Nella riunione di ieri è venuto al pettine il
nodo spinoso dei pagamenti ai lavoratori, le cui risorse sono ancora in
ostaggio dei vari organi di controllo. Il DG Bilancio ci ha comunicato che,
visti i tempi burocratici, loro non saranno in grado di poter procedere al
pagamento del FUA 2015 prima di settembre p.v. (se tutto va bene). Mentre per
il pagamento del 2014 residui occorre attendere che gli Uffici si degnino di
trasmettere i dati. Al riguardo il DG Bilancio ha dovuto inviare un’altra
circolare dopo quella di aprile per sollecitare gli Uffici, visto che mancavano
ben 7000 lavoratori. Allo stato, dopo questa sollecitazione, ancora mancano
all’appello i dati di 2000 lavoratori per cui vi invitiamo a verificare se i
vostri Uffici hanno ottemperato.
Resta l’inaccettabilità di questa situazione:
ogni anno siamo costretti a rincorrere UCB, MEF, Funzione Pubblica che si
prendono i tempi che vogliono e tendono a dilatare sempre i tempi di erogazione
del salario accessorio. Non basta al riguardo ricordarci che noi siamo l’unico
Ministero che paga il salario accessorio nell’anno di riferimento: lo siamo
perchè il salario accessorio ha nel MIBACT una concreta funzione di
riequilibratore salariale in quanto corrisponde retribuzioni effettivamente
rese e quantificabili. Ovvero i pagamenti si fanno sulla produttività reale e
non sugli schemini della performance. Quindi noi abbiamo chiesto l’intervento
immediato e diretto del Ministro presso i suoi omologhi di Mef e Funzione
Pubblica e stiamo concordando unitariamente l’avvio dello stato di agitazione
nazionale. In assenza di risposte immediate valuteremo le conseguenti
iniziative.
Accordo sulle relazioni sindacali
Sempre ieri abbiamo sottoscritto un protocollo
integrativo alle relazioni sindacali che riteniamo assai importante, perchè nei
fatti ripristina le agibilità sindacali in capo alle RSU e salvaguarda i
diritti delle OO.SS. Territoriali. In particolare ricordiamo la possibilità di
avviare confronti tecnici propedeutici all’interno dell’orario di lavoro,
corrispondenti a servizio effettivamente prestato, e la necessità che il
dirigenti motivi la convocazione delle riunioni ufficiali all’interno
dell’orario di lavoro. Le due previsioni, così combinate, consentono una
maggiore flessibilità nel sistema delle relazioni sindacali e inoltre
l’amministrazione si impegna a dotare, entro 90 giorni, gli Uffici sede di
contrattazione della strumentazione necessaria all’attivazione delle
videoconferenza, che può essere uno strumento molto utile negli Uffici
accorpati su base regionale, interregionale e interprovinciale. Nel documento
inoltre abbiamo rivisto il contratto integrativo nella parte che definisce la
titolarità degli Uffici nelle procedure di conciliazione, ovvero il
Segretariato Regionale, che sostituisce le ex Direzioni regionali, la
Soprintendenza archivistica nelle regioni dove non esiste il Segretariato e la
DG Musei per i Musei autonomi. Un accordo che riteniamo complessivamente
soddisfacente. In allegato vi inviamo il testo dell’accordo.
Una assemblea bella, partecipata e combattiva
Ieri abbiamo partecipato all’assemblea dei
lavoratori idonei alle riqualificazioni. La partecipazione numerosissima dei
lavoratori interessati, provenienti da ogni parte d’Italia, da sola rende
l’idea del successo dell’iniziativa. E rende anche l’idea della crisi
organizzativa strutturale del MIBACT, uno spaccato di una condizione
professionale penalizzante e che non vede risposte anche in questa delicata
fase di riorganizzazione, dalla quale emergono dati impressionanti circa l’età
media dei lavoratori, che comporterà, entro il 2020, l’uscita, solo per
pensionamenti di vecchiaia, di un terzo del personale con una incidenza
esponenziale nella terza area. Lo scorrimento delle graduatorie interne è pertanto
una risposta dovuta, e pertanto è positiva la confluenza nell’obiettivo delle
organizzazioni sindacali del ministero. Vogliamo però sottolineare che tale
aspetto non è l’unico che compone la questione occupazionale e professionale
del MIBACT, e pertanto la vertenza va condotta nell’ambito più generale della
richiesta di un piano occupazionale adeguato che consenta, agendo sulle leve
delle progressioni interne e sui processi occupazionali dall’esterno, di
recuperare il turn over e di garantire efficacia alle organizzazioni dei
servizi. Da questo punto di vista, attivare immediatamente le progressioni
interne consente, sia dall’area prima all’area seconda che dalle seconda alla
terza, di affrontare l’emergenza delle gravi carenze in terza area, liberare l’organico
dai vincoli derivanti dal soprannumero in prima area e programmare sulla base
del piano occupazionale anche il medio periodo, attivando quei concorsi esterni
che servono a reperire le professionalità necessarie, e non le figure spot, come i fantomatici direttori di
museo che si voleva istituire per decreto e reperire sul mercato internazionale
del lavoro. Scriviamo questo in dissenso con alcuni interventi che abbiamo
sentito ieri, per i quali occorre unicamente concentrare gli sforzi sugli
scorrimenti. È una posizione che riteniamo sbagliata e controproducente:
occorre inserire questa vertenza nell’ambito più generale sopra descritto,
altrimenti si resta chiusi in un recinto corporativo che, come si è verificato
in questi anni, rischia di rimanere sterile nei suoi effetti concreti e isolato
rispetto ad un contesto nel quale questa vertenza acquista significanza e
dignità in relazione, appunto, alla questione professionale. Detto questo noi
siamo assolutamente convinti che questa vertenza debba continuare anche con
iniziative di mobilitazione intelligenti, che diffondano la consapevolezza che
la soluzione di questo problema specifico è organica alla possibile soluzione
dei mali di cui soffre il ministero. Iniziative che naturalmente concorderemo
con i lavoratori interessati anche sulla base delle proposte che sono uscite
fuori dall’assemblea.
In conclusione l’assemblea ha approvato un
ordine del giorno che, corredato delle firme dei partecipanti, abbiamo
consegnato nella riunione di ieri al DG Angelini affinchè la consegnasse al
Ministro Franceschini, al quale ribadiamo l’invito a non sottovalutare queste
istanze e al confronto sulle politiche occupazionali, utile, secondo noi, anche
ad evitare errori clamorosi come quello, per fortuna rientrato, che abbiamo
segnalato rispetto alla vicende del D.L. Enti locali.
Infine ancora nessuna novità sulla questione dei
comandati, il DG ci ha rinviato alla riunione di oggi del Consiglio dei
Ministri, ove sembrerebbe che il problema verrà affrontato. Vedremo.
Concludiamo informandovi che lunedì e martedì
avremo le prime riunioni di commissione tecnica sugli organici e sulla mobilità
volontaria e sollecitando al riguardo l’invio delle osservazioni seguendo le
modalità che abbiamo indicato nelle note inviate nei giorni scorsi.
FPCGIL MIBACT
Claudio
Meloni