COMUNICATO
Ieri è uscita la circolare 66. Dal 1° settembre 2012 l’orario di apertura al pubblico della sportelleria delle agenzie interne e complesse è fissato in un numero minimo di 28 ore settimanali.
Almeno 20 ore settimanali di apertura antimeridiana per cittadini e imprese, dal lunedì al venerdì, e almeno 8 ore pomeridiane per servizi di consulenza su appuntamento e agli intermediari legalmente riconosciuti.
Lo stesso orario minimo settimanale dovrà essere garantito dai C.R.I.C. (centri regionali d’informazione e consulenza) e dai G.A.I. (Gruppi assistenza informatica interna ed esterna).
L’Amministrazione ha deciso d’imperio, di attuare, di fatto, un orario nazionale di apertura al pubblico. Che una sede abbia 1000 accessi giornalieri o ne abbia 30 per lei, è lo stesso.
Con buona pace delle prerogative territoriali, e fregandosene altamente del proprio management sul territorio.
Si è chiesta l’Amministrazione del perché, citiamo testualmente la circolare, ” in un numero considerevole di strutture, gli orari di apertura dei portelli non sono adeguati alla domanda del pubblico, non soltanto dal punto di vista quantitativo, ma anche sotto il profilo della qualità del rapporto con il cittadino” ?
Se una sede, nel corso del tempo, si è vista costretta a ridurre o a contrarre l’orario di apertura degli sportelli l’ha fatto perché soffre di antropofobia o perché esistono effettive difficoltà?
Per affrontare un problema reale e serio come quello del rapporto con i cittadini non si è trovato di meglio che agire in un’ottica quantitativa e romanocentrica aumentando le ore di sportello senza un’analisi approfondita delle difficolta che le sedi affrontano per garantire sportelli, produttività e qualità del servizio.
– Quanto costa quest’operazione in termini economici e di risorse umane?
– Come garantiamo un servizio di sicurezza? (in molte sedi si parla di ridurre il servizio di guardiania.)
– Come garantiamo il turn over agli sportelli? O pensiamo di lasciare un collega per otto ore di fila a rispondere al pubblico.
– Che formazione è stata predisposta per i colleghi che operano agli sportelli? Visto che la circolare, con molto “buongusto” rileva che la qualità del servizio è scadente.
– E’ stata fatta un’analisi, sede per sede, dei flussi di affluenza del pubblico? O quel che vale per Palermo, vale anche per Enna?
– Come pensiamo di integrare i servizi all’utenza ex Enpals ed ex INPDAP alla luce dell’ennesima futura riorganizzazione?
– Perché si rinvia a un futuro messaggio la comunicazione dei parametri utilizzati per la determinazione dell’assorbimento standard di risorse per bacino d’utenza e non lo si è discusso in contemporanea alla circolare?
– C’è stato un confronto con i Direttori Regionali prima di partorire cotanta circolare o come al solito sono stati bellamente scavalcati? La circolare prevede che i Direttori Provinciali devono eseguire e i Direttori Regionali controllare. In pratica gli si sta dicendo che fino ad oggi non sono stati in grado di gestire il rapporto con il pubblico e che ora ci pensa Roma.
SERVE VERAMENTE QUESTA CIRCOLARE O E’ LA PRIMA MOSSA PER TENTARE DI CAMBIARE E NAZIONALIZZARE L’ORARIO DI LAVORO?
L’INPS vive in simbiosi con le varie realtà territoriali e nel corso degli anni le sedi hanno adeguato il loro agire alle richieste del territorio in base alle peculiarità dello stesso, che per la particolare storia del nostro Paese sono evidentemente differenti non solo tra Nord e Sud ma anche all’interno delle stesse regioni.
La CGIL aveva chiesto il rinvio di tale circolare dopo che l’Amministrazione avesse sciolto tutti i nodi sopra descritti e soprattutto che tale circolare non indicasse orari minimi o fasce predeterminate di apertura degli sportelli, ma che il tutto fosse demandato al confronto territoriale.
Invitiamo tutte le RSU sui posti di lavoro ad attivarsi immediatamente (non aspettiamo il primo settembre) per chiedere incontri con i direttori delle sedi e indire assemblee con il personale per verificare l’impatto che tale circolare potrà avere sui servizi all’utenza, sul raggiungimento degli obiettivi, su come s’intende effettuare turn over agli sportelli, su che tipo di formazione è garantita ai colleghi, quanto personale in più serve, come s’intende approntare il servizio di consulenza pomeridiana e verificare se sono garantite le norme di sicurezza per utenti e colleghi.
Inviateci le risultanze degli incontri e le mozioni delle assemblee.
Per la FP CGIL INPS questa partita non si chiude con la circolare 66.
Roma, 10 maggio 2012
p. il Coordinamento Nazionale FP CGIL INPS
Oreste Ciarrocchi