Lo scorso 4 aprile ha rappresentato una giornata importante di mobilitazione, infatti la nostra iniziativa ha prodotto l’impegno del ministro ad un incontro con le OO.SS. e la vicenda ormai a tutti nota di un ministero che riesce a contraddirsi sullo stesso argomento nello spazio di un batter di ciglia dimostrando che è maturo il tempo dell’assunzione di responsabilità che da tempo reclamiamo.
Per il momento dal ministero non sono giunte convocazioni, siamo certi che il ministro Lorenzin non vorrà perdere la faccia e perciò rimaniamo fiduciosi, nonostante il nostro atteggiamento propositivo comunque nei prossimi giorni appronteremo le procedure necessarie per la proclamazione di uno sciopero nazionale dei lavoratori e delle lavoratrici della Croce Rossa. La riforma per essere tale non può e non deve essere finanziata con il salario e i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici. Vogliamo la salvaguardia dei posti di lavoro, la salvaguardia del reddito, la certezza per i precari.
Non vogliamo che Croce Rossa diventi il primo caso Electrolux nel pubblico impiego.
Dopo la manifestazione del 4 Aprile, dopo l’impegno del ministro e alla grottesca vicenda delle due lettere fra loro in contraddizione, il TAR del Lazio si è pronunciato su un ricorso proposto dal presidente del comitato provinciale di Caserta, statuendo in via provvisoria che le procedure per la privatizzazione dei comitati locali e provinciali dovevano avvenire a partire dal 1 gennaio 2015, come prescritto dalla legge, con tutte le conseguenze del caso anche in materia di rapporti di lavoro stipulati e in via di stipula.
Il punto è il seguente: l’ordinanza del TAR Lazio può essere superata soltanto da un pronunciamento contrario del Consiglio di Stato e fino a quel pronunciamento, se ci sarà, tutta la Croce Rossa sia a livello centrale che a livello periferico è e sarà obbligata a rispettare l’ordinanza.
A questo punto ricapitoliamo: per le convenzioni ancora in vigore non c’è nessuna ragione per aderire alle richieste dei presidenti di passare al contratto ANPAS: era vero prima dell’ordinanza del TAR è ancora più vero ora. Non c’era ragione per cedere a un ricatto odioso, ora, in attesa della convocazione da parte del ministro e con l’ordinanza del TAR è ancora più vero. Il nostro sostegno alle lavoratrici e ai lavoratori è quindi fondato anche sulle norme oggi vigenti.
Stiamo predisponendo a livello unitario ulteriori iniziative di mobilitazione e all’occorrenza legali.
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Funzione Pubblica CGIL
Per la Segreteria Nazionale Salvatore Chiaramonte |