Cari colleghi, il Direttore generale dei servizi amministrativi, in merito al sistema di valutazione della performance individuale adottato dal nostro Ministero ha chiesto al Dipartimento della Funzione Pubblica i seguenti chiarimenti:
1) il permanere o meno della necessità di procedere alla valutazione individuale della Performance con riferimento all’anno 2011;
2) la portata operativa di tale valutazione: cioè se, come crede questo Ministero, la valutazione impatti sull’erogazione del Fondo unico di amministrazione 2011 e sulle altre previsioni del decreto 150/09 non oggetto di sospensione;
3) se i criteri indicati per il calcolo del coefficiente di presenza dei singoli dipendenti siano esatti.
Il Dipartimento della Funzione Pubblica ha risposto ai quesiti sopra riportati come di seguito sintetizzato ove, in sostanza, si afferma che:
a) la valutazione della performance individuale del personale và comunque effettuata in quanto l’art.6 del D.lgs 141/11 rinvia esclusivamente alla successiva tornata contrattuale gli effetti economici della valutazione ma non la valutazione stessa;
b) circa la correttezza e l’adeguatezza dei criteri per il calcolo del coefficiente di presenza il Dipartimento si limita ad affermare che detti criteri “possano ritenersi coerenti con la normativa di riferimento“, lasciando, a nostro avviso, aperta la discussione sulla legittimità a considerarli validi.
Riguardo il secondo quesito del D.G. dell’amministrazione, la Funzione Pubblica ribadisce il dettato della norma, dando così una risposta negativa all’utilizzo della valutazione ai fini della corresponsione del FUA. E adesso ci spieghino come intendono procedere!
Una breve analisi
Certo ci vuole poco a capire che una risposta del genere fa cadere ogni residua credibilità del Dipartimento della Funzione Pubblica, presso il quale le posizioni di vertice evidentemente risentono ancora (e gravemente) dell’influsso negativo del precedente ministro.
Troviamo semplicemente scandalosa questa risposta, che lascia che l’applicazione dei criteri sulle assenze e presenze siano differentemente individuati da ciascuna Amministrazione, così come troviamo disdicevole la manifesta inadeguatezza del nostro Ministero, che mantiene le lacunosità esistenti e persevera nel penalizzare le donne, i malati gravi, i portatori di handicap, i genitori che hanno necessità di accudire i figli (indicati solo a titolo di mero e non esaustivo esempio).
Ma c’è un fatto nuovo
Presso l’ICQRF sono stati accolti i ricorsi presentati per il riconoscimento dell’astensione facoltativa per maternità quali presenze come, da più parti, era stato chiesto. Una decisione positiva, ma certamente minima rispetto alle tante altre angherie perpetrare a carico delle donne.
La domanda ora è: che farà la nostra imbelle Amministrazione? Loro non sappiamo, noi non ci fermiamo di certo!
Roma 17 maggio 2012
p. la FP CGIL Mipaaf
Savino Cicoria