COMUNICATO
Siamo stati convocati ieri dall’Amministrazione, presente il Segretario Generale, per un incontro incentrato sulle problematiche del sito di Pompei, alla luce della grave situazione di crisi organizzativa, dei problemi connessi alla tutela delle condizioni di lavoro e dell’avvio degli interventi previsti dalla legge speciale.
In premessa l’Arch. Recchia ci ha illustrato il programma degli interventi di messa in sicurezza del sito finanziati con i fondi strutturali, sottolineando l’importanza politica, per il futuro stesso del MIBAC, della riuscita del programma finanziato con i famosi 105 milioni, richiamando il comune senso di responsabilità verso una situazione sotto l’attenzione dell’opinione pubblica italiana e internazionale.
La riunione ha inoltre posto in evidenza la complessità della situazione del sito e la necessità di interventi urgenti ai fini del ripristino delle condizioni di sicurezza in relazione ai rischi da esposizione alle sostanze insalubri ed in riferimento alla riallocazione dei lavoratori in locali idonei.
Nel corso della riunione noi, che eravamo presenti insieme alla nostra rappresentanza di Pompei, abbiamo rappresentato quanto segue:
* La situazione di crisi organizzativa ha radici antiche e recenti, gli effetti della politica degli interventi straordinari tramite Commissariamenti hanno aggravato i fattori di disgregazione produttiva non intervenendo sulle carenze gravi e strutturali di personale e risorse e sulla tutela delle condizioni di lavoro del personale. Su questo contesto è calato l’accorpamento tra Napoli e Pompei, una soluzione organizzativa che si è rivelata ingestibile sotto tutti i punti di vista. Noi abbiamo ribadito che occorre ripensare tale scelta ed orientarsi verso il ripristino della Soprintendenza speciale ed autonoma di Pompei. Nelle more di questo auspicabile (e, allo stato, improbabile) ripensamento noi chiediamo che debba essere assicurata continuità e certezza nella gestione del sito;
* Noi riteniamo la questione della riorganizzazione del sito, concordando in questo con il Segretario Generale Recchia, una questione nazionale e pertanto abbiamo proposto che sia il tavolo nazionale che quello locale mantengano la possibilità di avere una attenzione costante e un confronto aperto sui processi di riorganizzazione del lavoro e del conseguente impiego del personale, sui processi generali di messa in sicurezza del sito, sulla determinazione dei rischi ambientali ed sulla tempistica della messa in opera di misure atte a salvaguardare la qualità degli ambienti di lavoro e la tutela della salute dei lavoratori. In questo contesto vanno sicuramente rafforzate le prerogative del tavolo di contrattazione locale;
* Abbiamo chiesto, inoltre, informazione periodica sulle modalità di utilizzo dei fondi europei con riferimento alle loro ricadute sull’organizzazione del lavoro, rappresentando la necessità che venga adeguatamente valorizzato il personale interno nelle fasi di svolgimento dei progetti. Sull’argomento è bene essere chiari: noi abbiamo preso atto della costituzione di un gruppo di lavoro interministeriale, costituito presso la Prefettura, che avrà compiti di monitoraggio e controllo sugli interventi finanziati, e siamo altresì coscienti che la natura dei fondi ed i soggetti gestori riguardano solo in parte il Mibac. Ma pensiamo che quando ci si richiama ad un patto collettivo di responsabilità occorre porre tutti i soggetti in grado di concorrere alla sua realizzazione, in particolare riconoscendo con chiarezza al Mibac ed ai suoi lavoratori il ruolo di fondamentale importanza ai fini della realizzazione dei progetti finanziati. In questo senso registriamo positivamente l’impegno dell’Amministrazione a risolvere le questioni urgenti a vario titolo proposte sul tavolo e che abbiamo tentato di riassumere in questo comunicato, e sicuramente ne valuteremo il puntuale rispetto nei tempi brevi che il Segretario Generale Arch. Recchia ci ha comunicato, impegni importanti per risolvere questioni delicate che riguardano la necessaria tutela delle condizioni di lavoro. Ma aggiungiamo che ci è parso ancora insufficiente e generico l’impegno a mantenere aperto un canale di confronto sui processi di riorganizzazione che restituiscano a Pompei una adeguata autonomia gestionale e la necessaria funzionalità per affrontare al meglio questa sfida. E non del tutto condivisa l’esigenza, da noi prospettata, di un coinvolgimento maggiore del tavolo nazionale sul ‘caso Pompei’. Ma noi manterremo ugualmente la dovuta attenzione ed un costante impegno: la salvaguardia di Pompei, dei suoi lavoratori, del suo territorio sono gli elementi che daranno la misura delle prospettive della tutela dell’intero nostro patrimonio.
Roma, 9 febbraio 2012
FP CGIL MIBAC
Claudio Meloni