Si è svolto venerdì scorso il Coordinamento Nazionale FP CGIL Inail che ha avuto nel Nuovo Modello Organizzativo il tema centrale della discussione.
Erano presenti i coordinatori in rappresentanza di Piemonte, Lombardia, Trentino, Bolzano, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo e Molise.
I lavori si sono aperti con una breve introduzione del Segretario Nazionale delle Funzioni Centrali, Salvatore Chiaramonte , che ha sottolineato come solo Inail in questa fase sta accelerando sul Modello Organizzativo a fronte di un sostanziale immobilismo delle altre Amministrazioni.
Ha poi preso la parola il Coordinatore Nazionale Roberto Morelli che ha ripercorso l’iter che ha condotto alla presentazione del Nuovo Modello Organizzativo nella versione attuale segnalando, da un verso, l’esigenza, sollecitata diverse volte anche dalla nostra Organizzazione, di intervenire sull’assetto organizzativo, che risale alla fine degli anni ’90 e ormai non più in grado di dare risposte efficaci anche alla luce delle nuove funzioni da svolgere in virtù dell’incorporazione con ISPESL e IPSEMA, dall’altro, l’evidenza della riproposizione di uno schema di lavoro che non contiene nessun tratto di significativa innovazione.
E’ stato anche ricordato come il ritardo rispetto alle scadenze preventivate trovasse motivazione nella ricerca di una condivisione fra i vertici dell’Istituto che potesse permettere il confronto più chiaro e lineare. Inoltre se per alcuni aspetti l’assetto della Direzione generale è coerente con le linee di indirizzo emanate dal CIV il 30 aprile scorso (articolazioni che richiamano le missioni e i programmi dell’Istituto) ciò non avviene per quanto riguarda il concetto di “territorialità” e “prossimità” dei servizi sul territorio
Altro aspetto sottolineato è l’evidente sproporzione tra gli approfondimenti dedicati al settore Ricerca (peraltro necessari per la complessità e la specificità) rispetto al settore Navigazione trattato con una certa superficialità.
Il risultato prodotto è evidente a tutti; per quanto attiene alle Strutture del territorio ci si è mossi in continuità con quanto avvenuto nei precedenti interventi di riorganizzazione operando sostanzialmente in modo lineare e prendendo a riferimento per la classificazione delle Direzioni Regionali e Sedi i soliti parametri (Portafoglio PAT; Infortuni; Rendite) che non danno l’esatta misura del reale carico di lavoro delle Strutture; occorre al contrario una valutazione sugli effettivi carichi desumibile dai dati del Sistema PBC che tiene conto di elementi indispensabili quali Durc. Malattie Professionali, Amianto, gestione documentale, attività di Prevenzione, Riabilitazione, gestione del Patrimonio, Contenzioso Amministrativo e Giudiziario e Silicosi/ Asbestosi.
E’ stato anche ribadito come la prevista articolazione delle Direzioni Regionali risulti essere troppo differenziata con un numero di tipologie assolutamente sproporzionato mentre le chiusure delle Sedi di tipo C è affrontato in modo superficiale senza nessuna considerazione del contesto logistico e socio-ambientale. E’ stato inoltre evidenziato come sia necessario valutare con maggiore attenzione la proposta di soppressione degli Uffici attività Strumentali viste le difficoltà ancora presenti nel precedente processo di accentramento della parte strumentale a livello regionale.
Ciò che appare evidente, allo stato del confronto con l’Amministrazione, è che poco si voglia modificare dell’impianto del Modello proposto; l’unica modifica, che peraltro non incide nel merito delle questioni aperte, è nell’ipotesi avanzata dall’amministrazione di stralciare il capitolo relativo alle chiusure delle sedi territoriali di tipo C per rimandarlo ad una fase successiva, insieme alla discussione sulle dotazioni organiche, dato che questa parte non è necessario inserirla nel Nuovo Regolamento di Organizzazione che dovrebbe vedere la luce entro il 22 luglio p.v. alla scadenza dei sei mesi successivi all’emanazione del DPCM ai sensi della legge 135/2012.
Abbiamo ribadito ancora una volta l’importanza della tutela contro gli infortuni a presidio e difesa della dignità del mondo del lavoro e dell’insieme della collettività. La consistenza del Portafoglio dell’Ente (dati 2012) deve indurre, grazie anche all’azione della CGIL, ad una rinnovata attenzione al mondo del lavoro da mettere nuovamente al centro della discussione politico-istituzionale e collettiva.
Alcuni dati: circa 3,4 milioni le aziende assicurate; 3,9 milioni le posizioni assicurative; 20 milioni i lavoratori assicurati; 329 miliardi di euro le retribuzioni assicurate; 8,3 miliardi di euro il valore accertato dei premi (entrate di competenza per complessivi 10,2 miliardi); prestazioni istituzionali pari al 70-80% delle entrate, con un ammontare delle uscite (di competenza) di circa 9,5 miliardi di euro; 800 mila infortuni sul lavoro; 820 mila rendite in gestione. Personale dipendente di poco superiore alle 9.000 unità di cui più del 20% professionisti, con un costo complessivo per il personale che incide per circa il 5-6 % sulle entrate e che si stima collocarsi poco oltre i 550,00 milioni di euro.
Sulla relazione del Coordinatore si è aperta un’articolata discussione che ha sottolineato le criticità presenti nella proposta e numerosi interventi hanno fornito riflessioni e suggerimenti utili al miglioramento del documento. Tutti hanno posto l’accento sulla nostra capacità di fare proposte che mirano alla salvaguardia del servizio, in particolare rispetto all’utenza più debole, garantito dall’Inail che è parte rilevante del sistema di welfare del nostro Paese.
Molti interventi hanno sostenuto che tutta l’azione che riusciremo a mettere in campo non può prescindere da un pieno recupero delle relazioni sindacali nei vari livelli di contrattazione superando i vincoli e gli impedimenti previsti dal decreto legislativo 150/2009. Nel merito, è stato evidenziato come la non corretta valutazione dei carichi di lavoro abbia un conseguente riflesso sulle dotazioni organiche con il rischio, qualora non si apportassero i giusti correttivi, di uno squilibrio nelle risposte all’utenza.
Proprio per meglio affrontare le peculiarità dei vari territori ci sono state proposte circa la necessità di attribuire le risorse a livello regionale in modo da creare una rete di punti di servizio più flessibile e più adeguata a rispondere ai bisogni dei vari territori. Inoltre è stato sottolineato come la presenza dell’Inail sul territorio non può essere avulsa dagli assetti istituzionali presenti all’interno delle varie regioni, pena una disarticolazione della rete complessiva dei servizi che, invece, a nostro avviso dovrebbero allinearsi in modo coerentemente omogeneo.
Nel merito del documento si è anche sottolineata la necessità di una più attenta valutazione rispetto alla proposta di attribuire ai Vicari la responsabilità di un processo nonché la mancanza di una precisa indicazione per la definitiva soluzione dell’annosa problematica relativa al personale informatico.
Alla fine della discussione si è proposto di esplicitare in maniera chiara la nostra posizione e le nostre proposte non solo al tavolo negoziale ma con iniziative che coinvolgano tutti i lavoratori, poiché è ben chiaro che nessuna riorganizzazione avrà successo se fatta “contro” e non “insieme” a chi quotidianamente opera nei posti di lavoro, e aprendo la discussione al confronto che a livello locale può essere attivato con le forze politiche e sociali presenti.
Il lavori del Coordinamento si sono chiusi alle ore 14,30.
IL COORDINATORE NAZIONALE
FP CGIL INAIL
Roberto Morelli