Sicurezza/Polizia Penitenziaria – Al Capo del DAP sul benessere del personale di Polizia Penitenziaria e sull’utilizzo dello strumento disciplinare

20 Dicembre 2013

Al Capo del DAP sul benessere del personale di Polizia Penitenziaria e sull'utilizzo dello strumento disciplinare

Roma, 19 dicembre 2013
 
Al Capo del Dipartimento A.P.
Pres. Giovanni Tamburino
e, p.c.
Al Vice Capo Vicario del Dap
Dr. Luigi Pagano
 
Al Direttore generale del Personale
e della Formazione
Dr. Riccardo Turrini Vita
 
 Al Direttore dell’Ufficio Relazioni Sindacali
Dr.ssa Pierina Conte
R  o  m  a
                                                          
Alle Segreterie regionali e territoriali FP CGIL
 
Ai Delegati ed iscritti Fp Cgil
Polizia Penitenziaria

 
 

 Oggetto: benessere del personale di Polizia Penitenziaria ed utilizzo dello strumento disciplinare.
 
            Egregio Presidente,
           
            come Lei certo saprà, la situazione lavorativa che i Poliziotti Penitenziari vivono negli istituti del nostro Paese si sta facendo sempre più drammatica con il passare del tempo.
 
            Lavorare in reparti detentivi sovraffollati e garantire l’esecuzione del mandato istituzionale diventa sempre più difficile. La tensione che si deve gestire aumenta costantemente, gli eventi critici si moltiplicano e le aggressioni nei confronti dei Poliziotti sono ormai all’ordine del giorno. Senza dimenticare che tutto questo avviene mentre si opera sotto organico – mancano 8000 unità rispetto alla pianta organica complessiva, emanata nel 2013 – , con turni di servizio massacranti ed in strutture fatiscenti, dove la normativa sulla sicurezza sul posto di lavoro è perennemente disattesa.
 
            Come se non bastasse, a peggiorare una situazione già di suo intollerabile, si aggiungono le pessime notizie che riguardano il fronte contrattuale. I Poliziotti di cui parliamo sono costretti a subire il blocco del contratto collettivo nazionale di lavoro, del turn over, delle risorse che servirebbero ad incrementare il fondo perequativo 2013 – ricordiamo che l’assegno una tantum è ancora fermo al 16,60% – e non ricevono alcun segnale sull’avvio della previdenza complementare.
 
            In un clima del genere l’Amministrazione dovrebbe porre la massima attenzione al benessere del personale di Polizia Penitenziaria, nel tentativo di monitorare ed attenuare, nei limiti del possibile, tutti quei fenomeni stressogeni che si possono manifestare in un contesto lavorativo come quello sopra descritto.
 
            Da questo punto di vista le notizie che giungono dagli istituti penitenziari ci parlano di poche rare eccellenze in cui sono stati messi in atto interventi tangibili, atti a migliorare il benessere organizzativo, e di molte realtà in cui, di contro, nulla si è fatto in merito e si ricorre sempre più spesso all’utilizzo dello strumento disciplinare come mezzo di ritorsione nei confronti dei Poliziotti Penitenziari.
 
            Considerata l’emergenza che stiamo vivendo, la FP CGIL chiede un Suo immediato intervento teso a richiamare tutti i Provveditori ed i Direttori degli istituti penitenziari ad un utilizzo corretto dello strumento disciplinare e ad intensificare le iniziative tese a migliorare il benessere organizzativo dei Poliziotti Penitenziari. Contemporaneamente, preso atto dell’inadeguatezza di quanto fatto fino ad oggi in materia di prevenzione dello stress da lavoro-correlato, di istituire nuove forme di counseling più vicine al personale e nuove figure professionali in grado di dirimere i conflitti relazionali che si possono instaurare negli istituti penitenziari.
 

            Si resta in attesa di un cortese celere riscontro.
 

             Distinti saluti.
            
 

                                                     Il Coordinatore Nazionale FP CGIL
                                                                 Polizia Penitenziaria
                                                                 Massimiliano Prestini
 


 
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