MIBACT: il Governo vuole la rottura – pessimo esito dell’incontro con il Ministro

24 Luglio 2015

 

News

 
 
Comunicato
 
 

IL GOVERNO VUOLE LA ROTTURA: PESSIMO ESITO
DELL’INCONTRO CON IL MINISTRO

 

 

 

Dal comunicato stampa che vi alleghiamo risulta
evidente l’esito, assai deludente, dell’incontro con il Ministro. Che è stato
pessimo nella forma e nella sostanza: il Ministro ha dimostrato, come del resto
il Governo di cui fa parte, di non voler e sapere cogliere le opportunità che
derivano dal confronto con le parti sociali, assumendosi una bella
responsabilità di rottura con le Organizzazioni sindacali che responsabilmente
hanno finora condotto il confronto ai vari livelli, anche in relazione ad una
riforma che non ci è mai piaciuta e che adesso sta presentando il conto con il
caos generalizzato nei servizi e negli Uffici.

Noi abbiamo posto 4 quesiti in croce al Ministro
e abbiamo avuto risposte parziali e anche condite con una certa arroganza.

Il primo quesito lo abbiamo posto sul ddl di
riforma della PA e la famigerata norma che prevede la confluenza di tutto
l’apparato periferico dello stato negli Uffici territoriali dello stato diretti
da Prefetti.

Su questo la risposta è stata che quella è una norma che assegna
solo funzioni di coordinamento e non prevede invasioni di campo sulle
competenze specifiche del Ministero. Allora perché la norma parla di confluenza
e non di funzioni di coordinamento, assegnando peraltro al Prefetto poteri
sostitutivi nei confronti dei dirigenti delle altre amministrazioni? E non
basta l’approvazione di un ordine del giorno che impegna il governo a
salvaguardare il patrimonio culturale, ne abbiamo già visti di questi ordini
del giorno e la fine che hanno fatto, come ad esempio quello che impegnava il
governo a trovare soluzioni per la riapertura delle carriere dei lavoratori.

Sappiamo che ancora occorre attendere l’emanazione dei decreti legislativi che,
ricordiamolo, sono provvedimenti non più votati dal Parlamento, che equivale  a spingere le pecore a casa del lupo. Al
riguardo va denunciato questo tentativo di accentramento borbonico di funzioni
pubbliche e vi alleghiamo l’appello predisposto dall’associazione Bianchi
Bandinelli con preghiera di massima diffusione e condivisione
.

 Il secondo quesito riguarda il pagamento degli
arretrati sul FUA, su cui non abbiamo avuto nessuna risposta sugli impegni
assunti per garantire lo sblocco delle risorse. E riguarda un fatto ancora, se
possibile, più grave: ovvero l’intenzione del Governo, ormai accertata, di
operare dei tagli lineari sui FUA dei Ministeri tramite la legge di
assestamento di bilancio 2015. Insomma si predispone un taglio doloroso e
ulteriore ai salari dei lavoratori e l’unica risposta del Ministro è stata
imputarci la nostra rigidità sull’eventuale modifica dell’accordo nazionale che
consente l’apertura per 11 ore al giorni di tutti i siti statali. Mentre invece
ci ha paventato l’utilizzo di questo taglio per finanziare nuove assunzioni.
Insomma le nuove assunzioni dovrebbero essere pagate direttamente dai
lavoratori. Una vergogna inaccettabile che avrà le risposte che si merita: un
governo lontanissimo dai lavoratori che ancora oggi immagina soluzioni punitive
e mette a serio rischio i servizi in tutte le amministrazioni centrali e, nel
nostro caso, mette a serio rischio i programmi di valorizzazione del patrimonio
culturale.

Il terzo quesito riguarda la gestione della
riforma e il caos che ne è derivato. Anche in questo caso risposte vaghe, senza
nessun impegno diretto e nemmeno raccogliendo i segnali di disponibilità che
pure noi, con tutte le nostre perplessità, abbiamo sempre espresso sulla
necessità di governare un passaggio delicato che tanto sconcerto e confusione
sta determinando tra i lavoratori, anche per l’irresponsabilità gestionale che
ogni giorni di più stiamo verificando.

A questo punto non riteniamo che ci
siano più le condizioni per proseguire il confronto.

Il quarto quesito riguardava la programmazione
assunzionale, ovvero quanta disponibilità, sul budget assunzionale disponibile,
sarà  spesa per l’assorbimento del
personale delle province e quali sono i programmi assunzionali a breve e medio
periodo, con riferimento al necessario sblocco delle graduatorie interne dei
passaggi d’area e all’altrettanto necessario avvio di assunzioni finalizzate al
ricambio generazionale. In questo caso la risposta è stata sconcertante: per
quanto riguarda il personale delle province saranno assorbite le figure
professionali dei beni culturali, in particolare i funzionari archivisti a
seguito del trasferimento degli archivi storici delle province al ministero e
altre figure specialistiche di cui il numero non è dato sapere.

Lo sconcerto ci
è venuto quando il Ministro ci ha accusato di non volere le assunzioni in Ales,
quasi fosse colpa nostra il blocco del turn over. Insomma il Ministro sta
santificando il modello Pompei con le assunzioni in ALES che diventerà sempre più
il serbatoio occupazionale di riserva per il Ministero, con buona pace dei
pubblici concorsi.

In conclusione riteniamo che il Ministro abbia
espresso una precisa volontà di conflitto con le Organizzazioni sindacali,
volontà alla quale certo non ci sottrarremo, a partire dalla grande
mobilitazione di domani e dalle altre iniziative che proseguiranno nei prossimi
giorni e che a questo punto ci vedranno impegnati fortemente contro la volontà
di punire i lavoratori del Ministero, di colpire ancora una volta il salario,
di affossare gli accordi di produttività che tanto stanno rendendo in termini
di fruizione del patrimonio da parte dei cittadini.

Quanto al Ministro oggi ha perso una grande
occasione democratica di confronto e ha dimostrato di essere in buona compagnia
con coloro che vogliono affossare i diritti dei lavoratori. 
Roma, 23 luglio 2015

 

Claudio
Meloni

FP CGIL
Nazionale

 

 

 
 
 
 

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