RELAZIONE BRUXELLES (9 – 10 DICEMBRE 2015)
Nelle giornate del 9 e 10 dicembre 2015 si è tenuta, presso Husa Hotel President Park di Bruxelles, la conferenza organizzata e finanziata da Enprotex Association, la Network europea dei fornitori delle Pubbliche Amministrazioni nel campo degli indumenti di protezione.
Nel corso della conferenza sono stati presentati i risultati della ricerca, condotta con la collaborazione del Vigili del Fuoco di Bruxelles, sulle sostanze tossiche che si depositano sugli indumenti di protezione, sulle modalità di decontaminazione degli stessi e sulla pericolosità di queste sostanze per la salute dei Vigili del Fuoco.
Da questa ricerca sono emersi degli scenari impressionanti, infatti, si è potuto riscontare che un Dispositivo di Protezione Individuale, utilizzato in uno scenario emergenziale dove possono essere rilasciate sostanze tossiche e non decontaminato, rilascia, nelle giornate successive un quantitativo di tali sostanze pari al 40% di quello accumulato durante l’intervento.
Le sostanze potenzialmente pericolose per la salute sono tantissime e diverse per la loro potenziale pericolosità e il modo di contaminazione per il nostro organismo varia dall’inalazione, all’ingestione ed al contatto.
Sicuramente il pericolo maggiore è quello derivante dall’inalazione e questo è facilmente contrastabile attraverso l’utilizzo degli autorespiratori, però, i pericoli derivanti dal contatto e dall’ingestione possono essere abbattuti soltanto attraverso l’utilizzo di accorgimenti molto precisi e particolari da tenere nelle fasi immediatamente successive all’intervento.
Da qualche tempo nei Paesi del nord Europa (Regno Unito, Svezia, Norvegia, Danimarca, Belgio, Germania e Francia), viene posta una particolare attenzione nella decontaminazione di tutte le attrezzature utilizzate in uno scenario incidentale con rischio di rilascio di sostanze tossiche.
I loro nuovi mezzi di soccorso sono dotati di un’apposita stiva dove vengono collocati gli indumenti utilizzati durante l’intervento per evitare di contaminare la cabina e, per i vecchi mezzi nei quali non è disponibile la stiva, gli indumenti vengono prima bagnati per abbattere il maggior quantitativo possibile di sostanze pericolose, successivamente inseriti in appositi sacchi di plastica e, quindi, sistemati negli alloggiamenti dei materiali.
All’arrivo nella sede di servizio tutto ciò che è stato contaminato viene portato in un apposito edificio, separato, nel quale si procede al lavaggio ed alla decontaminazione dei DPI e dei materiali utilizzati.
In caso di incidenti particolarmente rilevanti vengono portati al seguito appositi container di decontaminazione (sul tipo dei nostri in dotazione NBCR) dove viene fatto passare tutto il personale coinvolto nello scenario di intervento.
Altra cosa estremamente importante e sulla quale viene prestata particolare attenzione è, al rientro in sede, l’immediata pulizia della persona, attraverso la doccia, per evitare la possibilità di contaminazione percutanea o per ingestione se si beve o si consumano alimenti.
Di tutto ciò nel Corpo Nazionale VV.F. non c’è traccia e se si considera che da ulteriori studi, ancora in fase di elaborazione, risulterebbe che l’aspettativa di vita pensionistica dei Vigili del Fuoco, rispetto a tutti gli altri lavoratori, si riduce del 50%, riteniamo opportuno che anche nel nostro Paese si apra finalmente una discussione su questo tema e si inizi un percorso di allineamento agli standard di sicurezza e salute già da anni in atto nell’Unione Europea.
Danilo Zuliani