Il nuovo Ministro della Difesa Sen. Mario Mauri ha esposto alle Commissioni Difesa di Camera e Senato, le sue linee programmatiche, dichiarando di ottemperare a quanto già delineato dal Presidente del Consiglio in questo governo di “coesione”.
Nella sua relazione, il Ministro rinnova l’impegno ad una politica estera e di difesa, necessario al consolidamento dell’ordine internazionale.
Viene ribadita un’interazione tra governo e parlamento, cita un “modello di Difesa“, che attua i principi costituzionali, enucleandone gli articoli.
Prendiamo atto che nelle pagine della sua relazione, il Ministro esprime la constatazione, che questo Ministero è quello che ha intrapreso una “riduzione” della spesa pubblica, più di quanto previsto dalla spending review.
Fa un’analisi dettagliata e puntigliosa dell’andamento delle spese difesa e l’andamento dei consumi intermedi della P.A., dichiara la continuità di quanto previsto dalla legge 244, richiamando la necessità di emanare in breve tempo i decreti legislativi attuativi.
Enfatizza il ruolo del personale militare, citando una “maggiore integrità tra civili e militari” e la “valorizzazione dei civili per le peculiari professionalità”.
Nota di attenzione, è l’accenno ad una prudenza, mediante una lunga riflessione , visti gli effetti della Riforma che si avranno a medio termine.
Un lungo inciso sul settore industriale della Difesa, da chiarire in vista dell’incontro che dovrebbe tenersi, a seguito delle richieste inoltrate a tutti i Ministri di questo governo, da parte delle segreterie generali di CGIL–CISL e UIL.
Per la prima volta, abbiamo letto che la Difesa è un “SERVIZIO PUBBLICO”, che interagisce con gli altri ministeri e le istituzioni locali, e che ci sarà rispetto per la salute dei cittadini e rispetto per l’ambiente, riducendo la presenza sul territorio e mantenendo il patrimonio pubblico militare per le effettive esigenze.
Una riduzione delle infrastrutture, recupero delle risorse, mediante la riassegnazione in bilancio, trasparenza con la presentazione del documento di programmazione pluriennale della Difesa, condivisione delle linee politiche in parlamento.
INSOMMA, TUTTO SEMBRA PRESAGIRE UN RISPETTO DEL DETTAME COSTITUZIONALE, DEI RUOLI ISTITUZIONALI, GOVERNO E PARLAMENTO.
Non abbiamo letto nella lunga relazione, un accenno al personale civile operante in quel settore industriale, richiamato più volte, dove come ben esposto dalla nostra organizzazione, rischia un naturale declino se non si opererà, chiedendo una deroga allo sblocco delle assunzioni. E nel citare, la valorizzazione del personale da noi rappresentato, ci riserviamo di fare le nostre proposte nell’incontro richiesto.
Gli intenti, sembrano incoraggianti, ma noi siamo coscienti che la legge delega è chiara nel delineare una riforma in senso riduttivo, che verrà pagata principalmente dal personale.
Continuiamo a sostenere che qualsiasi Riforma di questo Ministero, dovrebbe contenere una riduzione delle spese ridondanti e di quelle per gli armamenti, seppur nel rispetto degli impegni internazionali e non, che i diversi governi hanno assunto nel corso degli anni, analizzando non il solo bilancio della Difesa, ma tutte le spese spalmate nei bilanci di altri dicasteri.
Ecco perché il nostro giudizio è cauto, alle dichiarazioni di principio, vorremmo seguissero degli atti, soprattutto per quella valorizzazione del personale civile, che rimane una dichiarazione dal 1998. (Riforma Saragozza)
Ieri, 22 maggio in parlamento nelle Commissioni di Camera e Senato della Difesa, c’è stata l’audizione del Capo di Stato Maggiore della Difesa, il quale ha proseguito sulla stessa linea d’onda, di quanto riferito dal Ministro nelle linee programmatiche.
Alcuni interventi degli Onorevoli presenti, hanno posto l’accento anche su diverse problematiche relative alla spesa del Dicastero e alle riduzioni di personale militare e civile, chiedendo uno sblocco del turn over per i siti dove il mancato ricambio generazionale rischia di anemizzare, naturalmente, le attività lavorative..
Le spese per armamenti, in particolare l’acquisto degli F35, viene ritenuto fondamentale per le Forze Armate,in particolare per colmare “il gap dell’Aeronautica nei prossimi 30 anni”.e ribadito oggi, dal Ministro in una intervista sul quotidiano il Messaggero.
Il parlamento così come stabilito nella legge delega 244, dovrà assumersi la responsabilità delle scelte in merito alle spese per armamenti ed effettuare quel dovuto controllo su una spesa pubblica che attualmente, con la revisione dello strumento militare è stata fatta pagare per la maggior parte solo mediante la riduzione del personale.
Per questo attendiamo l’incontro politico per verificare, l’approccio che questo governo avrà con le organizzazioni sindacali in merito all’attuazione della legge di “revisione dello strumento militare”
Si prega di voler dare diffusione ai delegati per l’opportuna informazione ai lavoratori tutti.
Si allegano le linee programmatiche del Ministro.
Cari saluti.
FPCGIL DIFESA
Noemi Manca