Con il 31 dicembre si avvicina la conclusione dei contratti a tempo determinato dei lavoratori del Ministero dell’interno impiegati nei servizi all’immigrazione presso gli sportelli unici per l’immigrazione e gli uffici immigrazione delle questure, senza che l’Amministrazione abbia affrontato il problema di come risolvere la questione del rinnovo dei loro contratti.
650 lavoratori che rischiano il posto di lavoro, uffici pubblici che senza di loro rischiano di non poter piu’ fornire i servizi e le prestazioni inerenti questo importante ruolo pubblico.
Ma questi uffici rischiano davvero di restare chiusi?
Presso alcuni di questi uffici sappiamo che lavorano, a vario titolo e con modalita’ contrattuali non chiare, operatori esterni all’Aministrazione dell’interno che non svolgono solo il loro ruolo di supporto o formazione ma che svolgono anche attivita’ di sportello o gestendo attivita’ di esclusiva competenza dell’Aministrazione stessa come ad esempio il contenzioso in materia di immigrazione , comportando rischi per la sicurezza dei dati riservati a disposizione dell’ufficio, materia questa ancor piu’ cogente nel rispetto delle norme per un Amministrazione come quella dell’interno.
Veniamo ora a conoscenza anche del fatto che lo sportello unico per l’immigrazione di Roma, in capo al Prefetto di Roma, ha stipulato un accordo di collaborazione con l’UPTER, l’universita’ per la terza eta’, per corsi di formazione di personale con compiti di mediatori culturali, su criteri quantomeno fumosi.
Le stesse considerazioni in materia di sicurezza sui dati svolte in precedenza, valgono anche per l’accordo stipulato con l’UPTER.
Ci chiediamo infatti: a quali soggetti e’ rivolto il corso? Quale professionalita’ puo’ essere garantita attraverso un corso di sei mesi quando per essere riconosciuti come mediatori culturali occorre avere una preparazione specifica di almeno tre anni? Quale efficienza del servizio potra’ essere garantita se lo stage pratico relativo al corso verra’ svolto presso lo sportello unico interferendo inevitabilmente con le attivita’ di sportello?
Riprendendo il dubbio enunciato prima sulla chiusura degli uffici, ci rende perplessi la coincidenza della scadenza del contratto dei lavoratori a tempo determinato ed una formazione approssimativa ed affrettata di personale non meglio identificato da impiegare presso gli sportelli con funzioni vaghe.
Ci viene il dubbio che attraverso queste modalita’ venga operata nei fatti una privatizzazione di una delicatissima funzione del Ministero che per la sua natura è e deve rimanere pubblica.
La FP–CGIL non puo’ accettare, pertanto, il ridimensionamento di un servizio particolarmente delicato che sembra prospettarsi con le iniziative intraprese.
La FP–CGIL continuerà con le iniziative di lotta per la salvaguardia dei posti di lavoro e del servizio pubblico.
DICIAMO NO AI LICENZIAMENTI
DICIAMO SI AD UN SERVIZIO PUBBLICO EFFICIENTE
Il Coordinatore nazionale FP–CGIL
del Ministero dell’interno
Fabrizio Spinetti