Lo stato di attuazione del 178/2012 deve essere aggiornato alla luce delle novità intervenute in sede di conversione del decreto sul pubblico impiego.
Infatti come si è successivamente dimostrato nell’audizione presso la commissione affari sociali della camera del 4 novembre scorso, nulla era stato approntato riguardo alla sorte del personale a tempo determinato e a tempo indeterminato.
Il 178/2012 risulta ora essere modificato in questo senso:
1. I comitati locali e provinciali a partire dal 1 gennaio 2014 diventano associazioni di diritto privato
2. il comitato centrale e quelli regionali rimangono pubblici
3. tutte gli adempimenti istituzionali e relativi al personale vengono spostati avanti di un anno con la seguente formulazione: le parole « 1o gennaio 2014», ovunque ricorrano, sono sostituite dalle seguenti: « 1o gennaio 2015»; le parole: « 31 dicembre 2015», ovunque ricorrano, sono sostituite dalle seguenti: « 31 dicembre 2016»; le parole: « 31 dicembre 2013», ovunque ricorrano, sono sostituite dalle seguenti: « 31 dicembre 2014»; le parole: « 1o gennaio 2016», ovunque ricorrano, sono sostituite dalle seguenti: « 1o gennaio 2017».
Giudichiamo positivamente le modifiche approvate perchè di fronte al sostanziale immobilismo dei soggetti preposti si sono aggiunte garanzie per tutti i lavoratori e le lavoratrici sia a tempo determinato che a tempo indeterminato. Infatti la privatizzazione dei comitati locali e provinciali prevede la possibilità in capo al singolo lavoratore a tempo indeterminato di effettuare una triplice opzione: 1) verso un altro ente pubblico, 2) verso la parte della CRI rimasta pubblica, 3) di rimanere presso il comitato provinciale o locale in cui opera. E’ chiaro che questa formulazione non è esaustiva di tutti i problemi però almeno segna un punto: i lavoratori possono esercitare un’opzione. Si tratterà ora di verificare con l’amministrazione la nuova situazione, anche dal punto di vista organizzativo, fermo restando che per noi i lavoratori e le lavoratrici che scegliessero di optare per i comitati regionali o quello centrale, devono rimanere in servizio nel luogo in cui oggi operano.
Per le lavoratrici e i lavoratori a tempo determinato, stante l’attesa per molti di loro della decisione dei giudici che ne stabilizzi il rapporto di lavoro come stabilito dalla sentenza della Corte di Cassazione a sezioni unite, si è prorogata di un anno la condizione contenuta nel decreto di riordino. Dal nostro punto di vista, per i lavoratori a tempo determinato si proroga di un anno, fino al 31/12/2014 il contratto di lavoro in essere, la lettera e lo spirito della norma è chiaro.
Le novità apportate al 178 tuttavia non sono certamente esaustive delle nostre richieste, vogliamo il riordino della CRI non la nascita di un mostro che continui a produrre precariato a mezzo convenzioni al massimo ribasso. Vogliamo che sia data piena attuazione alla previsione della legge istitutiva del SSN. Vogliamo, in ogni caso, per tutti i lavoratori impiegati l’opportunità concreta e non soltanto teorica di scegliere se rimanere nel settore pubblico attraverso una cabina di regia con le amministrazioni interessate. La nostra iniziativa certamente non si fermerà.
Roma, 7 novembre 2013
Per FP CGIL Funzioni Centrali
Cosimo Arnone