Continuano a pervenirci richieste di chiarimenti in ordine alla possibilità di superare il 50% dei festivi lavorati o se il tavolo nazionale non possa fare un accordo in deroga alla previsione contrattuale che identifica il 50% come quota limite.
Al riguardo noi vogliamo preliminarmente chiarire che non esiste possibilità di fare un accordo nazionale integrativo in deroga al CCNL. Un accordo siffatto sicuramente non avrebbe, per evidenti motivi, la certificazione necessaria da parte degli organi di controllo. Pertanto sulla questione si possono valutare solo due possibilità teoriche di soluzione:
la prima è quella che identifica il limite del 50% come superabile sulla base di un diritto potestativo del lavoratore che, dietro formale richiesta del dirigente, acconsentirebbe al superamento del proprio limite del 50%. Noi non intendiamo entrare nel merito delle esegesi interpretative che stabiliscono che il lavoro nei giorni festivi sia un diritto potestativo dei lavoratori. Ci limitiamo però a specificare che l’art.1 dell’Accordo successivo sulle tipologie e articolazioni degli orari di lavoro, che disciplina a livello generale le turnazioni, quando stabilisce il limite al comma 2, lettera d), testualmente recita:
“….Il numero dei turni festivi effettuabili nell’anno da ciascun dipendente non può essere superiore ad un terzo dei giorni festivi dell’anno. Per il personale di custodia del Ministero dei Beni Culturali i predetti limiti possono essere elevati a 10 turni notturni al mese ed alla metà dei giorni festivi dell’anno…”. Riteniamo utile specificare questo poiché l’irrompere del sistema di controllo capillare sugli accordi integrativi e sull’erogazione dei compensi relativi potrebbe comportare seri impedimenti al momento della liquidazione del dovuto da parte delle Ragionerie territoriali. Quindi dal nostro punto di vista la questione non può essere ricondotta al diritto potestativo e lasciata sulle spalle del singolo lavoratore, ma deve essere inquadrata invece rispetto alle inderogabili esigenze del servizio derivanti dalla necessità di copertura dell’orario di servizio degli Uffici.
Da questo punto di vista noi abbiamo avanzato, nel corso dell’ultima riunione nazionale, la proposta di utilizzo dei fondi risparmiati sul budget delle turnazioni risultanti dal monitoraggio della spesa afferente, per avviare contrattazioni locali che abbiano come oggetto la necessità della copertura dell’orario di servizio, laddove naturalmente esista il problema del superamento del 50% in modo tale da non garantire più l’apertura totale dei siti nei giorni festivi. Noi riteniamo che sia possibile sulla base di quanto previsto dal comma 4 dell’art.12 del CCIM, che prevede il riversamento dei risparmi delle somme accreditate per il pagamento del salario accessorio agli Uffici nel fondo di sede per l’incentivazione della produttività a livello locale. E per questo vi invitiamo a chiedere con urgenza una ricognizione sulle somme accreditate per verificare l’esistenza di eventuali risparmi e la loro quantificazione.
Sulle riqualificazioni: l’uscita degli elenchi contenenti le graduatorie provvisorie ha naturalmente causato l’esigenza in molti lavoratori coinvolti di verifica della congruità dei punteggi assegnati dalle Commissioni. Al riguardo, nel rimarcare la necessità, in caso di eventuale ricorso, di rispetto dei termini dello stesso (10 giorni a partire dalla notifica che deve essere effettuata entro il 7 novembre), vi informiamo che la richiesta di supporto alla verifica può essere inoltrata a noi alla mail meloni@fpcgil.it oppure chiedendo il supporto dei nostri Coordinatori regionali presenti sul territorio.
Infine la solidarietà:
Solidarietà piena al Conservatore del Convento dei Girolamini, colpito da una richiesta di risarcimento di 50000 euro per aver negato l’autorizzazione allo svolgimento del ricevimento di nozze nel Convento stesso del figlio dell’assessore regionale ai Beni Culturali (proprio ai Beni Culturali!). La motivazione sarebbe “eccesso di potere”, in quanto, a seguito delle vergognose vicende giudiziarie che hanno visto il saccheggio del patrimonio librario ivi custodito, il Conservatore ha opposto motivi evidenti di opportunità derivanti dalla nota vicenda e dalla condizione di sequestro giudiziario del complesso.
Eccesso di potere da parte del Conservatore o la solita prepotenza politica?
Sarebbe superfluo e forse inutile ricordare alla famiglia Miraglia-Lanzotti che sarebbe stato un atto di minima decenza rinunciare ad un ricevimento nuziale in un luogo colpito da questa emblematica vicenda giudiziaria ove sono evidenti le pesanti responsabilità politiche che l’hanno generata. Per non parlare della incredibile richiesta di risarcimento danni.
Rimane però la curiosità derivante dal fatto che un complesso monumentale come i Girolamini fosse da diverso tempo non visitabile dai cittadini “normali” ed invece assai disponibile ai ricevimenti nuziali, dietro il pagamento di laute tariffe. E il MIBAC, ancora una volta, dov’era?
E poiché incominciano a girare strane voci di rientro dei Padri Girolamini nel possesso del Convento, si sappia che la tragica vicenda dei furti senza destrezza dei libri del Convento è una cartina di tornasole per il MIBAC e che le sue decisioni sulla gestione di quel sito saranno attentamente valutate, sia da noi che dall’opinione pubblica. E, a nostro modesto avviso e sempre nel rispetto per le indagini giudiziarie in corso, alla Chiesa Cattolica va auspicabilmente restituito il luogo di culto, mentre la Biblioteca e la Pinacoteca devono rimanere nella gestione diretta del Ministero e restituite, risanate, alla fruizione dei cittadini. Questo se vogliamo veramente difendere il nostro patrimonio.
Roma, 6 novembre 2012
FP CGIL MIBAC
Claudio Meloni