MIBAC: Stop alla Fondazione Grande Brera – comunicato unitario

03 Ottobre 2012

 

STOP ALLA FONDAZIONE GRANDE BRERA – Per un confronto sulla riorganizzazione del MIBAC

 

Roma, 3 ottobre 2012 
 

                                                                                          All’On. Ministro
         Prof. Lorenzo ORNAGHI
 

Al Segretario Generale
Arch. Antonia Pasqua RECCHIA
 

Al Direttore Generale OAGIP
Dott. Mario GUARANY
 

                                                                                           Al Direttore Generale PBAAC
Dott.ssa Maddalena RAGNI
 

Al Direttore Regionale per i BB. CC. e PP. della Lombardia
Dott.ssa Caterina BON VALSASSINA
 

  

La decisione di procedere alla costituzione della Fondazione “Grande Brera” rappresenta un atto del tutto unilaterale che avvia, di fatto, un processo di riorganizzazione del Ministero, in una fase delicatissima nella quale le politiche di gestione dei servizi istituzionalmente in capo al Mibac si devono necessariamente confrontare con gli effetti della cosiddetta spending review.
Il Ministro Ornaghi ha al riguardo dichiarato pubblicamente che la politica della spending review sarà una utile occasione per riorganizzare l’apparato del Ministero sul territorio.
Si procede, pertanto, con decisioni che avranno serie ripercussioni sull’organizzazione dei servizi e non si sente minimamente la necessità di spiegare quali sono gli obiettivi che il vertice politico del Mibac si pone in relazione alla dichiarata necessità di razionalizzazione del suo apparato.
La vicenda della Grande Brera è, del resto, assai emblematica: un blitz normativo che privatizza di fatto una delle più prestigiose pinacoteche possedute dalla Stato, in un progetto nel quale lo Stato impiega ingenti risorse sia per la costituzione della Fondazione che per il suo funzionamento.
Alla Fondazione verranno trasferite sia le collezioni del Museo “Pinacoteca di Brera” che i beni mobili ed immobili annessi. Per la sistemazione logistica, che comporta la riallocazione dell’Accademia delle Belle Arti nell’ex caserma Mascheroni, una delibera CIPE ha impegnato 23 milioni di euro di soldi pubblici e altri fondi si annunciano dagli Enti locali. Soldi pubblici a cui si aggiungono i 2 milioni di euro che il Mibac verserà annualmente per il funzionamento della Fondazione.
L’esperienza attuale dimostra come le fondazioni non offrano alcuna garanzia di tutela economica nei confronti del personale, scarichino costi di gestione sull’utenza, attraverso i rincari dei biglietti d’ingresso, senza però rinunciare al ricorso economico pubblico in quanto non è, al momento e nel futuro, ipotizzabile una loro autonomia economica.
Si tratta di un’operazione che apre la strada alla privatizzazione dei maggiori musei Italiani: lo Stato rinuncia alla funzione di gestione diretta dei propri beni culturali ed istituzionalizza il ruolo dei privati, che integrano e, addirittura, potranno sostituire il pubblico nella gestione. Un modello di gestione lontana da grandi modelli italiani ed europei.
Pertanto siamo in presenza di una situazione assai preoccupante che riguarda scelte decisive per il futuro del Ministero che vengono indirizzate sempre più verso una compressione del ruolo diretto del Mibac e del servizio pubblico in generale nella gestione dei processi di tutela e valorizzazione del nostro patrimonio culturale.
Lo scenario è reso ancora più fosco dai tagli introdotti dalla spending review, dalla riduzione del 10% del costo del lavoro dei dipendenti, del 20% di quello dei dirigenti e dagli ulteriori tagli alle spese del già martoriato bilancio del Mibac alla previsione di riassetto delle funzioni centrali sul territorio.
Il tutto senza un minimo confronto con le parti sociali e con procedure del tutto centralizzate nel Dipartimento della Funzione Pubblica.
Per noi questa è una condizione semplicemente inaccettabile.
La necessità è quella di avviare un vero e proprio confronto sulla riorganizzazione dei cicli produttivi del Ministero, un confronto che abbia al centro la prospettiva di ridare funzionalità e centralità al ruolo pubblico, che affronti e risolva le condizioni di degrado organizzativo del servizio, che indichi soluzioni alle questioni professionali esistenti e che programmi seriamente la ripresa delle politiche occupazionali.
Allo stato registriamo invece una logica di rinvio del confronto da parte dei vertici del Ministero ed un intervento unilaterale del Dipartimento della Funzione Pubblica, tramite la Direttiva n.10 del 2012, sulla prevista riduzione del costo del lavoro.
Al Ministro Ornaghi vogliamo ricordare l’impegno disatteso al confronto con le parti sociali che ha assunto nel corso dell’ultima, e finora unica, riunione avuta con i rappresentanti dei lavoratori del Ministero.
 

Pertanto, in considerazione di quanto sopra, FP CGIL e UIL PA:
esprimono forte contrarietà in merito alla costituzione della “Fondazione Grande Brera” e proclamano lo stato di agitazione nazionale dei lavoratori del Ministero chiedono un urgente incontro al Ministro Ornaghi sulle linee di indirizzo della riorganizzazione territoriale del Ministero. In assenza di risposta si intensificheranno le iniziative di mobilitazione dei lavoratori e di sensibilizzazione dell’opinione pubblica su tutto il territorio nazionale.
 
          FP CGIL BAC                                     UIL PA BAC
             C. Meloni                                         E. Feliciani
 

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