Medici – La FPCGIL Medici sui precari sentita dall’Ansa

05 Dicembre 2012

NEWS

La FPCGIL Medici sui precari sentita dall'Ansa

P.A.:ALLARME CGIL,IN 2 ANNI GIA’ 5MILA PRECARI SANITA’A CASA
TOTALE PRECARI TRA MEDICI INFERMIERI E SANITARI CIRCA 35MILA
 (ANSA) – ROMA, 05 DIC – Tra 2010 e 2012 gia’ circa 5mila
medici e infermieri precari sono rimasti a casa. E’ l’allarme
che lancia la Cgil comparando per l’ANSA i dati dell’ultimo
conto economico dello Stato del 2010 che indicava ”in circa
40mila” i precari in sanita’ a fronte degli attuali ”circa 35
mila indicati dal ministro Patroni Griffi nell’incontro dello
scorso novembre”, come spiega Cecilia Taranto, segretario Fp
Cgil. ”Senza precari – aggiunge Massimo Cozza, Cgil Medici –
salta la sostenibilita’ del sistema in molte Regioni”. (ANSA).
05-DIC-12 17:29 NNNN

P.A.:ALLARME CGIL,IN 2 ANNI GIA’ 5MILA PRECARI SANITA’A CASA (2)
 (ANSA) – ROMA, 05 DIC – ”I numeri, ammesso che siano gli
ultimi forniti dal Ministro, parlano da soli. Tra i 260mila
precari della pubblica amministrazione – afferma all’ANSA
Taranto, Segretaria Nazionale della Fp-Cgil – circa 35mila
lavorano in sanita’, come confermano i dati forniti dallo stesso
Patroni Griffi nell’incontro del 28 Novembre a Palazzo Vidoni.
Comparandoli con quelli forniti dal Conto annuale della
Ragioneria Generale dello Stato e’ possibile quindi stabilire
quanti di questi precari sono gia’ stati lasciati fuori dal
lavoro pubblico. Nel 2010 erano circa 40mila, esclusi
gli 8 mila Cococo, che tanto il Ministro quanto le sue tabelle
sembrano non tenere in considerazione. All’appello mancano
quindi almeno 5mila precari, che non sono stati assunti a tempo
indeterminato ne tanto meno hanno visto rinnovati i propri
contratti. Parliamo di circa 4mila infermieri e mille medici”.
   ”Gia’ si sta rimettendo in discussione il Servizio Sanitario
Nazionale con minori risorse e con il blocco del turn over.
Senza precari – aggiunge Massimo Cozza, Segretario Nazionale
della Fp-Cgil Medici – si precarizza la sanita’ pubblica. La
mancata stabilizzazione in diverse Regioni, in particolare
Lazio, Campania, Puglia e Calabria, farebbe saltare la
sostenibilita’ del sistema e i servizi essenziali, dal pronto
soccorso ai reparti ospedalieri. Ma anche servizi territoriali
come i centri di salute mentale e i servizi per le
tossicodipendenze rischiano la chiusura”. (ANSA).

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