Inail: Nuovo modello sanitario

07 Settembre 2012

 

NUOVO MODELLO SANITARIO

   

Nella proposta, che ridisegna la nuova funzione sanitaria per i prossimi anni, si possono evidenziare importanti elementi di novità che vanno apprezzati ma che necessitano, ovviamente, di ulteriore sviluppo e approfondimento nel corso della sua costruzione operativa.
I punti di maggiore significatività possono riassumersi:
·  Superamento della visione medico-centrica dell’attuale Sovrintendenza Medica Generale, che nel nuovo assetto assumerà la denominazione di Sovrintendenza Sanitaria Generale (che può essere avviata da subito e conseguentemente anche nelle sue articolazioni territoriali) e  dovrà  inglobare al suo interno, in maniera strutturale, anche referenti di tutte le figure sanitarie non mediche;
·  Sviluppo di nuove funzioni nell’ottica della tutela globale con maggiore propensione agli aspetti preventivi, curativi e riabilitativi;
·  Modello  flessibile in rapporto ai livelli sanitari regionali;
·  Introduzione di un settore ricerca;
·  Governo integrato delle competenze in tema di prevenzione;
·  Adeguamento delle dotazioni strumentali e accreditamento delle nostre strutture sanitarie con i Servizi Sanitari Regionali;
·  Introduzione di sistemi di controllo di qualità, governo clinico e risk management;
·  Estensione la più ampia possibile della Fisiokinesiterapia non ospedaliera, sia in forma diretta che indiretta;
·  Una formazione più strutturata.
 
La costruzione di tale nuova organizzazione dei servizi sanitari INAIL impone la individuazione di un contestuale piano operativo, all’interno del quale individuare le priorità, i tempi di attuazione, i piani di investimento,  e che vada correlato con le scelte politiche più complessive dell’Ente anche in tema di organici.
Appare, a nostro avviso, prioritario e di grande significato nell’attuale contesto normativo di cui alla legge 148/2011  la previsione di mantenimento complessivo della forza del personale dell’area sanitaria senza dar luogo a qualsiasi previsione di esuberi nonché, in prospettiva superare l’attuale impostazione del fabbisogno del personale non medico basato sul rapporto con il numero della dirigenza medica verso una definizione legata piuttosto alle funzioni ad essi attribuite.
Soltanto nella discussione di tale piano operativo può trovare spazio un vero e proprio tavolo contrattuale che entri nello specifico delle questioni. Inoltre, poiché  renderebbe vana una discussione approfondita sui singoli aspetti.
Questo non significa che non si possano indicare sin da ora, e sui vari punti, alcuni aspetti che possano contribuire alla definizione del modello  e del suo  piano operativo.
 

 Prevenzione-Sicurezza-Ricerca 
 
  Certamente la costruzione del Polo Salute e Sicurezza impone anche la individuazione di una nuova organizzazione sanitaria. Non pare allo stato che tale costruzione sia in fase avanzata, in quanto vanno riviste, a livello legislativo, le competenze in materia oggi  frammentate, soprattutto al fine di evitare inutili conflitti con i SSR. Anche all’interno dell’Istituto si registra qualche ritardo nella conclusione del processo di incorporazione strutturale dell’ISPESL. Infatti non risultano definite ancora le competenze del Dipartimento di Medicina del Lavoro, Igiene e Tutela ambientale, e per questo motivo appare molto complicato definire nel modello sanitario  soprattutto i flussi operativi da mettere in atto con la SSG, e le strutture sanitarie periferiche. Un passo importante comunque risulta aver inserito la funzione ricerca tra le competenze della istituendo SSC e la  figura del referente  medico regionale per la prevenzione. Quest’ultima figura non può che essere prevista in tutte le regioni, data la specificità territoriale delle materie da seguire.
Si è del parere che, data la complessità delle funzioni prevenzione-sicurezza-ricerca, e che vanno mantenute in forma integrata, ed una volta acquisite nel modello le rispettive competenze anche nella funzione sanitaria,  si debba procedere a stralcio nella ulteriore definizione delle competenze a livello di SSC.
 

