Sicurezza/Polizia Penitenziaria – News Fp Cgil del 28 ottobre 2013.

28 Ottobre 2013

News Fp Cgil del 28 ottobre 2013.

MASSAMA – TROVATA COCAINA NEL NUOVO CARCERE
Sabato scorso nel corso di un’operazione coordinata dal comandante del reparto e dall’ispettore dell’ufficio di comando di Massama uno dei cani del Reparto cinofili di Macomer della Polizia Penitenziaria ha fiutato le tracce della sostanza stupefacente sul lavabo di uno dei bagni ai quali hanno accesso i familiari dei detenuti.
Gli agenti che hanno seguito il cane hanno rilevato questa sostanza bianca che con successive analisi tecniche hanno classificato e dichiarato come positiva alla cocaina. Nei locali del bagno è stata rinvenuta anche una bustina trasparente con chiusura ermetica e un ovulo in lattice con residui di cocaina. Secondo le prime indagini, a liberarsi della droga potrebbe esser stato un familiare di qualche detenuto che aveva notato la presenza dei cani.
 
Bomba-carta dentro al carcere, un ‘saluto’ agli anarchici Gai e Cospito
I due sono nel carcere ferrarese da qualche mese: il 30 ottobre a Genova il processo in rito abbreviato per l’attentato contro l’ad di Ansaldo Nucleare Adinolfi nel 2012
Un’esplosione contenuta e nessun danno, ma il “messaggio” è di quelli ad alta tensione: una bomba carta gettata di notte all’interno del carcere cittadino. Secondo gli inquirenti è una sorta di ‘arrivederci a presto’, perché  il piccolo ordigno è esploso proprio davanti alle celle della sezione ‘anarchici’ dove si trovano Nicola Gai e Alfredo Cospito, i componenti del Nucleo ‘Olga’ della Fai-Fri che il 7 maggio 2012 a Genova gambizzarono l’ad di Ansaldo Nucleare Adinolfi. Potrebbe essere il ‘saluto anarchico’ ai due che il 30 ottobre affrontano a Genova il processo in rito abbreviato per quell’attentato.
Cospito e Gai, che vennero fermati al termine di una intensa indagine di Ros e Digos pochi mesi dopo l’agguato, sono reclusi a Ferrara da qualche mese. Dopo la detenzione nel carcere di Genova Marassi prima e di Alessandria poi ne e’ stato disposto il trasferimento nella sezione ‘anarchici’ del carcere emiliano.
Accusati di attentato con finalita’ di terrorismo, lesioni aggravate con finalita’ di terrorismo e porto abusivo d’arma da fuoco, Cospito e Gai hanno sempre rivendicato la loro appartenenza alla galassia internazionale anarchica informale e sui siti anarchici e’ forte la solidarieta’ per i due ‘compagni’ del Nucleo Olga.
Il Nucleo, che siglo’ il documento di rivendicazione dell’attentato a Adinolfi, e’ stato creato subito dopo quel fatto in solidarieta’ con la detenzione di una leader delle Cellule di fuoco greche, Olga Ekononomidou e farebbe parte di una cellula piu’ ampia che, secondo gli inquirenti, sarebbe responsabile di numerosi attentati in Italia e all’estero.
I due anarchici sono attesi a Genova, dove arriveranno di primo mattino, il 30 ottobre per affrontare il processo in rito abbreviato davanti al gup Magrini. I difensori hanno chiesto e ottenuto che l’udienza sia pubblica e, secondo quanto appreso, dovrebbe essere letto in aula un documento politico. Intanto sulla rete anarchica si e’ scatenata la solidarieta’ che portera’ anche a un presidio davanti al tribunale, ovviamente blindato.
 
