Ministero dell’ Interno: documento audizione regolamento riorganizzazione stato

03 Giugno 2013

Ministero dell' Interno: documento audizione regolamento riorganizzazione stato

 
OSSERVAZIONI SULLA DOCUMENTAZIONE PERVENUTA DAL SENATO IN MERITO ALL’AUDIZIONE SULLO SCHEMA DI DECRETO IN MATERIA DI RIORGANIZZAZIONE DELLA PRESENZA DELLO STATO SUL TERRITORIO

L’approccio fin qui utilizzato per spending review e riorganizzazione di grandi amministrazioni, a partire da quelle che garantiscono sicurezza e giustizia, appare lontanissimo da quello che, a nostro giudizio, occorrerà adottare per coniugare l’implementazione dei servizi ai cittadini, la loro qualità con l’esigenza di contenimento o – addirittura – diminuzione dei costi di gestione.

L’adozione di meri criteri demografici per il ridisegno della geografia giudiziaria o per l’individuazione degli Utg produce effetti irrazionali e incrina il già fragile assetto di servizi, non producendo significativi risparmi provocando, infine, spinte corporative e campanilistiche di resistenza al cambiamento stesso.

Non si tratta di ridimensionare e distribuire in modo diverso funzioni e Servizi dello Stato con la logica unica ed errata dei tagli lineari, bensì di unificare, riorganizzare, adattarne natura e consistenza alle esigenze e ai diritti dei cittadini.

La nostra idea di una nuova amministrazione statale (Ministeri, Enti Pubblici non Economici e Agenzie Fiscali) è naturalmente coerente con i nuovi assetti che si definiranno nei territori, dall’individuazione di altro tipo di unità amministrative (aree vaste, città metropolitane, consorzi e unioni, ecc.), dal ridisegno e rilancio dei compiti e del ruolo delle Regioni.

Pensiamo sia necessario procedere:
1. a una redistribuzione dei ruoli delle funzioni e delle responsabilità fra Statocentrale da una parte ed autonomie e governi locali dall’altra. Immaginiamo un più avanzato equilibrio nella distribuzione dei poteri fra funzioni centrali statali (per la determinazione dei livelli essenziali di adeguatezza, di omogeneo indirizzo politico e di controllo) e pubbliche funzioni periferiche di governo e gestione dei servizi, imperniati sulle Regioni e sulle aree vaste;

2. La seconda osservazione riguarda la quantificazione del risparmio che si otterrebbecon l’introduzione del regolamento. Nel testo dello schema di decreto, nella relazione tecnico – finanziaria e nella valutazione dell’impatto finanziario si ribadisce in maniera sempre generica che il provvedimento porterebbe ad un risparmio del 20% dell’attuale spesa; non è mai stato quantificato in termini reali il contenimento
della spesa. In sede di confronto sindacale con l’allora Ministro dell’interno, Prefetto Cancellieri, è stato chiesto dalle OO.SS. di fornire il dettaglio del risparmio ma a tutt’oggi non è dato conoscerne l’entità.

3. La terza osservazione è più diretta nel merito del provvedimento così comeimmagina il riassetto organizzativo. La riorganizzazione parte da un presupposto statistico utile alla definizione di un contenimento della spesa ma non certo ai fini di una maggiore fruizione da parte dei cittadini dei servizi erogati dagli uffici. Infatti la struttura delineata nel provvedimento accentra le funzioni in capo ad un organo, il Prefetto, che assume, pur anche nel contesto di attività già nelle sue responsabilità e nel principio di cooperazione e sussidiarietà, un ruolo preminente nei confronti delle altre strutture periferiche dello Stato centrale nelle attività di coordinamento ma soprattutto di gestione e controllo delle attività amministrative e ponendo il Prefetto come unico interfaccia con i cittadini nei rapporti con la Pubblica Amministrazione. Resta il dubbio, infatti, che l’Ufficio unico di garanzia dei rapporti tra cittadino e Stato espropri delle proprie peculiarità organizzative le altre Amministrazioni centrali. Non è chiaro, inoltre l’ambito territoriale entro il quale l’esercizio ottimale delle attività amministrative viene assicurato essendo prevista una disposizione (art. 1, lettera c) nella quale si individua un ambito provinciale, regionale e sovraregionale. Anche l’individuazione all’interno della Prefettura-UTG, dell’ufficio unico per i servizi comuni, su cui non siamo pregiudizialmente contrari ma sul quale occorrerebbe sviluppare un’attenta valutazione sui riflessi occupazionali e di mobilità territoriale del personale che comporterebbe, lascia perplessi circa l’autonomia gestionale da parte delle altre Amministrazioni centrali sul territorio.

4. Questo ci porta alla conclusione che un’operazione di riorganizzazione perifericadello Stato di tali proporzioni non può essere condotta come una semplice ristrutturazione del Ministero dell’interno che assumerebbe un ruolo accentratore quando invece occorrerebbe portare la Pubblica amministrazione più vicino alla cittadinanza. Sarebbe opportuno che la riorganizzazione dello Stato fosse all’interno di una più ampia riforma della Pubblica Amministrazione che veda coinvolti i diversi soggetti che operano sul territorio dagli enti locali alle Amministrazioni centrali, rivedere funzioni e attività partendo dai bisogni concreti del territorio e valutando, invece, la possibilità di razionalizzare la spesa pubblica tenendo conto delle esigenze dei territori in cui l’impatto della presenza di strutture dello Stato centrale sia un beneficio dal punto di vista della legalità, della sicurezza e dello sviluppo economico.

5. La stessa unificazione dei servizi comuni, accompagnata dall’unificazione dellerisorse strumentali, finanziarie ed umane, avviene senza alcuna regola, alcuna partecipazione, alcuno strumento di relazioni sindacali che vanno previste.

6. Il provvedimento arriva dopo l’emanazione del d.lgs. 33/2013 “codice dellatrasparenza” che pone l’obiettivo della trasparenza come strumento di tutte le amministrazioni. La relazione tra le previsioni del provvedimento e il d.lgs. sopra menzionato, vanno verificate anche modificando il testo.
 
Roma 23 maggio 2013 

 

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