Medici – Rinnovare le convenzioni e i contratti investendo in sanità per assistenza h24

09 Ottobre 2013

NEWS

Rinnovare le convenzioni e i contratti investendo in sanità per assistenza h24

Comunicato stampa di Nicola Preiti, coord. Naz. Fp-Cgil Medici medicina convenzionata

 
Roma, 9 ottobre 2013
Il Presidente del Comitato di Settore, l’assessore alla Sanità della Regione Liguria Claudio Montaldo, prima di licenziare in Conferenza delle Regioni l’atto d’indirizzo ha ascoltato, questa mattina a Roma, i sindacati rappresentativi. Le Regioni sono pronte alle trattative per il rinnovo delle convenzioni come previsto dalla Legge Balduzzi, ma con l’ambizione di estendere il rinnovo a tutta la convenzione, per dare un nuovo assetto alla medicina del territorio. Una volontà positiva che andrebbe estesa ai contratti dei dipendenti, ma che non sembra sostenuta da scelte che permettano di superare le enormi difficoltà in campo.

Il Presidente Montano ha parlato di vincolo economico per tutto il 2014. Ma non si può pensare di cambiare l’organizzazione dell’assistenza territoriale senza investimenti, da inserire nel Patto per la salute. L’assistenza territoriale richiede un intervento in sintonia con il resto del Sistema Sanitario Nazionale e coerente in tutte le Regioni, perché la sostenibilità del sistema e la modernizzazione dell’assistenza ai cittadini passa dal territorio.

Abbiamo messo in campo la nostra proposta, chiesto che l’Atto si muova su un pensiero riformatore basato su una rinnovata visione dell’assistenza territoriale: l’obiettivo è  raggiungere una nuova organizzazione orientata a garantire qualità e assistenza h24 all’interno dei Distretti.

Servono interventi sull’organizzazione, sul ruolo e sulle funzioni dei medici convenzionati: centri territoriali di coordinamento, che non lascino mai solo il cittadino; l’istituzione del ruolo unico per tutti i medici convenzionati a partire dalla abolizione della figura del medico di guardia medica, non certo del servizio; rendere i medici di fiducia del cittadino anche medici di riferimento del territorio in cui operano, in una logica di integrazione tra i servizi. Va poi abbandonata la volontà di innalzare il numero ottimale, puntando invece a una riduzione del numero massimale di assistiti per garantire un’equa redistribuzione del lavoro a vantaggio della qualità dell’assistenza ai cittadini.

Vedremo se l’Atto di indirizzo conterrà la volontà di cambiare effettivamente l’assistenza territoriale per disegnarla a misura del cittadino.
 
 

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