Roma, 13 ottobre 2014
TANTO TUONO’ CHE PIOVVE
Giovedì 9 ottobre al Centro Educazione Motoria di Roma c’è stata un’ispezione congiunta dei carabinieri dei NAS e dell’Ispettorato del Lavoro.
Questo fatto gravissimo, indipendentemente dalla vicenda giudiziaria che potrà seguirne, è il risultato di una gestione senza criterio da noi più volte e con forza denunciata.
Da alcuni mesi il CEM è una struttura della ASL RMD – che ha nominato un suo Direttore Sanitario – e si avvale per lo sviluppo delle attività del Centro di personale fornito dal Comitato Provinciale. Il Comitato Provinciale (da gennaio diventato privato) a sua volta si avvale del personale tecnico e amministrativo fornito dal Comitato Regionale CRI, distaccato presso il CEM. Detto personale, in effetti, è il personale che da sempre assolve la funzione di sviluppare le attività assistenziali e riabilitative del CEM, che proseguono con la nuova gestione.
La nuova gestione ha introdotto una prassi che sta producendo continue disfunzioni, consistenti nel ricorso a comunicazioni verbali in forma di definizione e riorganizzazione del servizio e degli incarichi, cui non fa seguito nessuna ratifica in forma scritta.
Questa circostanza sta determinando l’impossibilità di stabilire responsabilità e valutazioni di appropriatezza delle decisioni tecniche, di incarico e d’impiego del personale ed è causa di una significativa riduzione delle possibilità di coordinamento della struttura e delle modalità dell’assistenza psico-sanitaria.
Si determinano frequentemente, per assenza di disposizioni scritte, problemi mai emersi in precedenza, quali ad esempio la non definizione degli standard minimi assistenziali, dei carichi di lavoro per gli Operatori in turno e delle relative procedure per l’accudimento degli assistiti.
Il modello operativo su cui si è sviluppato il CEM è progressivamente demolito senza che sia prodotto un nuovo quadro di riferimento definito.
Per le attività routinarie assistenziali del CEM è necessaria la compilazione di una carta del servizio non sommaria e generica ma accurata e dettagliata, quale quella già in vigore e ora abrogata unilateralmente dalla Direzione Sanitaria del Provinciale CRI.
Al momento la Direzione Sanitaria ASL non interviene sul merito tecnico e la Direttore Sanitaria Provinciale CRI non dirime le questioni concernenti l’impiego del personale.
Quindi rimane irrisolto il tema centrale della Direzione Tecnico-Sanitaria del CEM, e della denominazione tecnica relativa al tipo di struttura e al tipo di attività da svolgere.
In questo paradossale vuoto di competenza dell’attuale gestione il servizio continua a essere svolto grazie agli atti di responsabilità personale dei lavoratori per 80% precari il cui contratto è arbitrariamente rinnovato mese per mese.
Ci dispiace sempre dire “lo avevamo detto”.
è una frase che nel momento stesso che è pronunciata implica una sconfitta di chi la dice.
La CGIL non ha mai smesso di denunciare lo scadimento progressivo del servizio dal punto di vista gestionale.
Ci ricordiamo tutti delle parole pronunciate da chiunque sia intervenuto, sull’eccellenza del servizio erogato dagli operatori del CEM.
Quando dico a tutti, mi riferisco in ordine, ai responsabili del Ministero della Salute, al Presidente della Regione che ne ha fatto in campagna elettorale una promessa non mantenuta come un qualsiasi politico, al Presidente della CRI che in diverse iniziative da noi prese ha sempre portato il CEM come esempio, ai vari esperti dell’ASL ed ha tutti quelli che sono intervenuti (politici, consiglieri, ecc.).
Il risultato è stato che i NAS sono intervenuti sulla gestione del CEM.
Non sappiamo né chi li ha chiamati né perché sono venuti, ma una cosa è certa che “lo avevamo detto”.
Lo denunciavamo da tempo nei diversi tavoli sindacali che il CEM era abbandonato a se stesso e che si correvano rischi sia legali, per chi non gestiva con i corretti protocolli, che dal punto di vista sanitario per gli utenti penalizzati da una gestione che definire incompetente è un complimento.
Comunque possiamo capire che quando sei assunto per conoscenza e non per scienza e non sai cosa fare e non sai cosa dire e non hai la minima idea di come si gestisce, non dico un centro di educazione motoria ma neanche un ambulatorio, è meglio non lasciare niente di scritto perché se dovessero venire, per esempio i NAS, è meglio che non trovino prove dell’inettitudine di chi gestisce.
Adesso però ci dovete fare i conti e noi saremo presenti.
Il Coordinatore Nazionale CGIL FP CRI
Pietro Cocco