In allegato il testo della Circolare 257/2015 che in
sostanza si rimangia le disposizioni emanate con la Circolare n.242/2015 e
sospende tutte le disposizioni unilaterali emesse per regolamentare i servizi
minimi.
Sempre nel merito l’Amministrazione, sia pur adottando
formule vaghe e assolutorie, riconosce l’illegittimità di queste disposizioni
così come noi avevamo sempre fatto presente.
Non c’è motivo di soddisfazione per questa decisione, che
noi riteniamo fosse dovuta, quanto piuttosto l’amara constatazione su un
famigerato decreto che modifica la regolamentazione del diritto di sciopero, la
cui ingestibilità concreta sta producendo una serie di guasti e pericolosi
precedenti sulla regolamentazione di un diritto costituzionale della persona.
La Circolare 242 era uno di questi atti e noi siamo del tutto convinti che lo
stesso sia stato fortemente voluto dal Ministro in persona: averla ritirata e
sospesa è solo un atto di tardivo ripensamento conseguente, tra l’altro, alla
serie di diffide che sono partite a livello territoriale.
Adesso vedremo come interverrà la Commissione di Garanzia
con la regolamentazione provvisoria, ma certo la nostra battaglia non si
concluderà sin quando non emergerà il carattere fortemente anticostituzionale
di questa norma.
La conseguenza della Circolare 257 è che sono formalmente
sospese tutte le determinazioni unilaterali che molti solerti dirigenti hanno
emanato e che, in attesa della regolamentazione provvisoria, restano vigenti i
precedenti accordi sui presidi minimi. Vi invitiamo pertanto a vigilare sulla
formale sospensione di questi atti anche da parte dei dirigenti periferici.
Un episodio
mortificante.
Non abbiamo altri termini per definire quanto letto sulle
pagine di cronaca di questi giorni in relazione agli episodi accertati presso
il Museo delle Arti e Tradizioni Popolari e oggetto di indagine penale. Un
fatto mortificante perché questi episodi danneggiano l’immagine di tutti i
lavoratori del ministero e danno linfa a polemiche strumentali sui dipendenti
pubblici. Mortificanti perché rivelano un senso di irresponsabilità
sconcertante: se le ipotesi di reato saranno confermate siamo in presenza di
comportamenti penalmente rilevanti. Il reato previsto in questi casi è quello
di truffa ai danni dello Stato. Vale la pena ricordarlo, e non solo per la sua
valenza penale: siamo in presenza di comportamenti socialmente inaccettabili.
Noi naturalmente ci affidiamo alla giustizia, che accerterà
verità e responsabilità. Ma certo non
possiamo tollerare il verificarsi di questi episodi che rispondono alla
coscienza personale ed al senso di responsabilità sociale di ciascuno e non
trovano alcun riferimento nell’impegno sindacale che deve essere sempre
finalizzato alla tutela della dignità sociale del lavoro pubblico ed alla sua
funzione al servizio dei cittadini.
Roma, 11 gennaio 2016
Claudio Meloni
FP CGIL Nazionale MIBACT