Roma, 4 novembre 2014
Care compagne e cari compagni
La manifestazione nazionale unitaria dell’otto novembre è il grande appuntamento di lotta per i lavoratori pubblici. I temi della vertenza nazionale unitaria sono noti e riguardano la questione salariale, che vede la prosecuzione del blocco dei rinnovi contrattuali anche per il 2015, e l’inarrestabile spirale di tagli ai servizi pubblici, che comporta anche per l’anno prossimo tagli e riduzioni ai servizi essenziali, come scuola, sanità e, appunto, cultura. Nella lettera della nostra Segretaria Nazionale Rossana Dettori ai lavoratori nostri iscritti vengono puntualmente elencate le ragioni della nostra protesta e l’insoddisfazione profonda per scelte politiche tutte indirizzate alla compressione dei servizi pubblici e per le conseguenze che tali scelte causano ai cittadini, tramite l’aumento della tassazione indiretta e l’aggravio dei costi per le prestazioni indispensabili, ed ai lavoratori, che vivono una situazione che appare di inarrestabile declino dei cicli lavorativi.
La questione del MIBACT sta tutta all’interno di questa situazione generale: ormai da 15 anni assistiamo a politiche che hanno ridotto del 60% il bilancio del ministero, di almeno un quarto le sue previsioni occupazionali ed hanno causato una situazione di progressivo invecchiamento e riduzione dell’organico di ruolo e senza alcuna soluzione delle annose questioni professionali esistenti. Nel disegno di legge stabilità per il 2015 vi è la previsione di ulteriori tagli alle spese di investimento e di ordinario funzionamento pari a 21 milioni e mezzo di euro, al momento non è prevedibile alcun processo occupazionale significativo, abbiamo una struttura organizzativa assai indebolita che si appresta ad affrontare una riforma dai risvolti organizzativi complessi, partita anch’essa dai tagli esiziali dalla cosiddetta spending review.
Abbiamo mille ragioni per essere in piazza quel giorno, la prima è la difesa della dignità dei lavoratori pubblici, ancora oggi offesa da una denigrazione continuata, e non ci manca certo l’orgoglio di rappresentare lavoratori che, nei beni culturali, hanno dato tanto in termini di produttività e di senso etico del proprio lavoro.
Il lavoro nei beni culturali è oggi più che mai una questione nazionale per le stesse prospettive di sviluppo del nostro paese, la sua mortificazione è il segno forte del declino e dell’incapacità che la politica sta dimostrando rispetto alle concrete possibilità di miglioramento ed alle opportunità di crescita che solo la ripresa dell’intervento pubblico può garantire.
Per questo l’otto novembre sarà una piazza per i beni culturali, unitaria e inclusiva, e per questo è importante una presenza visibile e numerosa dei lavoratori. La piazza è importante, lo ha dimostrato il 25 ottobre e la vostra presenza sarà un elemento fondamentale che ci consentirà di affrontare con coraggio e determinazione le difficili fasi del confronto che ci attendono.
Vi aspettiamo tutti!
Cari saluti
Claudio Meloni
FP CGIL Nazionale MIBAC