Sicurezza: Esiti incontro con il Partito Democratico su previdenza

28 Marzo 2012

 
 

Esiti incontro con il Partito Democratico su previdenza Comparto Sicurezza

  C o m u n i c a t o
        

Care colleghe e cari colleghi,
         si è tenuta ieri pomeriggio presso la sede nazionale del Partito Democratico a Roma – per l’occasione rappresentato dagli On.li Emanuele Fiano ed Enrico Letta, vice segretario del partito – una riunione con tutte le rappresentanze sindacali del personale del Comparto Sicurezza e soccorso pubblico sulle preannunciate modifiche che l’attuale governo intenderebbe imporre al sistema pensionistico degli operatori di polizia entro il mese di giugno p.v..
         Dopo aver ascoltato l’intervento introduttivo svolto dall’On.le Fiano che,  ritenendo legittime e fondate le preoccupazioni e le rivendicazioni avanzate dalle OO.SS. anche attraverso le mobilitazioni tenute su tutto il territorio nazionale nei giorni scorsi, ha informato i presenti dell’intenzione del PD di presentare quanto prima alla Camera sulla questione un ordine del giorno e una mozione raccogliendo le firme necessarie a sostenerne il peso specifico anche presso altri partiti, è intervenuta la delegazione della Fp Cgil, rappresentata dal Segretario nazionale Fabrizio Fratini, dal responsabile del Comparto Sicurezza Francesco Quinti e dal coord.naz. del CFS Stefano Citarelli.
         Preliminarmente abbiamo evidenziato che sulle vertenze in atto avviate sulla previdenza e sul mercato del lavoro l’intera CGIL era ed è impegnata a contrapporsi ai disegni pseudo riformatori di un governo tecnico che ogni giorno di più dimostra di voler esercitare il potere esecutivo affidatogli – non dai cittadini – imponendo la propria volontà permeata da logiche di tipo ragionieristico che non tengono in nessun conto il dissenso del Paese (la coesione sociale e il suo futuro), dei lavoratori e delle loro rappresentanze sindacali su scelte che oltre a non produrre alcun risultato utile allo sviluppo e progresso del Paese, arrecano solamente danni sociali ed economici ai lavoratori demolendo i pilastri fondamentali dello stato sociale stabiliti dalla nostra Carta costituzionale; successivamente, abbiamo richiamato l’importanza di mantenere inalterati gli attuali trattamenti pensionistici del personale del Comparto Sicurezza – che ancora oggi non può contare sulla previdenza complementare, a differenza di tutti gli altri comparti contrattuali – facendo in particolare riferimento all’obbligo di osservanza del concetto di “Specificità” del ruolo che ci è stato riconosciuto con la legge n. 183 del 4 novembre 2010.
E’ dal riconoscimento di quello status che bisogna partire se si vuole affrontare una discussione che abbia un senso – abbiamo sostenuto – e che rispetti le prerogative di un comparto che per legge deve essere sempre consultato dal governo prima di un qualsiasi provvedimento che miri a mutarne la condizione. Un confronto preliminare invece eluso dall’esecutivo, che ancora oggi peraltro sfugge alle proprie responsabilità negandoci la discussione di merito, diversamente da quanto sostenuto pubblicamente dal Ministro Fornero mentre erano in corso le manifestazioni.  
Per quanto ci riguarda, lo abbiamo detto chiaramente ai rappresentanti del PD, riteniamo ingiusto e inaccettabile che si continui a colpire in ogni modo il personale del Comparto Sicurezza che espleta un compito delicato e fondamentale per la collettività e che ogni giorno è viepiù costretto a fare sacrifici inimmaginabili solo per garantire il proprio lavoro, peraltro svolto senza i mezzi e gli strumenti indispensabili a garantire la propria e altrui sicurezza, e vedersi riconosciuti i propri diritti contrattuali, potendo peraltro contare su stipendi ormai ridotti all’osso – i più miseri tra quelli pagati agli omologhi colleghi in tutta la comunità europea – per effetto del mancato rinnovo dei contratti e del blocco delle indennità accessorie operato dal 2010 e fino a tutto – forse – il prossimo 2014. Sintetizzando in una frase: ora basta sacrifici, che li chiedano a chi in questi anni si è arricchito sulle spalle della parte sana del Paese.
Se il Ministro Fornero pensa – abbiamo continuato – di predisporre e ultimare la riforma dei nostri trattamenti pensionistici e poi convocarci per renderci solo edotti del risultato ottenuto, magari anche valicando i limiti imposti dalla legge delega e in assenza dell’avvio della previdenza complementare, commetterà un grande e grave errore e troverà la nostra ferma e determinata opposizione, che potrà concretizzarsi e articolarsi in tutti i modi che riterremo idonei ed opportuni a contrastare le misure previdenziali preannunciate contro un atteggiamento di unilateralità nelle decisioni che sfocia nell’arroganza.
Al partito democratico, abbiamo chiesto, come chiederemo a tutte le forze politiche che intenderanno confrontarsi con noi (e che abbiamo sempre informato delle nostre proposte e azioni sindacali), se nel condividere la nostra strategia intende farsi carico di rappresentare pubblicamente e in parlamento, nel reciproco rispetto dei ruoli e delle funzioni, la battaglia intrapresa dalla Fp e dalla Cgil e da tutte quelle OO.SS che eventualmente come noi pensano che la partita sulla previdenza non sia affatto chiusa.
In chiusura, ha preso la parola il vice segretario del PD, On.le Enrico Letta, il quale ha tenuto a ribadire l’assoluta vicinanza del partito agli operatori di Polizia, delle forze armate e del soccorso pubblico garantendo che sarà assicurato il massimo impegno in Parlamento per contrastare la riforma dei trattamenti pensionistici voluta dall’attuale governo per gli operatori del Comparto Sicurezza, a cui – ha chiarito – deve essere riconosciuto l’obbligo di rispetto della specificità sancito dalla legge e l’importanza del ruolo sociale affidato in difesa della collettività e della crescita economica.
Vi terremo ovviamente informati circa l’evolversi della vicenda.
Roma, 28 marzo 2012
                                                Il Responsabile Nazionale Fp Cgil
                                                          Comparto Sicurezza
                                                           Francesco Quinti           
   


 
 
 
 
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