Ancora una volta, nonostante l’impegno più volte ribadito dal Ministro, di attivare con i lavoratori un colloquio proficuo e costruttivo per il rilancio, la valorizzazione ed il rafforzamento del Ministero dell’ambiente , dobbiamo registrare una forte delusione.
Anche la nostra richiesta di incontro, proposta unitariamente con cisl e uil, in materia di scelte in merito alla “Revisione della spesa” è caduta nel vuoto.
La mancanza di un confronto comunque non ci esime dalla necessità di esporre alcune considerazioni sulle politiche messe in campo dal Governo e che investiranno il nostro Ministero.
Tra le anomalie del sistema della spesa pubblica indicate dal Governo sui documenti specificatamente dedicati alla “Revisione della Spesa” sul proprio sito, al terzo punto c’è l’aumento della spesa dovuto alle diffuse carenze nell’organizzazione del lavoro all’interno delle amministrazioni, nelle politiche retributive e nelle attività di acquisto dei beni necessari per la produzione.
In questi anni le politiche messe in campo in materia di contenimento della spesa relativa al personale hanno previsto tagli sulle piante organiche delle Amministrazioni pubbliche. Il caso del nostro Ministero è un caso eclatante, la pianta organica riferita al DPR 261/2003 riportava un numero complessivo tra personale dirigente e non dirigente di 990 unità con il DPR 140/2009 questo numero passa a 826 unità e ad oggi in applicazione della Legge n.148/2011 arriva a 669 (con una falcidia costante del personale non dirigente e con un aumento, in sede di ultima rideterminazione dei dirigenti di I fascia!).
A fronte di scelte così miopi, rafforzate dalla propaganda e dalla stagione del fannullonismo che ha creato nell’opinione pubblica la convinzione che le Amministrazioni pubbliche sono un costo improduttivo per il Paese, la spesa per le Consulenze, per incarichi in Comitati, Osservatori e Commissioni e per l’acquisto di beni e servizi è cresciuta a dismisura, creando Amministrazioni, come la nostra, una sorta di Organismo Geneticamente Modificato dove convivono lavoratori che in alcun casi attendono alle stesse funzioni ma con tipologie contrattuali diversificate, retribuzioni diversificate, tutele previdenziali diverse. E dove si annidano sacche di clientele, spese improduttive, che crescono esponenzialmente senza apportare alcun beneficio al funzionamento e all’efficienza del Ministero.
Basterebbe il caso della trasformazione di Sogesid da Spa a ente in house dell’Amministrazione a dare un costo all’aumento esponenziale della spesa per la nostra Amministrazione, senza parlare delle innumerevoli forme di collaborazione attivate attraverso Convenzioni e Contratti.
La affermazione del Ministro Clini circa l’esistenza al Ministero di 40 “volontari (…) loro sì specializzati e motivati ” tratta dall’articolo pubblicato nell’inserto Affari e Finanza de La Repubblica del 28 maggio u.s. ci lascia costernati. L’attività del Ministero non è fatta esclusivamente di tavoli negoziali internazionali, ai quali, tra l’altro, molti funzionari potrebbero legittimamente partecipare per titoli e formazione se non fosse per la cronica carenza di risorse che riduce sempre più i budget specificamente dedicati.
La nostra O.S. non ha mai ritenuto di scatenare lotte tra lavoratori fomentando le divisioni tra lavoratori di ruolo e lavoratori a contratto, la nostra battaglia per la stabilizzazione dei lavoratori precari è andata in questa direzione, e continuiamo a ritenere che difendere il Ministero significhi anche difenderne la qualità del lavoro le competenze e che per garantire a questo Paese tutele ambientali e politiche efficaci siano necessari tecnici, professionisti qualificati e lavoratori motivati.
Temiamo che la revisione della spesa, dai pochi elementi che ci è dato di conoscere dalle notizie di stampa e dalle dichiarazioni dei vari Ministri, sarà un ulteriore occasione persa, e che ancora una volta si procederà con la logica dei “sommersi e dei salvati”.
A pagare saranno ancora una volta i lavoratori pubblici e lavoratori precari vittime dei tagli, che temiamo poco chirurgici e molto lineari.
Ed è per questo motivo che è ora di dire basta alla spesa clientelari, ai doppi contratti, ai compensi eccessivi di Commissari, Super consulenti e componenti di Osservatori e Comitati e di difendere il lavoro pubblico, un lavoro certo e garantito. Se non ora quando?
Roma 29 maggio 2012