DIFESA: Quali prospettive per i lavoratori del Ministero della Difesa

04 Febbraio 2015

 

News

 
Il lavoro pubblico è tema centrale anche alla Difesa, le proposte della FP CGIL
 


 

         Votare le liste della Fp Cgil, significa agire per fermare le conseguenze generate dall’opera di destrutturazione della pubblica amministrazione, del lavoro pubblico e dei servizi resi alla cittadinanza, e rispondere alla guerra dichiarata alle rappresentanze sindacali dei lavoratori, considerate un nemico da sconfiggere.
         La drastica e continua riduzione degli stanziamenti economici destinati al funzionamento dei servizi pubblici operata negli anni attraverso le leggi di stabilità fin qui licenziate dal Parlamento, il blocco del turn over del personale e il mancato rinnovo del contratto di lavoro scaduto da ben 6 anni, la brutale messa in discussione dei diritti contrattuali e del sistema di garanzie proprio dei rapporti di lavoro pubblici, associata alle limitazioni introdotte al sistema delle relazioni sindacali, oltre a colpire il mondo del lavoro pubblico incidono pesantemente pure sulla qualità e sulla quantità dei servizi resi alla cittadinanza.
Il tutto sminuendo l’importante funzione sociale del lavoro pubblico e facendolo percepire alla collettività come causa del dissesto economico del Paese.
         L’ennesima riforma della Pubblica Amministrazione, la cosiddetta riforma Madia, rischia  di riportare il lavoro pubblico indietro di 30 anni: le incursioni legislative nel rapporto di pubblico impiego frenano l’autonomia negoziale togliendo al C.C.N.L. il ruolo  regolatore del rapporto di lavoro. Una presunta innovazione che si configura come l’ennesimo attacco ai diritti dei lavoratori, minacciati di trasferimento coatto, demansionamento e possibilità di licenziamento in seguito alla riorganizzazione e alla soppressione degli Enti pubblici.
         Sono scelte che la Fp Cgil ha sempre contrastato e che continua a combattere, anche da sola, con i mezzi resi disponibili al sindacato, ma anche e soprattutto attraverso il coinvolgimento spontaneo delle lavoratrici e dei lavoratori che hanno partecipato alle grandi manifestazioni tenute in ogni piazza d’Italia – compreso lo sciopero generale del 12 Dicembre scorso che ne è forse la prova più significativa – che hanno coinvolto milioni di persone e dimostrato al governo quanto sia profondo ed intimamente avvertito il malessere dei lavoratori e sbagliate le idee del governo in tema di lavoro, pubblico e privato.
         E allora, l’unico concreto strumento di democrazia rimasto ancora intatto per i lavoratori che continuano a credere nell’esercizio del proprio diritto al voto e a guardare alla rappresentatività nel lavoro pubblico come a una conquista irrinunciabile, è proprio l’elezione delle RSU e l’importante appuntamento, del 3,4 e 5 marzo.
Un appuntamento cui non si può e non si deve mancare, per ricostruire un sistema di relazioni sindacali funzionale alla salvaguardia dei diritti e della dignità dei lavoratori, rivendicare con forza il rinnovo del contratto collettivo nazionale e recuperare quei diritti e quelle tutele, in ogni luogo di lavoro con la contrattazione, in grado di garantire anche trasparenza delle procedure troppo spesso unilateralmente decise, anche nell’attribuzione delle residue risorse rese ancora disponibili al dicastero, alle lavoratrici e lavoratori della Difesa.
         In questo compromesso quadro generale il Ministero della Difesa, che per le sue competenze e peculiarità si trova al centro di interessi e strategie sociali, economiche e finanziarie anche di natura privatistica sia a livello nazionale che internazionale, corre il rischio di pagare un prezzo troppo alto ai sacrifici imposti dalla “Spendindg review” con la riorganizzazione dei propri assetti, determinando ricadute che rischiano di riverberarsi sul rilancio dell’azione industriale e amministrativa, sulla giusta e indispensabile valorizzazione delle professionalità civili e, più in generale, sulle condizioni di lavoro del personale dipendente.
         La contrattazione integrativa di posto di lavoro, di cui sempre più devono essere protagoniste le RSU, dovrà interpretare al meglio i bisogni dei lavoratori, contrastando con forza l’idea di assoluta discrezionalità sui processi lavorativi affidata al dirigente di turno, per il riconoscimento e la piena valorizzazione del fondamentale capitale professionale che le lavoratrici e i lavoratori sono in grado di apportare al funzionamento del Ministero della Difesa e delle sue strutture territoriali, anche di area industriale, per giungere alla definizione di una politica sindacale orientata a garantire la piena esigibilità dei diritti individuali delle lavoratrici e dei lavoratori e gli strumenti necessari a sostenere le sfide che si presenteranno o che saranno presto oggetto di confronto, ma anche per fare in modo che i temi afferenti la sicurezza sul lavoro, l’igiene e il benessere organizzativo delle persone che operano nel Ministero della Difesa, come pure il miglioramento della loro stessa mobilità non siano argomenti spesso considerati come fastidiose ed irrealizzabili richieste da archiviare, bensì come temi di interesse comune da avanzare al tavolo di discussione per la loro concreta definizione.
 

