Comunicato stampa di Nicola Preiti, Coord. Naz. Fp-Cgil Medici Medicina Convenzionata
Roma, 6 dicembre 2012
E’ in linea con il Decreto Balduzzi, la bozza di atto di indirizzo per il rinnovo delle convenzioni nazionali che circola. I problemi che avevamo evidenziato sul Decreto li troviamo oggi tradotti nell’atto di indirizzo. E abbiamo la stessa opinione. Era logico aspettarsi che le Regioni volessero scaricare sui medici il peso del Decreto.
Non mancano le forzature, ad esempio con la previsione del rapporto esclusivo. Era fra le righe del decreto ed è un’esigenza implicita del tipo di riorganizzazione, ma si deve discutere, non si può dare per scontata (anzi gratis) prima di iniziare la partita. O con la previsione della sospensione e successiva riconversione delle indennità: se si sospendono chi paga i servizi erogati con esse? La scelta dei due tempi nasconde la volontà delle Regioni di fare cassa!
Non si capisce poi cosa c’entri l’emergenza territoriale con il ruolo unico della medicina generale. Per noi il ruolo unico è sacrosanto e dovrebbe riguardare tutti i medici convenzionati, pediatri e specialisti ambulatoriali. Ma i medici che fanno l’emergenza territoriale sono oggi al 70%-80% dipendenti. Insomma il ruolo unico c’è l’hanno già, è quello della dirigenza.
Le Regioni purtroppo non sono riuscite a contrastare il Decreto quando era il momento, indebolite politicamente dalle note vicissitudini e dalla incapacità di una visione organica e nazionale della riorganizzazione dell’assistenza territoriale. Ora è bene che facciano chiarezza senza accarezzare l’idea di trasferite tutto il carico sui medici.
Avevamo chiesto investimenti, risorse, modifiche normative e dei profili professionali effettivi. Avevamo dettagliato una visione di assistenza territoriale che andasse incontro alle esigenze di sostenibilità del sistema e anche alle moderne necessità assistenziali dei cittadini, richiesto di correlare gli obiettivi di salute, i servizi, con le strutture e le risorse strumentali, professionali e finanziarie necessarie.
Continueremo nelle nostre richieste in modo da rendere realizzabile l’h 24 per sette giorni a settimana, valorizzando e non penalizzando i medici.