Cucchi, i pm appellano la sentenza: «Medici e infermieri lo abbandonarono»
 I pm che hanno indagato sulla morte di Stefano Cucchi, il geometra morto quattro anni fa durante il ricovero all’ospedale Pertini di Roma e una settimana dopo il suo arresto per droga hanno proposto appello contro la sentenza con cui la III Corte d’assise nel giugno scorso ha condannato per omicidio colposo (e non per abbandono d’incapace come chiesto) cinque dei sei medici imputati (un sesto medico fu condannato per falso ideologico), e assolto tre infermieri e tre agenti della Polizia penitenziaria.
Nell’atto d’appello (che si aggiunge a quello delle parti civili che, dopo l’accordo ospedale-famiglia per il risarcimento dei danni, hanno contestato solo la sentenza assolutoria per gli agenti) si contesta punto per punto il giudizio di primo grado, chiedendone la totale riforma. Partendo dalle dichiarazioni di un supertestimone Samura Yaya, un detenuto del Gambia (che disse di aver visto e sentito il ‘pestaggiò di Cucchi nelle celle di Piazzale Clodio, ma che è stato ritenuto inattendibile dalla Corte), i pm ritengono le conclusioni dei giudici «non condivisibili». «Tutte le testimonianze raccolte, a differenza di quanto sostenuto dalla Corte – si legge nell’appello – confermano quanto riferito dal Samura in ordine al comportamento degli agenti che in seguito alle insistenti richieste del Cucchi lo colpivano con una spinta e dei calci, in modo da farlo cadere a terra e procurargli le lesioni che ne hanno determinato il ricovero». Un ‘passaggio’ importante, poi, è quello intitolato: «I tentativi di far ricadere la responsabilità sui carabinieri». «Nel corso dell’istruttoria dibattimentale – scrivono i pm – è stato offerto alla Corte la possibilità di capire come il riferimento al fatto che Cucchi avesse subito lesioni ad opera di non meglio identificati o identificabili carabinieri, facesse parte del tentativo di allargare la cerchia dei colpevoli da un lato, e difendere o escludere la responsabilità degli agenti dall’altro».
E, «tra le numerose persone escusse in udienza, quelle che riferiscono di avere appreso da Cucchi che erano stati i carabinieri ad averlo percosso sono sempre state smentite o comunque non confermate dai riscontri effettuati. Del resto non risulta nemmeno che gli imputati, agenti della Polizia penitenziaria che avevano preso in consegna dai carabinieri il detenuto, abbiano sentito l’esigenza, per esimersi da eventuali responsabilità, di sottoporre Cucchi a visita medica». La conclusione è la richiesta di condanna anche degli agenti assolti perchè si ritiene «di tutta evidenza la scorrettezza grave che ha caratterizzato l’attività della Polizia penitenziaria nell’esercizio concreto della custodia dell’arrestato».
Le conclusioni in diritto cui è giunta la Corte, che, condividendo la tesi dei periti della morte per inanizione di Cucchi, hanno riqualificato in omicidio colposo il più grave reato di abbandono d’incapace contestato a medici e infermieri del ‘Pertinì (per i quali chiedono di ripristinare l’originaria imputazione e condannarli), «non sono condivisibili». Lo scrivono i pm nel loro atto d’appello alla sentenza di primo grado. «La Corte – si legge – ha ritenuto che l’abbandono di persona incapace non si potesse configurare perchè Cucchi non era in stato d’incapacità d’intendere e di volere, e perchè l’elemento soggettivo in capo ai sanitari che lo avevano avuto in cura non era il dolo ma la colpa». Conclusioni «non condivisibili» per i pm, i quali sostengono come «evidente» che Cucchi si trovasse in uno stato d’incapacità di badare a se stesso «per essere costretto a letto dalla malattia (frattura) per la quale aveva un decubito obbligato, e soprattutto per essere detenuto in un reparto di medicina protetta, equiparato ad un carcere, che ne impediva qualsiasi movimento e soprattutto gli impediva di scegliere i medici da cui farsi curare». Il reato di abbandono d’incapace, infine, per i pm deve essere contestato anche agli infermieri, «giacchè gli stessi sono stati inspiegabilmente assolti soltanto sulla base di quanto ritenuto dai periti e cioè che non era nelle loro facoltà di sindacare le iniziative dei medici alle quali risultano essersi attenuti».
 
