Il 14 ottobre scorso l’Agenzia delle Entrate ha convocato una riunione per affrontare le criticità operative degli uffici territoriali delle aree metropolitane e ridefinire gli orari di apertura al pubblico di quelli di Roma, Milano, Napoli e Torino. L’enorme affluenza di contribuenti presso questi uffici, secondo la valutazione dell’Amministrazione, impedisce l’erogazione di tutti i servizi in tempi accettabili. Da qui la proposta di anticipare, in via sperimentale, l’apertura degli sportelli, contestualmente all’apertura continuativa almeno per tre giorni la settimana. I dipendenti che, su base volontaria, rinunceranno alla flessibilità, verranno remunerati con una specifica indennità pari a 10 euro lordi giornalieri. L’importo sarà liquidato trimestralmente secondo le modalità già in vigore per il pagamento dell’indennità giornaliera dei CAM.
Di seguito le nostre prime valutazioni.
– La flessibilità dell’orario di lavoro è stata una delle più significative conquiste sindacali degli anni ottanta, quando con l’ingresso sempre più consistente delle donne nel mondo del lavoro, si cominciò a prendere in considerazione l’esigenza di contemperare i tempi di lavoro con le esigenze personali e di cura delle lavoratrici e dei lavoratori, principio che è stato recepito dai contratti collettivi nazionali. Monetizzare la rinuncia a una conquista sindacale vuol dire non valutare la flessibilità degli orari nella prospettiva della sua utilità sociale, introducendo il principio che la flessibilità dell’orario è incompatibile con il funzionamento dei servizi e aprendo la strada al suo definitivo superamento. Questo orientamento è già stato evidenziato in due circolari dell’Agenzia sull’orario degli uffici, nelle quali viene di fatto ridotta la fascia di flessibilità in tutte le Direzioni Provinciali, violando l’art. 36 del CCNL.
– Ci convince poco anche la presunta volontarietà del dipendente nel rinunciare alla flessibilità, immaginando le pressioni cui sarà sottoposto qualora i volontari saranno in numero insufficiente per garantire l’apertura anticipata o posticipata degli uffici: per molti la flessibilità è irrinunciabile date le proprie condizioni materiali di vita, specialmente per i dipendenti con figli in età scolare e prescolare.
Infine, riteniamo che il CCNL contiene tutte le norme necessarie per garantire il funzionamento degli uffici, senza necessità di accordi in deroga.
Considerata la delicatezza della materia abbiamo ritenuto di non firmare l’accordo, riservandoci di consultare tutti i lavoratori e le nostre strutture territoriali.
Roma, 18 ottobre 2011 CGIL FP Nazionale
Comparto Agenzie Fiscali
Luciano Boldorini