Abbiamo letto con un certo stupore la circolare emanata ieri dal Segretariato Generale, che impone un vaglio preventivo a tutte le iniziative di approfondimento su temi che possano in qualche modo riguardare modifiche normative relative alle leggi di settore. In sostanza un richiamo all’ordine al variegato dibattito che tradizionalmente attraversa il corpus funzionale del ministero, fatto in nome del rispetto alle linee di governance politica.
Di conseguenza ogni iniziativa deve essere assoggettata ad una serie di pareri per via gerarchica, dirigenti, direttori regionali, generali, per essere poi sottoposta, ai fini dell’eventuale autorizzazione, agli uffici di diretta collaborazione del Ministro.
Una circolare evidentemente di diretta provenienza della direzione politica del ministero, la cui natura è del tutto discutibile e che fa il paio con la circolare sulla rotazione degli incarichi.
Naturalmente appare incredibile questa pretesa di incanalare la discussione valutandone preventivamente la congruità dei temi. Da questo punto di vista vogliamo ricordare che l’assunzione di diversi punti di vista è caso mai un arricchimento del dibattito e che i limiti rispetto alla valutazione della congruità sono già fissate dalle regole che definiscono il comportamento dei pubblici dipendenti (codice di comportamento, codice etico e codice disciplinare), regole che comunque mai mettono in discussione la libertà di pensiero, su cui secondo noi si deve basare la necessità di approfondimento tramite studi e convegni.
La seconda questione che a noi appare se possibile ancora più paradossale è che in realtà nessuno conosce le linee, visto che tutto il ragionamento sulle riforme normative e organizzative è stato appaltato a due Commissioni esterne. E questo non riguarda la semplice emanazione di un atto di direzione politica, ma le modalità con cui si dovrà articolare un processo riformatore della struttura organizzativa e della normativa di settore, che in questo modo esclude del tutto la possibilità che dall’interno possano venire contributi e valutazioni libere sulla qualità di questa operazione.
Sembra in ultima analisi un profondo atto di sfiducia da parte del Ministro verso la sua struttura.
Non ci siamo: abbiamo assistito in questi mesi all’avvio di misure importanti senza alcun dibattito preventivo e senza che si siano tenute in alcun conto le legittime obiezioni circa la natura di alcune operazioni. Adesso si procede ad un riforma decisa dall’alto e si teme persino il dibattito interno.
Noi abbiamo avviato un percorso di mobilitazione unitaria con al centro una richiesta di confronto sulla riorganizzazione dei servizi e dei cicli lavorativi ad essi connessi. Ci siamo ritrovati additati sulla stampa come coloro che chiudevano il Colosseo e si è pensato di tacitarci con un tardivo stanziamento delle risorse, annunciando il pagamento per luglio e ancora abbiamo regioni dove non si è visto il becco di un quattrino. In seguito all’incontro con il Ministro abbiamo avuto rassicurazioni sull’apertura al confronto sui temi a noi cari, sono passati due mesi e mezzo e non vi è stato nessun riscontro. O meglio, il riscontro lo troviamo in una Circolare dai toni autoritari.
Non ci siamo, non bastano annunci e non si fanno riforme che non abbiano consapevolezza degli addetti e, se possibile, condivisione.
Sig. Ministro, ritiri questa Circolare. E accetti il confronto.
Claudio Meloni
Coordinamento Nazionale FP CGIL MIBAC