Il protocollo di intesa stipulato il 23 aprile apre, dopo mille rinvii, la stagione del confronto sui grandi temi del Ministero. Per tale motivo, e non solo, va registrato positivamente. Il protocollo prevede la calendarizzazione fino a luglio dei tavoli tematici su organici, relazioni sindacali e riorganizzazione del ministero. In tali contesti saranno affrontate tutte le tematiche che riguardano questi argomenti e sarà una occasione opportuna per verificare fino in fondo la volontà delle nostre controparti di affrontare e possibilmente risolvere tutte le note problematiche che affliggono la nostra lista della spesa. Che sono note e riguardano sia gli interessi dei lavoratori, a partire da quella del riconoscimento professionale, che quelli dei cittadini, interessati ad avere un ministero che funziona e non il desolante panorama che ancora oggi abbiamo dinnanzi.
Quindi il Protocollo è un semplice strumento che dovrà essere utilizzato al meglio per non disperdere questa occasione.
L’impegno assunto dall’Amministrazione con questo accordo non è l’unico motivo di soddisfazione: la messa in disponibilità di 3 milioni di euro del capitolo extra fua per le iniziative di valorizzazione del patrimonio è un fatto concreto che noi riteniamo una autentica vittoria sui tagliatori di bilancio. Voi sapete che avevamo mille contrarietà a finanziare le aperture straordinarie con i fondi FUA e con tale posizione siamo entrati sul confronto per l’apertura del primo maggio. La soluzione trovata permette di neutralizzare l’effetto di spesa sul fua delle aperture straordinarie e di recuperare un milione e mezzo di euro surlpus (l’accordo sul primo maggio costa 1.400.000 euro).
Adesso verificheremo anche i singoli programmi di valorizzazione: non ci convince più di tanto la logica delle mere aperture spot. A nostro avviso occorre produrre uno sforzo diffuso per diffondere la conoscenza del nostro patrimonio e del lavoro che si fa per tutelarlo e valorizzarlo. Quindi anche iniziative che mettano in evidenza lo sforzo complessivo di tutti i cicli lavorativi. Per fare un esempio non ci convince la semplice apertura delle Biblioteche e degli Archivi annessi ai monumenti per il primo maggio. Riteniamo che iniziative di valorizzazione dello specifico patrimonio librario ed archivistico debbano contenere attività che accompagnino le aperture straordinarie e che valorizzino la potenziale grande funzione sociale di questi luoghi della cultura. Altrimenti l’attrattività di questi luoghi rimane zero. E lo stesso ragionamento può interessare tutti i cicli di tutela. Vedremo.
L’audizione del Ministro Franceschini.
Abbiamo seguito con interesse l’audizione del Ministro davanti alla Commissione Cultura della Camera. Franceschini ha avuto un approccio pragmatico e del tutto contestualizzato alla fase economica che stiamo attraversando. Rinviando ad una fase 2 la programmazione più ad ampio respiro. Un approccio apprezzabile negli intenti e concreto nella individuazione dei problemi. Nel merito ci pare di aver colto alcuni passi indietro rispetto alle conclusioni della Commissione Bray sulla riforma, in particolare per quello che riguarda l’individuazione di Direzioni Generali tematiche e non specialistiche, ipotesi non condivisa dall’attuale ministro, e per la previsione, ancora allo studio, di re-istituzione delle Soprintendenze miste, che non era prevista nelle proposte della Commissione. Quindi avremo una fase in cui l’apparato organizzativo si adeguerà con un DM ai tagli spending review ed una fase successiva in cui si affronteranno in maniera sistematica le grandi questioni organizzative, alcune delle quali, come la famosa querelle sulle competenze ed il ruolo delle direzioni regionali, accennate nel suo intervento in modo promettente rispetto allo squilibrio attualmente esistente. Per quanto riguarda le competenze citiamo solo l’attenzione dedicata al contemporaneo: ci pare positiva l’individuazione del settore come strategico per le politiche culturali, vedremo in quali forme organizzative si tradurrà.
Naturalmente su questi temi e quelli che riguardano il personale avremo modo di confrontarci sui tavoli programmati, in questa sede ci preme sottolineare che noi, inveterati sindacalisti, consideriamo positivo un approccio concreto a patto che si leghi ad un progetto strategico di medio-lungo periodo perchè questo è quello che è chiamata a fare la politica e perchè i problemi del ministero non si risolvono con interventi palliativi o con la rincorsa continua alle emergenze. Far diventare il MIBACT uno dei ministeri più importanti è, considerato lo stato pietoso in cui versa e la considerazione di cui gode, una ambizione legittima e auspicabile. Per perseguirla non basta la buona volontà, occorrono risorse, investimenti, chiarezza di obiettivi e strumentazione adeguata. Su questo il ministro ha chiesto di essere giudicato e su questo lo giudicheremo.
Roma, 28 maggio 2014
Claudio Meloni
FPCGIL Nazionale MIBAC