REQUISITI PREVIDENZIALI: RAGGIRO IN AGGUATO PER I VIGILI DEL FUOCO.

23 Marzo 2012

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REQUISITI PREVIDENZIALI:

RAGGIRO IN AGGUATO PER I VIGILI DEL FUOCO.

 
 
 

Come è noto, nei giorni scorsi si è aperta la discussione in tema di Previdenza del comparto Vigili del Fuoco, in relazione al regolamento per l’armonizzazione dei requisiti di accesso alla pensione, sul quale abbiamo già espresso la nostra totale contrarietà con nota del 25 febbraio u.s..

Ricordiamo che il tema della Previdenza, anche riferito alle ventilate ipotesi di modifica sostenute dall’attuale Esecutivo, è stato oggetto della vertenza unitaria CGIL, CISL, UIL e quindi indicato come uno dei punti del tentativo obbligatorio di conciliazione che abbiamo avviato la scorsa settimana.

Giungiamo a tale situazione vertenziale poiché con l’art. 24, comma 18, del DL n. 201 del 2011 è venuta meno la condizione, definita “specificità”, che in buona sostanza determinava un trattamento pensionistico per i Vigili del Fuoco aderente alla particolare gravosità dei compiti d’istituto.

Pertanto, come abbiamo avuto modo di evidenziare, lo spirito dell’intervento del Governo Monti ha finito per assorbire, all’interno del peggioramento trasversale dei trattamenti pensionistici previsti per tutti i settori lavorativi, anche quello del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.

E’ necessario evidenziare, per trasparenza e per sgomberare il campo da ogni equivoco o mal pensiero, che tale peggioramento sta interessando anche le stesse Forze di Polizia.

Infatti nell’incontro del 7 Marzo scorso u.s. il Governo ha condiviso, con le funzioni ministeriali preposte alla gestione dei temi previdenziali, un trattamento che prevede l’innalzamento fino a tre anni del limite di età per andare in pensione, la riduzione della contribuzione figurativa e l’esclusione di ogni altro metodo di pensionamento.

La vicenda sta assumendo contorni a tal punto intricati  che, come Fp Cgil, vogliamo impedire ad ogni altro attore sindacale di confondere i Vigili del Fuoco impedendo, ovviamente, la ripresa del vecchio canto delle sirene sull’agganciamento alle condizioni dei poliziotti Italiani, i quali sono comunque maltrattati, non solo sul piano delle retribuzioni ma, adesso, anche su quello previdenziale.

In questo senso, prima di rifocalizzare la questione sulle nostre proposte, vogliamo stigmatizzare lo stesso comportamento dell’Amministrazione che, nonostante sia noto lo stato di agitazione della Categoria, con disinvoltura imbarazzante, nella giornata di ieri ha trasmesso un documento di proposta per la modifica del trattamento pensionistico della nostra categoria.

Il documento su accennato, inviato al Ministero del Lavoro, praticamente ripercorre le proposte già formulate al cospetto delle forze di polizia e struttura, in buona sostanza, un’operazione di totale peggioramento della situazione.

In particolare si usa una sorta di escamotage dietro il quale si celano veri tranelli.

Si annunciano riconoscimenti di accrediti figurativi, maggiorazioni stipendiali attraverso il meccanismo degli scatti e, dulcis in fundo, la pensionabilità di una serie di indennità (di imbarco, di sommozzatore ecc.)

Praticamente si rappresenta da un lato una via più lieve per il trattamento pensionistico, dall’altro, a conti fatti, si determina un arretramento.

Questa proposta si declina, inoltre, nell’idea di innalzare progressivamente l’età pensionabile in ragione dell’aumento della speranza di vita, ammettendo la volontà di modificare, in coerenza con i nuovi limiti, lo stesso ordinamento del Corpo per le parti riguardanti le progressioni in carriera.  

Se quindi tali norme peggioreranno la condizione dei Vigili del Fuoco, non va di certo meglio alla componente Sati.

La stessa non viene in alcun modo considerata dalla nostra Amministrazione e restano, pertanto, ancora una volta inevase le richieste di pensionabilità dell’indennità mensile per la stessa.

Il personale Sati dovrà accettare il peggioramento determinatosi con la recente manovra del DL 201, mentre sarebbe opportuno prevedere un trattamento differenziato così come l’Amministrazione vorrebbe prevedere per Direttivi e Dirigenti.

Infine, la capziosità della manovra è svelata dal fatto che già sui tavoli riguardanti le forze di Polizia, tali proposte sono state abbandonate dallo stesso Governo.

Per queste ragioni noi continuiamo a rivendicare il mantenimento dei limiti attuali previsti dalla normativa ed un meccanismo che possa riconoscere un vantaggio di “uscita”, legato alla gravosità del lavoro svolto e che nel passato sembrava potesse essere considerato nella fattispecie del lavoro usurante.

Tutto ciò premesso, vi invitiamo a mettervi in contatto con i nostri Delegati e Rappresentanti sindacali per avere ulteriori delucidazioni sull’argomento, esortandovi comunque ad aderire a tutte le nostre iniziative sindacali che adotteremo per contrastare l’ennesimo attacco alla nostra categoria.
 
 
 
Mario MOZZETTA


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