MIT: Spending Ministero Infrastrutture e Trasporti: Cosa ne pensiamo

03 Agosto 2012

 

Spending Ministero Infrastrutture e Trasporti: Cosa ne pensiamo

    

Si chiude in questi giorni una parte del percorso di riforma che interessa il pubblico impiego con la discussione parlamentare del decreto spending, i cui effetti diretti, nel Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, sono stati per il momento informalmente anticipati nelle ultime riunioni con l’Amministrazione.
Prima di avanzare alcune brevi considerazioni occorre ricordare che il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti impiega 8.327 dipendenti sul territorio nazionale dove è presente capillarmente con gli uffici della Motorizzazione Civile, delle Capitanerie di Porto e Provveditorati alle Opere pubbliche.
Le strutture periferiche sono caratterizzate dall’offrire all’utenza servizi tecnici e trovano la loro ragion d’essere dal rappresentare lo Stato quale garante del bene sicurezza nel trasporto e nel settore infrastrutture.
Stante questa breve premessa riteniamo opportuno evidenziare che il D.L. 95/2012 interviene pesantemente nell’organizzazione e nella conseguente qualità dei servizi cui i cittadini hanno diritto.
La prevista riduzione delle piante organiche genera un taglio degli uffici dirigenziali, che a livello territoriale saranno accorpati (come?), dando vita a strutture complesse  più distanti dagli utenti e alle quali non sempre potrà essere preposto un dirigente.
Il personale contrattualizzato in parte sarà collocato in pensione, anche in uffici in evidente sotto organico, e parte verrà ad essere interessato dalla mobilità.
Rasseganti ormai a sentir parlare l’amministrazione non più di dipendenti ma di costi, ci piacerebbe comprendere la logica con la quale si sceglierà di penalizzare maggiormente un’area a scapito di un’altra.
I numeri non sono neutri, veicolano la scelta di prediligere talune attività.
La penalizzazione della seconda area dichiarerà in modo univoco e netto la determinazione di stringare al minimo l’intervento operativo dello Stato, significa rendere impossibile agli uffici periferici svolgere i compiti operativi, significa relegare lo Stato a mero controllore dei servizi forniti dal privato.
Questo modello di riammodernamento della P.A. dequalifica notevolmente il ruolo che lo Stato è chiamato a svolgere in periferia.
Non molto tempo fa (gennaio 2012) avevamo fatto presente al Ministro che vi erano molte funzioni istituzionali che erano state “dimenticate” in quanto non vi erano le risorse per farvi fronte.
Si chiedeva una maggiore attenzione da parte dell’organo politico alle attività  che devono essere garantite invece ora si creano le premesse per generare inefficienza e …. chissà, eventualmente privatizzare!
La particolarità dei tagli introdotti dall’articolo 2 del Decreto spending è aggravato dagli emendamenti proposti che, pare esentino dalle riduzioni delle piante organiche il Comando Generale delle Capitanerie di Porto.
Il Comando è funzionalmente incardinato all’interno del Ministero, alle dirette dipendenze del Ministro, ed è titolare di competenze di vigilanza e controllo a fronte di competenze di regolazione i cui titolari sono le Direzioni Generali presenti in periferia con il personale civile.
Il costo di detto personale militare grava sulla tab. 10 (MIT) così come parte della formazione, ecc., ma le progressioni di carriera sono ben lontane dal nostro contratto!!!
Perché risparmiamo solo come personale civile?
Per liberare le maggiori risorse umane necessarie all’espletamento dei compiti operativi tipici del personale militare (controllo coste, salvaguardia della vita in mare, …) sarebbe stato sufficiente aprire quel confronto Comando – Dipartimento che il nostro sindacato chiede da anni, definendo in modo puntuale l’attività di regolazione e l’attività operativa.
Un buon inizio sarebbe stato anche inserire le Capitanerie di porto tra gli Uffici periferici del Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti: CHE DIMENTICANZA!!!!

Intanto che il decreto continua il suo iter, gli ex III livello attendono ancora il riconoscimento delle mansioni superiori che volgono da anni e che la stessa magistratura ha ribadito.

La situazione non è migliore per la restante parte del personale che, da più di due anni attende fiduciosa la conclusione delle progressioni economiche, ma intanto come cittadini contribuiscono al risanamento economico del paese.

L’intervento del Governo non ha dimenticato i Provveditorati che, con l’art. 3 comma 12 del d.l.95/2012 vedono modificato il rapporto funzionale con l’Agenzia del demanio che è ora maggiormente autonoma nella scelta del soggetto cui rivolgersi per la svolgimento di interventi manutentivi, stipulando accordi quadro con operatori specializzati.

Questa storia recente incide su una realtà già pesantemente penalizzata dalla nascita dell’Autorità dei Trasporti che sottrae competenze al nostro Ministero e dalla istituenda Agenzia delle Infrastrutture stradali.

Le critiche avanzate non sono screve dalla consapevolezza che all’interno del nostro Ministero esistono importanti ambiti lavorativi cui intervenire con azioni che garantiscano trasparenza e legalità.

Proprio la necessità  di garantire lo Stato di diritto ci ha portato a chiedere, da anni, in tutti i tavoli che qualsiasi riforma partisse dopo un’attenta organizzazione del lavoro, proporzionata al bacino d’utenza e che si sviluppasse con regole certe.

La diretta trasposizione delle normative comunitarie di settore all’interno del nostro ordinamento ci ha visto rincorrere standard europei molto lontani dal nostro, la formazione tecnica necessaria per offrire servizi qualificati alla collettività non è mai stata considerata una priorità, divenendo ora l’alibi di uno scadente servizio da privatizzare.
Le numerose richieste in merito a costi della struttura tecnica di missione, del Consiglio Superiore dei lavori pubblici restano senza risposta.
 
         Siamo contrari a tutto ciò e denunciamo una presenza politica latitante.
 
Con l’approvazione del decreto spending si riduce il confronto sindacale a mero esame, e si reintroduce il sistema di valutazione di brunettiana memoria, senza le tutele previste dall’accordo del 3 maggio.
 
Abbiamo chiesto:
Organizzazione del lavoro
Monitoraggio delle competenze
Politica di formazione tecnica (progettazione, ispezioni sia veicoli che pescato, qualità dei trasporti pubblici).
Ci hanno convocato per
Tavolo sulla valutazione (non oggetto di contrattazione).
 
Queste non sono relazioni sindacali e rappresentano le premesse di uno smantellamento dello stato sociale e la mancanza di volontà di riorganizzare seriamente un bene pubblico: l’amministrazione statale!
 
Roma, 3 agosto 2012
 
                                                                  La Coordinatrice Nazionale
                                          Alessandra Allegrucci
                   
 

 

 
X
Questo sito usa i cookie per offrirti la migliore esperienza possibile. Procedendo con la navigazione sul sito o scrollando la pagina, accetti implicitamente l'utilizzo dei cookie sul tuo dispositivo. Informativa sull'utilizzo dei cookie Accetto