Quadrangolare di calciotto in ricordo del carabiniere Ciro Vitale
 “Una serata nel segno della commozione e del ricordo di un amico”
NOVARA – Sabato 19 ottobre, dopo appena una settimana dalla tragica scomparsa del carabiniere Ciro Vitale, i colleghi del Comando Carabinieri di Novara, unitamente a quelli della Caserma Compagnia Carabinieri di Alassio (SV), ai colleghi della Polizia di Stato e a quelli della Polizia Penitenziaria si sono trovati al Centro Sportivo di Novarello per ricordare l’amico-collega, disputando un quadrangolare di calcio a 8.
L’inizio dell’evento è stato preceduto da un minuto di silenzio a ricordo del carabiniere Ciro Vitale e l’esposizione di uno striscione a lui dedicato “Ciro, resterai sempre nei nostri cuori”.
Molto apprezzata è stata la compagine capitanata dal maresciallo Marras della Stazione Carabinieri di Alassio che, oltre a mettere in mostra un gioco di buon livello, è stata l’unica ad assicurarsi tre vittorie consecutive.
Molto determinata ma alquanto sfortunata è stata la squadra dei Carabinieri di Novara che, nonostante due sconfitte subite, ha prevalso sulla Polizia di Stato.
Partitissima tra la Polizia di Stato – capeggiata dall’onnipresente Brigata – e la compagine della Polizia Penitenziaria del veterano Vincenzo Cimmarusti. Nonostante la tanta decantata “esperienza dei giocatori”, a sbloccare il risultato e a consegnare la vittoria alla Polizia di Stato ci ha pensato il più giovane del torneo, Vincenzo D’Amico (appena quattordicenne) che, chiamato in extremis a sostituire un collega, ha segnato la rete del successo all’ultimo secondo prima del triplice fischio finale.
“Una serata – commentano gli organizzatori – nel segno della commozione e del ricordo di un amico, di un collega che di sicuro avrà cinto le braccia attorno a tutti i partecipanti in un ipotetico abbraccio e che, dall’alto della sua odierna ed eterna dimora, sicuramente avrà apprezzato”.
 
Lettere con insulti all’ex sindaco Marini, assolto agente penitenziario.
 Non è stato lui, secondo la sentenza di ieri del giudice Turco, a scrivere le due lettere piene di insulti recapitate all’ex sindaco di Viterbo, Giulio Marini, nel 2009.
Le lettere, o meglio le due cartoline, che arrivarono all’indirizzo dell’ex primo cittadino, contenevano ingiurie pesanti ed erano firmate con il nome di un gestore di un’area di servizio viterbese. Ma questo, contattato dalla Digos, spiegò di non avere nulla a che fare con quelle missive.
La polizia iniziò dunque a indagare su chiunque potesse avercela con l’uomo che risponde alla firma delle lettere. Spunta così fuori un agente di Polizia Penitenziaria di 36 anni, suo ex amico e soprattutto, ex fidanzato della sua attuale moglie.
L’accusa parte da qui e il 36enne viene imputato per calunnia e ingiurie al tribunale di Viterbo. Il gestore dell’area di servizio si costituisce parte civile e chiede di essere risarcito per il danno di immagine che avrebbe subito vedendo comparire il suo nome in calce alle missive ingiuriose a Giulio Marini.
In aula, oltre ai vari testimoni, viene ascoltato anche il parere di un perito grafologo chiamato dalla difesa a riferire se la grafia delle cartoline recapitate a Marini combaciasse con quella dell’imputato. Il risultato è negativo: i tratti, secondo l’esperto, solo simili, ma non uguali e non possono essere ricondotti a lui con certezza.
Anche il movente traballa. Secondo l’accusa, infatti, la motivazione sarebbe tutta da ricercare nella gelosia e nel rancore che l’agente di Polizia Penitenziaria porterebbe nei confronti dell’altro uomo, ormai da anni sposato con la sua ex ragazza.
“E’ una vicenda di tantissimi anni fa – ha spiegato, nella sua arringa, il legale Patrizia Gallino – del tutto chiusa da entrambe le parti. Il mio assistito nel frattempo si è sposato con un’altra donna con la quale ha anche una bambina ed è felice con la sua famiglia. In più, nel 2009 non avrebbe avuto neanche il tempo di mettersi nei guai con quelle lettere perché era un periodo in cui lavorava molto e poi passava le serate a studiare per conseguire il diploma. Non ha mai neanche avuto alcun interesse per la politica, figuriamoci se si metteva a scrivere lettere ingiuriose al sindaco”.La tesi è stata infine accolta dal giudice Turco che ha assolto l’agente di Polizia Penitenziaria per non aver commesso il fatto.
Fonte: www.tusciaweb.eu/
 
