MIBACT, no
dei sindacati all’ipotesi Soprintendenze
uniche
CGIL FP CISL FP UIL PA: basta riforme senza
investimenti, così si indebolisce
la tutela del territorio
Contrarietà nel metodo e nel
merito all’ipotesi di accorpare le diverse Soprintendenze del MIBACT,
unificando quelle archeologiche
con quelle alle Belle arti e al Paesaggio, è quanto hanno
espresso CGIL FP, CISL FP e UIL PA dopo l’incontro con il Ministro dei Beni
Culturali Franceschini, che ha illustrato un DM di prossima emanazione in
applicazione di quanto previsto nella Legge di stabilità 2016.
Nel metodo – spiegano i
rappresentanti sindacali – è l’ennesimo intervento a gamba tesa nel mezzo di
una riforma in corso che, peraltro, ha già palesato tutti i suoi limiti, senza
peraltro aver fornito alcun testo, che a seguito di nostre insistenze ci verrà
consegnato dopo l’illustrazione che effettuerà oggi pomeriggio al Consiglio
Superiore e domani presso le commissioni Parlamentari competenti. Si prospetta
un ulteriore intervento normativo senza aver prima risolto i molteplici
problemi organizzativi del MIBACT, a partire dalla carenza di personale in
particolare nei profili specialistici, e senza aver completato l’avvio dei
nuovi poli museali. Nel merito, il ministero dimentica che il punto di forza
cui è ancorata la sua funzione costituzionale, la tutela e salvaguardia del
patrimonio culturale e del paesaggio, passa attraverso le Soprintendenze.
L’intero territorio italiano è
cosparso di siti archeologici (132 aree archeologiche, 106 musei aperti al
pubblico, numerosi siti subacquei), di collezioni e monumenti sia pubblici che
privati, di cantieri di scavo e di restauro, cui si aggiungono i tantissimi
interventi di archeologia preventiva connessi alla realizzazione di servizi e
infrastrutture. La tutela architettonica e paesaggistica, storico-artistica,
etnoantropologica, archeologica, sono eccellenze italiane uniche in Europa. Ma
il numero di funzionari archeologi e professionisti della tutela chiamati a
presidiare e salvaguardare questo immenso patrimonio, contrastare le attività
illecite di scavo e traffico di oggetti antichi, e fare da argine al consumo
del territorio, è sempre più esiguo rispetto al fabbisogno.
Cittadini e istituzioni locali
devono comprendere che queste funzioni non possono esser messe a rischio, per
non dire soppresse, da quell’operazione di pura ragioneria che sarebbe la
fusione delle Soprintendenze in un ammasso indistinto. Purtroppo le
disposizioni della Legge Madia, assunte a modello di riferimento per accorpamenti
e riduzioni di uffici dirigenziali, nel caso delle Soprintendenze rischiano di
abbattersi come una mannaia sulle loro già esauste capacità operative.
Significa disarticolare e disperdere le professionalità altamente specializzate
di tanti funzionari e tecnici che oggi, pur in un contesto generale di
malfunzionamento, possono operare in ambiti lavorativi ben distinti e con
competenze definite. Abbiamo rappresentato inoltre che è sbagliato procedere ad
una ulteriore riorganizzazione senza porsi il problema di valorizzare il
personale in servizio e reperire risorse aggiuntive per finanziare
professionalità, formazione e produttività. Al riguardo, la risposta del
Ministro è stata insoddisfacente in quanto ha assunto un impegno generico, non
meglio specificato.
Non è al cambiamento che
diciamo no – puntualizzano i sindacati – ma al rischio di consegnare il
territorio agli interessi degli speculatori. Già oggi, tra grandi opere ed
espansione edilizia senza controllo, il consumo di suolo in Italia è di 8mq al
secondo, il triplo della media europea. È imperativo non depotenziare quei
presidi di base che sono le Soprintendenze; al contrario, bisogna mantenere in
capo ad esse la direzione tecnica e scientifica nell’articolazione attuale
storicamente collaudata, e dotarle di risorse da investire nel rafforzamento
delle competenze.
Roma, 18 gennaio
2016
FP CGIL CISL FP UIL PA
Meloni Volpato Feliciani