rifinanziamento del
FUA.

 

Andrà inoltre
contestualmente aperto un tavolo per la discussione della revisione dei profili
professionali e del Contratto Integrativo di Ministero.

 

Occorre poi
affrontare la situazione degli uffici NEP. In particolare CGIL CISL e UIL
chiedono l’abrogazione della circolare del 30 ottobre 2012 sugli assetti
organizzativi degli uffici NEP. che ha interpretato unilateralmente ed in
maniera distorta le norme contrattuali.

 

Tale direttiva
è anacronistica e contrasta con le recenti riforme della L.162/14 e 132/15 del
processo di esecuzione, della notifica on line, del PCT e soprattutto dall’art.
21 quater della legge 132/2015 e va revocata da subito anche perché la stessa
ha riaperto un conflitto tra ufficiali giudiziari e funzionari NEP in merito
alla distribuzione delle tipologie di attività, delle zone da coprire e dei
carichi di lavoro, conflitto che a tutt’oggi non ha trovato ancora una
ragionevole e congrua soluzione.

 

Un’altra
questione non secondaria è quella legata alla politica degli organici.
L’ultradecennale blocco del turn over ha
determinato una crescente carenza di personale che col tempo si è trasformata
in una voragine solo in minima parte colmata dal personale proveniente da altre
pubbliche amministrazioni. Fermo restando la non esemplare gestione delle
procedure di mobilità esterna stride la circostanza che la organizzazione
giudiziaria assuma vincitori e idonei di concorsi banditi da altre pubbliche
amministrazioni e non assume gli ultimi idonei al concorso per dirigenti,
indetto dalla stessa organizzazione giudiziaria alcuni anni fa e la cui
graduatoria è ope legis ancora
aperta, nonché gli idonei delle graduatorie ancora valide di tutti i
Dipartimenti Occorre una inversione di rotta, innanzitutto nell’interesse del
buon funzionamento degli uffici giudiziari, la maggior parte dei quali è al
collasso, che passa attraverso una più oculata e attenta gestione delle
procedure di mobilità e della stessa direzione generale del personale e, a tal
proposito, si evidenzia la mancata comunicazione a fronte delle più volte
sollecitate richieste  da parte di CGIL,
CISL e UIL, delle piante organiche, suddivise per territorio, ufficio e
qualifiche del Personale Amministrativo relativamente alle effettive presenze e
alle vacanze

 

Inoltre occorre
dare completa attuazione all’accordo sui criteri di pagamento del FUA relativo
agli anni 2013/2014 e 2015 (quota fissa), attraverso la emanazione da parte
della Direzione Generale del bilancio e della contabilità della circolare sul
pagamento del cd fondo di sede, che deve essere contratto a livello decentrato,
ed iniziare la discussione sui criteri di pagamento del FUA per gli 2015 (quota
variabile) e 2016. La discussione del Fua 2016 infatti sarà particolarmente
importante per cominciare a dare risposte ai lavoratori in relazione alle
progressioni.

 

Da ultimo, ma
non certo per ordine di importanza, vi è la crisi delle relazioni sindacali
presso codesto dipartimento. Infatti le prerogative sindacali, a partire dal
diritto di informazione, sono costantemente violate. E’ necessario un rilancio
delle relazioni sindacali se si vuole veramente innovare la Giustizia perché le
riforme si realizzano con e non contro i lavoratori ed i loro rappresentanti.

 

Tanto premesso
CGIL CISL e UIL, che restano disponibili a fornire ogni ulteriore contributo ed
approfondimento, chiedono, considerata la rilevanza delle questioni sul
tappeto, l’apertura al più presto di un costruttivo confronto al fine di
concordare soluzioni che consentano di corroborare il processo riformatore
nell’interesse dell’amministrazione e dei lavoratori.

 

Distinti
saluti 

 

 

 

FP CGIL
Nicoletta Grieco

CISL FP
Eugenio Marra

UIL PA
Domenico Amoroso

   

 
 
 
 
 
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