Primo raduno nazionale dell’ANPPPE(associazione nazionale polizia penitenziaria)
 Lunedì 28 ottobre 2013 alle ore 10:30 in Piazza Municipio ad Aversa, si svolgerà il Primo raduno nazionale dell’ ANPPPE(associazione nazionale polizia penitenziaria). L’evento in un primo momento si sarebbe dovuto svolgere a Roma, alla fine, però i vertici dell’associazione e l’amministrazione comunale di Aversa, hanno deciso che Aversa sarebbe stata la cornice giusta per accogliere questo straordinario evento. Aversa, quindi, non smette di stupire, oramai è divenuto un paese di riferimento per tutti gli altri territori, non soltanto limitrofi, ma anche nazionali. Alle ore 10:00 presso l’Aula Consiliare del Comune, si terrà una conferenza stampa con tutti gli ospiti illustri e l’amministrazione comunale nella quale si risponderà alle domande dei giornalisti che prenderanno parte all’iniziativa. La Piazza cittadina, sarà, quindi, colorata di azzurro e non solo, i colori delle divise dei membri di tutte le sedi ANPPE d’Italia. Questa associazione è un faro di legalità composto da tutti i validi uomini e donne che hanno servito lo Stato, come poliziotti penitenziari. Un ruolo difficile e di prima linea, poiché non è cosa facile stare tutti giorni a contatto con le diverse tipologie di detenuti, che rappresentano una popolazione spesso emarginata e dimenticata, con loro però troppo spesso ci si dimentica di chi vive quasi come un recluso, circondato da celle e sbarre come i poliziotti penitenziari. In virtù di ciò l’amministrazione comunale guidata dal Sindaco Sagliocco,uomo sempre attento alle esigenze del territorio, e grazie all’ iniziativa e all’impegno incessante oltre che infaticabile del vice sindaco Nicla Virgilio, sarà possibile rendere grazie ed ufficializzare la stima e la riconoscenza per questi eroi quotidiani, in una celebrazione a loro dedicata. Una evento, questo, che vedrà la partecipazione di tutte le istituzioni civili e militari dell’intero territorio e la presenza di migliaia di persone provenienti da tutt’ Italia. Inoltre hanno assicurato la propria presenza il senatore Lucio Romano, il senatore Nitto Palma e il senatore Maurizio Gasparri. Presenti anche i consiglieri provinciali Barbato e Dello Vicario. Durante la celebrazione i poliziotti che si sono distinti per i diversi meriti, riceveranno gli encomi e i riconoscimenti ufficiali. Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare al primo raduno, che segnerà l’inizio di una lunga tradizione, che fa onore alla città normanna e riconosce il merito di chi opera con sacrificio ed onestà per assicurare sicurezza e tranquillità a tutti i cittadini. Grande iniziativa a cui non si può non aderire e a cui si deve partecipare se si crede nella giustizia!
http://www.casertanews.it
 
