Roma, 5 marzo 2012
Al Ministro per la Pubblica amministrazione e semplificazione
Cons. Filippo Patroni Griffi
Al Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca
Prof. Francesco Profumo
Egregio Ministro,
la “Nota preliminare” al bilancio di previsione 2012, da poco pubblicata sul sito di DigitPA, offre un quadro eloquente del degrado non solo finanziario in cui versa il nostro ente. Sin dalle prime pagine vi si legge di una “complessità di contesto, saldata a una carenza di visione strategica”, di uno “scenario in cui mancano le coordinate di riferimento”, addirittura di “difficoltà nell’esecuzione di precise direttive impartite”, con espliciti riferimenti al vertice attualmente in carica e alle strutture amministrative.
Il processo di riordino dell’ente avviato dal D. Lgs. 177/2009 si prolunga ormai da 26 mesi senza avere condotto all’approvazione né del primo piano triennale, né del primo bilancio, né del nuovo assetto organizzativo. Questo ritardo è tanto più intollerabile se si considera che DigitPA ha ereditato dal CNIPA e dall’AIPA una condizione abnorme di indeterminatezza istituzionale e di conseguente precarietà organizzativa che dura da più di quindici anni.
La generale incertezza circa gli obiettivi, i ruoli e gli incarichi, complice l’assenza di provvedimenti organizzativi anche urgenti, non può che ostacolare lo svolgimento di qualsiasi attività, dalla fase di proposta alla definizione degli obiettivi, al reperimento delle risorse umane e finanziarie, al coordinamento tra gli uffici, alla verifica dei risultati.
Non sorprende quindi che in DigitPA coesistano “dipendenti con differenti regimi di inquadramento e retributivi e con differenti posizioni giuridiche”, oppure che una struttura che ha perso in due anni il 70% dei dirigenti e il 20% dei non dirigenti conviva con un elevato numero di collaboratori a progetto, assunti per coprire i vuoti creati da una politica di riduzione dei costi che ha puntato soprattutto a sfoltire il personale. Né sorprende che, nonostante tutto ciò, dopo oltre quindici anni di storia l’ente continui ancora ad assumere dirigenti esclusivamente per chiamata diretta, rafforzando di anno in anno quella cultura organizzativa miope e disfunzionale che ha moltiplicato la frustrazione e la demotivazione del personale.
In definitiva, desideriamo sottolineare i cinque mali cronici di cui DigitPA continua a soffrire:
1. una macrostruttura organizzativa ricalcata in modo miope sui testi normativi, senza riguardo per l’efficenza, l’efficacia e l’economicità;
2. una totale assenza di attenzione per il personale, schiacciato da una generale gestione di tipo clientelare, dall’assunzione diretta di tutti i dirigenti e dalla mancata immissione in ruolo di gran parte del personale in evidente contrasto con il quadro normativo dell’ente;
3. una prassi organizzativa rigida, involuta, totalmente cartacea in stridente contrasto con gli obiettivi di innovazione di cui l’ente dovrebbe essere ispiratore e strumento;
4. una mancanza di visione a cui dei vertici costosi e non presenti cercano di supplire con l’accumulazione di progetti sconnessi e dispendiosi, per lo più ereditati dal passato;
5. una pervicace separazione tra i programmi di eGovernment nazionali e la prospettiva europea, citata in termini di contesto di riferimento ma nei fatti privata dell’attenzione strategica, degli strumenti e delle risorse necessarie per la sua attuazione.
Siamo convinti che sin dall’inizio del suo incarico lo stato precario di DigitPA e le azioni necessarie a renderlo uno strumento efficace di innovazione siano state al centro della sua attenzione. Le chiediamo però di intervenire presto, con efficacia e decisione, per dotare DigitPA e il suo personale di quegli standard di visione, strategia, managerialità ed organizzazione di cui hanno diritto, puntando subito sul completamento del riordino dell’ente oggi sotto la sua vigilanza, nel pieno rispetto del CCNL vigente.
Per tutto quanto sopra evidenziato, le chiediamo un incontro urgente.
Distinti saluti,
p. la Segreteria Fp Cgil
Salvatore Chiaramonte