Il 25 maggio 2012 si è riunito il coordinamento regionale della Difesa al quale ha partecipato la coordinatrice nazionale Noemi Manca che, nell’illustrare i contenuti della Legge delega di riforma del Ministero, ha sottolineato le perplessità espresse dalla Fp Cgil sia in occasione del confronto con il Ministro, sia in sede di audizione parlamentare. In primo luogo è stato puntualizzato come tale norma, pur inserita in un processo internazionalizzazione dello “strumento militare”, modifichi anche la “mission” del Ministero, svincolandolo dai suoi compiti (costituzionali) legati alla esclusiva difesa del territorio nazionale. Sono state altresì sottolineate le pesanti ricadute occupazionali della legge delega sul personale civile in previsione della riduzione di circa 10 mila unità e, al contempo, del transito nei ruoli civili del personale militare in esubero. Né soddisfa pienamente, a tal proposito, la recente nota del 23 maggio 2012 (Gab. del Ministro della Difesa) che, sebbene apra qualche spiraglio alla mobilità del personale, non dà alcuna risposta alla richiesta più volte avanzata dalle OO.SS. di insediare preventivamente un tavolo di confronto, di metodo e di merito, sulla questione.
Un’impostazione, quella del Ministero, giudicata dunque sbagliata; ciò in quanto ha escluso anche la necessaria condivisione, in un’ottica di trasparenza, della Funzione Pubblica, organismo principe nella valutazione della fattibilità del reimpiego del personale in altri ambiti ministeriali.
Il Coordinamento, dopo ampia e articolata discussione, raccogliendo le osservazioni e le sollecitazioni del Segretario Generale della Fp Campania Antonio Crispi:
· ha ribadito la necessità che l’Amministrazione della Difesa proceda preliminarmente ad una razionale revisione della spesa, eliminando gli sprechi; a partire da quelli inerenti al costo oneroso degli armamenti che graverebbero comunque sul già ampiamente deficitario bilancio dello Stato;
· ha invitato le strutture aziendali a produrre un’urgente richiesta a ciascun Ente delle “funzioni e delle dotazioni organiche” del personale, al fine di impedire scelte unilaterali dell’Amministrazione;
· ha rimarcato la necessità di garantire l’eventuale ricollocazione del personale che, dopo la verifica di obiettive esigenze risultanti da un’analisi logico funzionale delle “missioni” degli Enti, dovesse risultare in esubero attraverso l’adozione di percorsi di mobilità volontaria, interna ed esterna, contrattata;
· ha rappresentato la necessità, in considerazione delle ricadute che la problematica ha sui livelli occupazionali dei nostri territori, di promuovere un percorso politico sindacale condiviso con il livello Confederale, anche a partire dalla criticità che investe gli enti dell’Agenzia Industrie Difesa sottoposti a processi di riconversione privi, allo stato, di criteri di trasparenza e di prospettive, nonostante le ingenti risorse economiche investite e la disponibilità dei lavoratori ad affrontare nuovi percorsi professionali;
· ha sollecitato l’opportunità di investire sulla vertenza anche canali politico istituzionali, iniziando dal coinvolgimento dell’Ente regionale campano.