Contatti in Carcere tramite delle Radio Ricetrasmittenti
 Nel corso di una precisa perquisizione si è scoperta, quasi per caso, la presenza di due ricetrasmittenti in una casa limitrofa alle mura del carcere.
Nella residenza inoltre sono stati trovati un binocolo ad alta visibilità, eroina, uno sfollagente telescopico e alcuni tipi di coltelli illegali.
Il tutto  ha avuto inizio verso le 3 della notte prima, quando Russano Nicola Luigi di anni 22 davanti ad un posto di blocco anziché fermarsi ha accelerato e subito è scattato l’inseguimento dell’alfa nera che guidava.
In questo modo la polizia è arrivata a casa di Russano, e dopo aver realizzato la sua assenza dalle mura domestiche in cui il malvivente aveva obbligo di dimora dalle 20 alle 6, ha effettuato diversi controlli che hanno portato all’appartamento vicino al carcere in cui è stato scovato tutto il materiale. Sono tutt’ora in corso accertamenti per capire se e con chi Russano avesse contatti all’interno dell’istituto.
 
AGGREDITO POLIZIOTTO PENITENZIARIO, IN OSPEDALE A VENEZIA.
 In alcuni casi il sistema adottato attualmente dalle carceri porta all’irritazione tutti quelli che vi girano intorno, che siano operatori, Poliziotti Penitenziari, volontari o detenuti.
Questo fa si che aumenta in maniera elevata il rischio di trovarsi di fronte a situazioni spiacevoli, altre volte invece è proprio l’instabilità della persona a rendere poco accettabili molte situazioni che si vengono a creare, determinando in questa maniera la scarsa comprensione di una folle reazione da parte di un detenuto  ricoverato in ospedale a Venezia che ha aggredito un Poliziotto Penitenziario a colpi di sedia perché non gli ha concesso di fumare la sigaretta passeggiando per il reparto.
 
Indagine della DDA due Poliziotti Penitenziari in carcere.
 Una nuova indagine della Direzione Distrettuale Antimafia ha riportato gli inquirenti all’interno di una struttura carceraria per scovare le menti di alcune organizzazioni criminali.
Il fatto è accaduto in quel di Napoli dove  due Poliziotti Penitenziari sono finiti agli arresti domiciliari come misura cautelare con l’accusa di aver fornito dei telefonini cellulari ai clan camorristi, garantendo in tale maniera di dare ordini all’esterno del Carcere.
Oltre a queste due custodie cautelari per gli Assistenti Capo della Polizia Penitenziaria, ne sono state emesse dal Giudice altre 16 che sono state eseguite dai Carabinieri di Pompei, Castellammare, Scafati,Torre del Greco e Acerra, ed i presunti camorristi saranno condotti nelle vicine strutture penitenziarie.

NUOVA SODDISFAZIONE PER LA POLIZIA PENITENZIARIA. 
Sembra che qualcosa nel compartimento della polizia penitenziaria e, più in generale per il Comparto Difesa e Sicurezza, ultimamente stia variando, si è capito Alcuni giorni fa con la Sentenza Shock emessa dal Tribunale di Brescia che ha “tolto una delle ghigliottine” pronte a precipitare sulla testa di un  Poliziotto Penitenziario.
Poi con la modifica della legge 193/00 e l’ampliamento sia dei fondi che del bacino d’utenza, veniamo a sapere che l’emendamento approvato lo scorso 31 agosto sarà convertito in legge, garantendo così il legittimo ingresso della Polizia Penitenziaria nelle sezioni periferiche della Direzione Investigativa Antimafia.
Questo importante emendamento stabilisce che “il personale del Corpo di polizia penitenziaria e del Corpo forestale dello Stato potrà operare, per le esigenze di collegamento con le strutture di appartenenza, nell’ambito delle articolazioni non solo centrali, come attualmente previsto, anche nelle periferiche della Direzione Investigativa Antimafia (D.I.A.)”.
Certamente è stato raggiunto un bel traguardo per la Polizia Penitenziaria che in questa corsa all’uguaglianza con gli altri Corpi di Polizia sta avendo l’affermazione di un valore reale del Personale che non sempre sembra sia essere chiaro a tutti, soprattutto alla Politica.

Redazione CGIL Polizia Penitenziaria

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