Agenzia delle Entrate – Riunione del 30 luglio. Piani aziendali

31 Luglio 2014

Riunione del 30 luglio. Piani aziendali

Il confronto  sul  piano aziendale  e i relativi obiettivi assegnati  dovrebbe  essere  per l’ Agenzia  delle  Entrate  il punto più alto nella dialettica  tra l’Amministrazione e le OO.SS,    il momento  in cui  si discute di scelte strategiche, di   piani di lavoro, di  impiego ottimale delle professionalità presenti in Agenzia. 
 
E’ ovvio che discutere di tutto questo quando la maggior parte degli obiettivi assegnati  agli uffici è  in avanzato stato di realizzazione svilisce l’importanza del confronto, trasforma l’incontro in un rituale di cui si perde  il significato. Sappiamo  che il ritardo di quest’anno  è stato sicuramente  causato  dal cambio del Direttore dell’Agenzia, ma purtroppo  lo stesso ritardo  si è   verificata anche negli anni passati.  
 
Dopo l’illustrazione del piano non abbiamo potuto fare altro che prendere atto  delle scelte effettuate e degli obiettivi individuati.     I dati  illustrati, a nostro avviso,   evidenziano la difficoltà, stante la normativa in vigore,  di condurre   una vera lotta all’evasione fiscale, infatti in presenza di 180 miliardi di  imposte evase,  porsi come obiettivo la riscossione di   circa il 5% o fissare al 2,3% l’indice di copertura della platea,  ovvero il numero di  accertamenti rapportato al numero delle dichiarazioni, rivelano la necessità di un  cambio di strategia, l’ esigenza di introdurre  strumenti normativi e tecnici finalizzati alla prevenzione dei fenomeni evasi:  l’utilizzo del  POS, da rendere obbligatorio,   è sicuramente uno di questi strumenti.
 
Abbiamo evidenziato come il piano aziendale sia  completamente avulso dalla realtà organizzativa che vede l’Agenzia impegnata  a chiudere uffici  territoriali e team di controllo   e contestualmente assegnare  obiettivi sempre più sfidanti.   La chiusura degli uffici limita  fortemente le azioni di contrasto, facendo venire meno l’effetto deterrente che tali azioni hanno sui contribuenti/ evasori.
 
Quello illustrato  è  un piano aziendale di transizione, che dovrebbe chiudere la  stagione della  lotta all’evasione fiscale condotta in questi anni, incapace di consolidare gli importi recuperati,  creando una situazione in cui   l’accertamento è visto dall’evasore   come un rischio da correre:  il rischio di subire un controllo ogni vent’anni. Certamente gli attacchi mediatici di questi giorni contro i lavoratori del fisco, accusati di   perseguitare i contribuenti per ottenere dall’Agenzia, ad obiettivo raggiunto,  il salario di produttività (come avviene in qualunque azienda), sono il tentativo di bloccare il cambio di rotta annunciato con la legge  delega sul fisco, di bloccare norme che renderanno  più complicato evadere.
 
Il salario accessorio si lega agli obiettivi di convenzione (il gettito e il numero di accertamenti sono solo alcuni dei parametri stabiliti dal Ministero dell’Economia), non è un bonus, come qualcuno ha strumentalmente sostenuto, causa di vere e proprie aggressioni  fiscali. Dicesi “controlli” non aggressioni o persecuzioni, eseguiti nel pieno rispetto delle norme e in applicazione dello Statuto del Contribuente. O si vuole dare a intendere che l’evasione fiscale è sempre altrove?
 
Quanto accaduto è il segnale di uno scontro che si sta aprendo nel nostro paese: chi ha evaso in questi anni vuole continuare a evadere e non vuole contribuire al risanamento del paese. L’esito di questo scontro deciderà le condizioni economiche e sociali  del paese e della sua tenuta democratica. Non accetteremo di passare per aggressori
 
Roma 31/07/2014                                                                                         
 

                                                     FP CGIL Nazionale
                                                Comparto Agenzie Fiscali
                                                    Luciano Boldorini


 
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