MIBACT-Pompei: ennesimo attacco del Ministro alle rappresentanze sindacali

24 Giugno 2014

 

News

 
IL MINISTRO E POMPEI

 
 Abbiamo assistito ieri all’ennesimo attacco del Ministro alle rappresentanze sindacali, attacco che ha preso spunto da una iniziativa che non esitiamo a definire sbagliata e scellerata, quale è stata quella di indire una serie di assemblee continuative per protestare contro alcune situazioni oggettivamente inammissibili. Lo ripetiamo: le giuste ragioni dei lavoratori non bastano a giustificare forme di agitazione che utilizzano in modo improprio diritti fondamentali, quali quello di assemblea. Pertanto accogliamo con sollievo e favore la decisione delle altre OO.SS. di interrompere l’agitazione e di riaprire il confronto con il Soprintendente Osanna, al quale diamo atto di agire con senso di responsabilità e moderazione.
Confronto al quale noi cercheremo di dare una risposta costruttiva e tendente ad affrontare alcune problematiche delicate e cercare di risolverle nei limiti delle possibilità.
 P
er tornare alle dichiarazioni del Ministro, non possiamo che ricordare a tutti che i beni culturali sono già identificati come servizi pubblici essenziali ed anche in caso di assemblea valgono le regole che concernono la regolamentazione dello sciopero nei servizi pubblici. Pertanto non si comprende cosa si voglia introdurre di diverso da una regolamentanzione che già contempera ampiamente il diritto costituzionale sindacale e le esigenze dei cittadini. La materia è, come potete immaginare, di estrema delicatezza e intacca una normativa generale e non una regolamentazione specifica.
Non vorremmo, però, che questa improvvida iniziativa di altre OO.SS. sia un’altra volta, come nel caso del Colosseo, utilizzata per nascondere abilmente la polvere sotto il tappeto e deviare l’attenzione dell’opinione pubblica dal vero problema di Pompei, ovvero il fallimento in serie di tutte le iniziative che dovevano condurre alla realizzazione nei tempi previsti del cosiddetto Grande Progetto. Allo stato molto difficilmente si riuscirà a rispettare il termine del 2015 e si sta già pensando di chiedere una deroga all’Europa: una probabile pessima figura sul piano planetario, dalla quale certamente non  ci si salva con un Ufficio Stampa assai efficiente. Se si pensa alla miriade di provvedimenti normativi che hanno attraversato il declino di questo incredibile sito ed al fatto che alla fine si è tornati, con il D.L. 83 ad una gestione di fatto commissariata del progetto con deroghe macroscopiche al Codice degli appalti, allora si comprende quali sono i veri problemi.
Ma oggi va di moda attaccare i lavoratori ed i loro rappresentanti ed in questo non possiamo non notare la virulenza degli attacchi ai lavoratori della vigilanza, quasi da farci pensare che si alimenti un vero e proprio pregiudizio sociale nei loro confronti. Salvo poi lamentarsi, alla prima occasione della carenza di personale. Andrebbe fatta operazione di verità: questi lavoratori, come anche tutti gli altri, sono ridotti ai minimi termini per la copertura dei servizi. Quindi casomai dovremmo pensare a serie politiche occupazionali, magari senza distogliere questi lavoratori, come è avvenuto sempre, dai loro compiti per affidarne altri, profittando del loro livello di scolarizzazione, in genere alto soprattutto nelle ultime tornate di assunzioni. Politiche occupazionali e di identificazione dei corretti fabbisogni professionali, non le pezze a colori degli stages o dei rapporti precari strutturali agli under 29.
 L’altro aspetto che si tende ad ignorare, è che tutta la politica di valorizzazione si regge su accordi di produttività, veri e propri accordi sindacali che sono serviti e servono a garantire l’offerta dei servizi ai cittadini. Persino il programma di valorizzazione, che il Ministro ha trionfalmente annunciato, è figlio di un accordo con il sindacato. Anche se, ribadiamo, il progetto di prolungamento orario ci è sembrato e ci sembra sbagliato, in quanto aumenta l’offerta in siti che non ne hanno bisogno ed ampiamente oltre il limite delle loro possibilità organizzative.

 Al Ministro, infine, ricordiamo che è in atto un confronto serrato che finora ha portato dei risultati, grazie al senso di responsabilità che da parte nostra non è mai venuto meno, anche in presenza di dichiarazioni non condivisibili.
Responsabilità che certo non verrà meno, a maggior ragione quando si pensa di attivare conflitti esiziali in modo strumentale: noi certo abbiamo a cuore la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale. 
 
 Roma, 24 giugno 2014 
 

Claudio Meloni
FP CGIL Nazionale MIBACT
 

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