COMUNICATO
Come è, ormai, noto, il Governo con l’approvazione della Legge di Stabilità 2015 ha operato un drastico taglio al Fondo, destinato per l’attività ispettiva e di revisione, svolta dal Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE), per la vigilanza sul sistema cooperativo. Sono stati stanziati un milione di euro, circa un decimo del reale fabbisogno. La prima conseguenza è stata la sospensione di tutti gli incarichi di revisione assegnati, ma non ancora avviati, e di quelli futuri. Praticamente l’attività è stata bloccata.
Ma al di là delle cifre, per spiegare e comprendere, sotto tutti i punti di vista l’inopportunità di questo provvedimento occorre fare qualche precisazione.
Forse, non tutti sanno, che le cooperative sono l’unico modello d’impresa previsto dal Codice Civile per il quale sono previsti controlli esterni sulla gestione, di natura amministrativa.
Questi controlli sono svolti dalle Associazioni Nazionali di Rappresentanza, sulle cooperative ad esse aderenti, mentre più della metà del totale, circa 48.000 cooperative, sono controllate dal MiSE.
La motivazione originaria, per cui il legislatore ha introdotto tali controlli aggiuntivi, riguardava l’esigenza di verificare il mantenimento dei requisiti di mutualità ai quali la legge collega politiche di agevolazione riservate alle società cooperative. Il Ministero quindi svolge un controllo, attraverso la verifica della mutualità, che accerta se la cooperativa è, effettivamente, una cooperativa!
Tale compito è esplicitato dall’art. 45 della Costituzione che riconosce la funzione sociale della cooperazione deputando al “controllo” la salvaguardia del suo carattere mutualistico e delle sue finalità non speculative.
Attualmente le cooperative pagano (per essere controllate) un contributo biennale di revisione la cui misura è definita tramite un Decreto del Ministro dello Sviluppo Economico (emanato negli anni dispari). Di conseguenza si determina un introito nelle casse dello Stato con un andamento altalenante. In effetti, se nell’anno dispari, tutte le cooperative “precise” versano il contributo (determinando la maggioranza delle entrate, circa 20 Ml nel 2013), nell’anno pari il restante gettito (circa 5 Ml nel 2014) è si determinato dalle cooperative “ritardatarie”, ma la gran parte è da imputare all’azione di controllo, effettuata in fase di revisione, in cui si “diffida” la cooperativa a pagare i contributi non versati.
Di conseguenza il mancato controllo determinerà, forse, il proliferare di cooperative “spurie”, ma di sicuro, un minor introito.
Inoltre, ci saranno degli effetti indotti e indirettamente generati dal blocco delle revisioni da parte del Ministero.
Si accrescerà la già evidente sperequazione di trattamento, in tema di controlli, tra le cooperative aderenti alle Associazioni e quelle, non più, controllate dal Ministero con una presumibile migrazione, in termini numerici, da una parte all’altra. Così le verifiche saranno effettuate solo dalla Associazioni, che di fatto diventeranno controllori di se stesse, depurando il Ministero, lo Stato, da un ruolo, da una funzione dettata dalla Costituzione!
Sarà evidente la controtendenza dei provvedimenti presi, rispetto ai recenti fatti di cronaca in cui alcune coop risultavano implicate in un sistema corrotto di appalti, che imporrebbe, invece, scelte rivolte a maggiori controlli e a non rinunciare alla lotta alla illegalità e alle mafie.
Sarà, infine, difficile non pensare, che tutto ciò, porterà riflessioni e ripercussioni, anche tra il Sistema Cooperativo e quello della PMI, introducendo, di fatto, una distorsione nel Mercato.
CGIL FP Nazionale CGIL FP Nazionale
Coordinamento Nazionale Mise Luciano Boldorini