Roma, 24 luglio 2014
Care compagne e cari compagni,
abbiamo sottoscritto ieri il protocollo di intesa sulle relazioni sindacali che integra il CCIM .
Noi riteniamo questo accordo importante per diversi motivi che proviamo ad elencare:
il primo è che l’accordo ribadisce l’importanza e la funzionalità del sistema di relazioni sindacali che ha caratterizzato la vita di questa Amministrazione negli ultimi 15 anni. Una dichiarazione di principio che noi pensiamo sia significativa proprio in relazione agli attacchi continuati ed irresponsabili di chi (MEF e Funzione Pubblica in primis) ha cercato in tutti i modi di disapplicare un contratto integrativo il cui rendimento sul piano della produttività è assolutamente incomparabile con altri.
Il secondo è che l’accordo non consentirà a nessun dirigente, d’ora in avanti, di chiudersi nel recinto ideologico della legge Brunetta e giustificare con questo il rifiuto al confronto con le Organizzazioni Sindacali e le RSU. Questo non sarà più possibile per tutti gli atti organizzativi che hanno riflesso sul rapporto di lavoro, e il protocollo al riguardo definisce anche una tempistica precisa sulle modalità di confronto tra le parti. Quindi questo protocollo sterilizza, sia pure in parte, gli effetti deleteri di una normativa autoritaria ed inefficace, e consente alle rappresentanze dei lavoratori di intervenire con maggiore efficacia su tutti i processi organizzativi che riguardano i rapporti di lavoro.
Il terzo è che l’accordo stabilisce una volta per tutte la convocazione delle riunioni fuori dall’orario di lavoro, ribadendo l’eccezionalità della evenienza riguardante le convocazioni all’interno dell’orario di lavoro. In tale contesto abbiamo cercato, non senza fatica considerata la normativa estremamente penalizzante, di garantire un minimo di agibilità in più ai nostri rappresentanti in sede locale, tramite la previsione di confronti tecnici propedeutici all’accordo, da ritenersi fuori dalle procedura di convocazione ufficiale delle riunioni, e la considerazione dei tempi di percorrenza per coloro che hanno sedi diverse da quelle in cui si fa la riunione.
Il quarto è che l’Amministrazione si impegna a fasi di verifica sull’andamento del sistema di relazioni sindacali a tutti i livelli e nelle fasi di composizione dei conflitti.
Infine si definisce un impegno ad affrontare in modo più sistematico la contrattazione sulla dirigenza, finora legata a sviluppi quasi occasionali.
Noi non crediamo che questo accordo possa rappresentare un viatico definitivo alle controriforme brunettiane o che possa rappresentare di per sé la soluzione ai numerosi problemi di relazioni sindacali che riscontriamo a tutti i livelli. E sappiamo benissimo che una battaglia si fa per ottenere gli accordo e un’altra si deve fare per farlo applicare correttamente. Tutto questo però non toglie nulla alla sua importanza, anche simbolica, in riferimento alla valenza anche generale che può avere la riaffermazione della validità di un sistema relazionale messo profondamente in discussione dalla stretta autoritaria sul pubblico impiego. E che ci consente di proseguire la nostra battaglia in difesa della democrazia nei luoghi di lavoro e della dignità dei nostri lavoratori, troppo spesso denigrati e disprezzati da polemiche strumentali e ormai del tutto trite.
In allegato il protocollo di intesa
Claudio Meloni
FPCGIL Nazionale MIBAC