Roma, 6 ottobre 2014
Nelle ultime due settimane ben due decreti hanno animato la quotidianità dei dipendenti del MEF, ossia il D.M. di riorganizzazione degli uffici e il decreto appena firmato relativo alle somme riscosse dal contributo unificato.
All’interno del primo decreto, oltre ad una ridefinizione degli uffici centrali emerge la conferma, entro il prossimo 31 gennaio, della chiusura di dieci sedi territoriali della Ragioneria dello Stato.
La nostra posizione sul punto è stata chiara fin dall’inizio: abbiamo cercato di opporci a questo provvedimento, chiedendo, in forma unitaria, che rimanesse aperto sul territorio quanto meno un presidio che potesse sia garantire la presenza dello Stato sul territorio, sia fornire un servizio all’utenza, magari evitando ai colleghi di queste sedi spostamenti di decine di chilometri. Abbiamo quindi richiesto che i dipendenti delle strutture in chiusura possano essere riallocati sia, in base a richieste volontarie, in altre strutture pubbliche, sia nelle Commissioni tributarie, all’interno dello stesso MEF, sia negli uffici delle Agenzie fiscali.
Riteniamo e chiediamo che l’Amministrazione possa muoversi con tale strategia, mostrando un’attenzione, a suo tempo già riscontrata, con l’esodo volontario del personale ex DTEF.
E’ urgente che a tali proposte venga dato un rapido riscontro
Abbiamo infatti insistito recentemente (12 settembre) nella richiesta unitaria di un tavolo che potesse rassicurare i dipendenti di queste sedi.
Forse l’Amministrazione è alla ricerca di indicazioni politiche che possano finalmente risolvere la situazione, ma certo è che di giorno in giorno aumenta la preoccupazione tra i lavoratori interessati.
L’altro decreto, quello sul contributo unificato, che riguarda fondamentalmente il personale delle Commissioni Tributarie, assegna una quota di quanto incassato al personale degli uffici cosiddetti “virtuosi”. Augurandoci di essere chiamati al più presto al tavolo delle trattative per poter individuare i criteri della ripartizione, ci auguriamo che il confronto relativo alla distribuzione di questi proventi possa testimoniare di un’equa attenzione a tutto il personale che si impegna direttamente ed indirettamente al raggiungimento di risultati significativi, riuscendo anche a diversificare i compensi proporzionalmente ai carichi di lavoro sostenuti.
Vogliamo in conclusione richiamare l’attenzione dell’Amministrazione, sia pensando agli argomenti cui sopra abbiamo accennato, sia ricordando il tragico episodio che, in sede centrale, ha colpito un giovane, capace dirigente, sulle politiche e le strategie che auspicheremmo fossero rivolte ai dipendenti.
Forse è giunto il momento di convogliare rinnovate energie verso l’organizzazione del lavoro, riferendosi con maggiore puntualità alla formazione, alla distribuzione dei carichi di lavoro e a quello che, con un termine ormai desueto, veniva chiamato “benessere lavorativo”.
Considerato infatti che il lavoro coinvolge la maggior parte del nostro “tempo attivo”, quest’ultimo non è concepibile come coesistenza di monadi, ma deve organizzare al meglio e favorire la coesistenza di tanti singoli individui all’interno di una comunità lavorativa.
FP CGIL NAZ. FP CGIL LOMBARDIA FP CGIL NAZ.
L.Boldorini A.Fimiani D.Nola