 Diagnosi e cura
 
  Nella consapevolezza, anche legislativa (D.lvo 81/2008), che la tutela privilegiata dei lavoratori infortunati e tecnopatici ha subito negli anni un forte arretramento, appare prioritario riequilibrare i livelli di prestazioni  assistenziali e curative integrando da parte dell’Istituto quelle che oggi risultano essere impropriamente a carico degli assistiti.
Questo comporta una forte integrazione con i SSR che individui le prestazioni che dovranno continuare ad essere erogate dalla sanità pubblica gestita dal SSR, e quelle che dovranno essere erogate dalla ‘INAIL.
Questa integrazione , come anche stabilito dal recente accordo quadro Stato-Regioni- INAIL, dovrà essere attuata attraverso regole comportamentali omogenee, e per questo motivo trova la nostra condivisione la previsione contenuta nel nuovo modello sanitario dell’accreditamento, a cui va aggiunto il controllo di qualità certificata. In questo contesto si inserisce la problematica, non semplice,  della  “Direzione Sanitaria”, oggi già presente in alcune strutture dell’Ente, e che dovrà essere affrontata ed eventualmente  inserita qualora  prevista dalle procedure di accreditamento e di controllo della qualità.
E’ opportuno, inoltre, prevedere nella costituzione del Gruppo di lavoro sul Risk Management la presenza di ulteriori professionalità che operano sul territorio nonché del personale dell’area sanitaria non medica.
Su tutti questi aspetti  il piano operativo dovrà chiaramente indicare i tempi di attuazione e gli investimenti da mettere in campo, data la inadeguatezza attuale di gran parte delle strutture sanitarie INAIL soprattutto in termini di accertamenti diagnostici e strumentale, e con particolare riguardo alla diagnostica per immagini (TAC e RM).
Riteniamo, a questo proposito,  che alcune cose possano essere fatte da subito, con poca spesa e rapidamente ammortizzabili in termini di rapidità delle cure e di un rapido reinserimento lavorativo.
Ad esempio  è possibile dotarsi da subito, e diffusamente, di apparecchiature ecografiche , che oggi costano poco e con tempi rapidi di formazione  non necessariamente legate alla specialistica radiologica. La liberazione di spazi, dovuti ai numerosi pensionamenti, consente inoltre di ampliare quelli a disposizione dei servizi sanitari.
In questo nuovo contesto appare inderogabile anche una migliore definizione del ruolo della collaborazione sanitaria, che tenga conto dei nuovi percorsi formativi, prevedendo  anche lo spostamento di competenze fino ad oggi appannaggio soltanto delle figure mediche.
 

 Protesi- Riabilitazione e Reinserimento Lavorativo

 La riabilitazione rappresenta oggi la maggiore criticità nel rapporto con gli infortunati.
 Soltanto in pochissime regioni essa viene garantita dal SSN, mentre in molte altre risulta a totale carico dei  nostri assistiti che sono costretti a rivolgersi al privato.  C’è da considerare poi  il fatto che  quasi tutte le regioni si affidano al privato convenzionato.
Fatta questa premessa, anche in questo campo appare prioritario individuare un piano di investimenti che porti nel breve-medio termine ad una ampia diffusione nelle sedi dei servizi di riabilitazione non ospedaliera. Questo è reso attuabile dalla liberazione degli spazi, dalla applicazione del contratto SUMAI, ed dalla presenza sul mercato di fisioterapisti.
Nel modello sanitario occorre però inserire meglio il concetto della competenza alla individuazione del progetto riabilitativo,  che non può che essere dell’Istituto, pena il pagamento a piè di lista di prestazioni individuate da altri.
 

 Medicina legale
 
 Occorre costruire un modello organizzativo che superi quello attuale costruito quasi tutto sulle competenze medico-legali. Questo non vuol dire relegare tali competenze in ruoli secondari, ma al contrario attribuirgli un valore aggiunto perché inserite in un contesto dove la funzione sanitaria trova la sua completezza ed integrazione.
Significa costruire un modello dove tutte le sue articolazioni concorrono ai processi di ricerca nella materia assicurativa, previdenziale e non, e che sia pronto ad inserirsi negli spazi che le revisioni legislative aprono.
In questo contesto deve inserirsi la formazione professionale, la cui base di partenza non può che essere l’organizzazione del lavoro ed il controllo di qualità. Occorre rendere obbligatorie, inserendole nel modello, le riunioni periodiche del personale sanitario nel suo complesso, e per profili professionali, a tutti i livelli.
 

 Nuovo assetto organizzativo
 
 Finalmente nel modello proposto si prende atto della complessità delle strutture sanitarie dell’INAIL, destinate ad arricchirsi ulteriormente. Per questo motivo si condivide la impostazione strutturale dei servizi e le denominazioni proposte ai vari livelli.
Va inoltre chiarita l’esatta connotazione della Struttura denominata   ” Unità Socio-Sanitaria Territoriale” che, in ogni caso , a nostro avviso, dovrà prevedere la presenza o quantomeno una maggiore integrazione con la figura dell’assistente sociale.
Il nuovo assetto organizzativo impone la individuazione, e la declinazione, di nuovi livelli di responsabilità in analogia con  quelle del SSN con il quale si dovrà lavorare in maniera integrata.
Pertanto, nei tempi previsti dal piano operativo, ed in quelli legislativi e contrattuali, si dovrà procedere alla individuazione di specifici profili di competenza e responsabilità per tutte le figure previste dal Sistema di Accreditamento e Controllo di Qualità .
 

Ribadiamo, infine, la necessità e l’auspicio che si possa concordare, così come richiesto nel corso della riunione tecnica del 30 luglio scorso, un incontro di carattere politico per affrontare e individuare le strategie e le scelte operative correlate, nel breve e nel medio periodo, più idonee nell’ambito dell’area sanitaria, per la piena ed efficace realizzazione del Polo Salute e Sicurezza.
 
Roma, 6 agosto 2012
 
                                                        IL COORDINATORE NAZIONALE                
                                                                     FP CGIL INAIL 
                                                                    Roberto Morelli

 
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