LA FP CGIL REPUTA INDISPENSABILE INVITARTI AL VOTO:
 

–    Perché ridare forza alla RSU nella negoziazione e nelle contrattazione significa tutelare i diritti e i bisogni delle lavoratrici e dei lavoratori in ogni posto di lavoro; 
–    Perché è indispensabile rivendicare con più forza il rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro scaduto da ben 6 anni;
–    Perché attraverso l’utilizzo delle risorse finanziarie rese disponibili al FUA 2014 sia anche possibile completare le progressioni economiche iniziate col FUA 2010 anche per i restanti 7.000 lavoratori della difesa;
–    Perché rivendicare e ottenere in maniera definitiva la distinzione delle funzioni di competenza del personale civile da quelle proprie del personale militare è un impegno cui non intendiamo sottrarci;
–    Perché dopo aver ottenuto lo sblocco delle assunzioni con lo svincolo dei vecchi concorsi e l’apertura ad un piano di assunzioni destinato ai più giovani, diventa indispensabile vigilare affinché sia finalmente perseguito il pieno e non più ulteriormente rinviabile recupero dell’efficienza dell’Area industriale della difesa; 
–    Perché riteniamo improcrastinabile definire quanto prima politiche e soluzioni per il personale militare dichiarato inidoneo che ancora oggi transita in maniera quasi incontrollata nei ruoli del personale civile sottraendo posti e funzioni alle lavoratrici e ai lavoratori della Difesa; 
–    Perché continuiamo a ritenere indispensabile la partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori alle scelte che riguardano i processi organizzativi e lavorativi di ogni singolo posto di lavoro, anche ai fini dell’indispensabile valorizzazione delle professionalità civili e del pieno riconoscimento del loro ruolo all’interno del Ministero della Difesa; 
–    Perché pensiamo che re internalizzare il lavoro e i servizi significa anche contribuire ad una reale ed efficace riorganizzazione funzionale del Ministero, indispensabile a riordinare i compiti e le funzioni del personale, riconoscendo competenze e professionalità e guardando ben oltre la semplice  applicazione di un sistema di valutazione introdotto per legge che, a nostro giudizio, non ha alcuna ragione di esistere e che metteremo in discussione;
–   Perché reputiamo che rilanciare le attività formative nel Ministero della Difesa sia fondamentale, affinché siano finalizzate alla valorizzazione del patrimonio professionale interno e considerate strumento di crescita improntata al costante adeguamento alle innovazioni organizzative e normative in atto, ma anche a quelle future, garantendo pari opportunità di accesso.
 
Se condividi queste ragioni, il 3/5 Marzo vota FP CGIL


         Roma, 3 Febbraio 2015
 
                    Il Coordinatore Nazionale Fp Cgil
                             Ministero Difesa
                            Francesco Quinti

 
 
 

 
 
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